La crisi di governo vista da Busto Arsizio. Per il sindaco Emanuele Antonelli, «dopo lo spettacolo indecente di ieri è meglio andare a votare». Il presidente del Consiglio comunale Valerio Mariani parla di una «situazione incomprensibile per l’opinione pubblica» e auspica un rimpasto nell’esecutivo.
«Pessimo, imbarazzante, pazzesco». Gli aggettivi scelti da Antonelli non lasciano dubbi sul suo giudizio relativo alla fiducia incassata martedì sera dal governo Conte, grazie anche al discusso appoggio di Mariarosaria Rossi e Andrea Causin di Forza Italia, del socialista Riccardo Nencini, dell’ex 5 Stelle Alfonso Ciampolillo e dei senatori a vita.
«Non è il momento migliore per una crisi, ma se di fatto il governo non c’è più, è meglio mandarlo a casa», afferma in maniera meno perentoria rispetto al suo omologo gallaratese Andrea Cassani. Il quale, nella sua durissima “mozione” rivolta al presidente della Repubblica, è perentorio: «Mattarella conceda al popolo di scegliersi democraticamente un governo» (leggi qui).
Al di là dei numeri risicatissimi al Senato, «se siamo nelle mani di persone incapaci, è meglio votare e cambiare», sostiene Antonelli, esponente di Fratelli d’Italia. Il riferimento, in particolare, è al Recovery Plan, vale a dire l’insieme dei progetti delle riforme per uscire dalla crisi causata dalla pandemia finanziati dall’Unione Europea.
«A detto di tantissimi osservatori e da quanto ho letto in prima persona, si tratta di un piano pessimo, che a mio parere non passerà nemmeno in Europa – osserva Antonelli –. La politica ha fatto solo danni, meglio affidarsi a tecnici e rappresentanti della società civile che conoscano le necessità delle famiglie e le dinamiche del mercato del lavoro. In ogni caso, con le persone attualmente al governo non vedo come potremo rialzarci».
Da posizioni diverse, anche Valerio Mariani del Partito Democratico si aspetta un salto di qualità nell’esecutivo: «Il voto di ieri è positivo perché, pur nelle difficoltà, il Parlamento ha detto che bisogna andare avanti – premette –. Ma ho dei dubbi sulla capacità di questo governo di gestire il lavoro richiesto dal Recovery. Gran parte dei ministri non è all’altezza: le elezioni non sono la soluzione, ma occorre accelerare sul rinnovamento di alcune posizioni governative».
È questo un punto fondamentale per provare a rilanciare il lavoro dell’esecutivo dopo una crisi «di cui non avevamo bisogno»: «Legittimo – dice Mariani – chiedere una scossa, ma i tempi e i modi utilizzati sono incomprensibili per l’opinione pubblica. Questa azione non può che allontanare ulteriormente il cittadino dalla Stato che, a mio parere, ha gestito come poteva una crisi che ha messo in difficoltà il mondo intero».
Parole di un esponente del Pd che in passato ha sostenuto Matteo Renzi: «Le sue osservazioni sul Recovery Plan e l’intervento di Italia Viva sono stati positivi. Diverso, però, è aprire una crisi che avrà delle ricadute economiche. Come con la riforma costituzionale, è mancata la volontà di trovare un punto di mediazione e ancora una volta questo ha fatto franare tutto». In primis, Renzi stesso.
A questo punto, Mariani si aspetta che Conte «oltre all’“avvocato del popolo” inizi a fare il presidente del Consiglio. Le soluzioni tampone non servono più. Con l’emergenza pandemica dovremo convivere e poi uscirne. Penso ad esempio alla protesta dei commercianti di Busto di sabato (leggi qui): non posso pensare che bar e ristoranti rimangano chiusi tutto il 2021. Occorre cercare di aprire responsabilizzando le attività. I ragionamenti su come cambierà il mondo del lavoro – penso allo smart working – e sulle ripercussioni sugli altri settori, anche a Busto, sono temi che dovranno necessariamente essere presenti della nostra campagna elettorale».