Tira aria di elezioni amministrative e c'è chi s'incontra per delineare possibili scenari futuri. Come il Movimento 5 Stelle di Busto Arsizio, che ha in quota due consiglieri comunali nell'attuale pubblica assise cittadina, i Verdi e Sinistra Italiana. I tre gruppi si sono incontrati nei giorni scorsi, per mettere le basi di un percorso comune in vista delle prossime amministrative.
«Crediamo in una Busto Arsizio innovativa, solidale, e con maggiore attenzione all’ambiente e alla salute – apre la nota diffusa a seguito dell'incontro - Vogliamo al centro del dibattito pubblico alcune questioni che riteniamo urgenti per il futuro della città e per le quali pensiamo servano delle scelte politiche forti in controtendenza con quelle dell’attuale amministrazione».
Di cosa ha bisogno Busto Arsizio? «C'è bisogno di progettare le grandi trasformazioni che riguardano l’ambiente, il mondo del lavoro e dei servizi; ha bisogno di una spinta nuova al passo con i tempi, e per farlo serve che i cittadini si sentano coinvolti e partecipi. Attuare le forme della partecipazione attiva è un esperimento che altre città importanti, come Roma, già fanno e che sta dando risultati molto interessanti.
La città che vogliamo non deve sprecare le sue risorse in grandi opere onerose o nel salvataggio di un vecchio impianto di incenerimento, ma deve investire per tornare al passo con le altre città: politiche sanitarie, urbanistiche, educative, sociali, abitative dovranno essere al centro del dibattito. Con un’attenzione all’innovazione e alla direzione che ci sta indicando l’Europa verso la “green economy”, ossia la transizione verso una produttività più rispettosa dell’ambiente».
Giustappunto, Accam...
«La nostra volontà è chiara – prosegue la nota di pentastellati, Verdi e Sinistra Italiana – ed è quella di non avallare un piano di salvataggio dell’inceneritore di Accam, con investimenti milionari di soldi pubblici. Busto Arsizio per 50 anni ha gestito i rifiuti di 27 comuni con i conseguenti impatti ambientali e sulla salute. La Lombardia ha una sovraccapacità di incenerimento dei rifiuti urbani, e avere un impianto del territorio non è più necessario. Dobbiamo valutare alternative nella gestione dei rifiuti che prendano in considerazione politiche di riduzione e lo smaltimento della parte residua in altri impianti vicini, anziché salvare un impianto ormai obsoleto e sempre più a vocazione rifiuti speciali (provenienti da tutta Italia) e una società malgovernata. Questo oggi è possibile lavorando insieme ad Agesp, che ha in affido la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti della città.
Il percorso che vogliamo affrontare sarà aperto e partecipato e vorremmo coinvolgere anche professionisti dei vari settori».
Altro fronte comune è il no all'ospedale unico. «È necessario salvaguardare il nostro ospedale e le competenze mediche e infermieristiche oggi sotto pressione, non solo per l’emergenza pandemica, ma anche per via di una disastrosa politica regionale volta a ridurre i servizi diffusi sul territorio in virtù di una concentrazione dei poli ospedalieri. Dell'ospedale unico si sente parlare da 5 anni – proseguono le tre forze politiche - a nostro avviso non è stato oggetto di corretta valutazione per le ripercussioni di accessibilità dai territori e di riduzione dei posti letto. Questioni di grande importanza alla luce delle carenze della sanità lombarda, evidenziate dall’emergenza Covid».
«Il lavoro che abbiamo avviato – chiudono i rappresentanti di Movimento 5 Stelle, Verdi e Sinistra Italiana, aprendo ad una possibile (grande) coalizione di centrosinistra - è propedeutico a creare le basi per un’ampia coalizione, che rappresenti davvero la società civile e tutti i cittadini che non vogliono più lasciare l’amministrazione di Busto Arsizio nelle mani di chi ha plasmato una città senza una vera visione verso il futuro».