Scuola - 19 dicembre 2025, 12:20

Insetti nel piatto alle Tommaseo: le scuse del Comune, l’azienda intensificherà i controlli ma i genitori rimangono guardinghi

Confronto diretto all’interno della scuola di Busto. L’assessore Colombo chiede fiducia: «Fatto grave, ma non abbandonate il servizio». Euroristorazione promette di raddoppiare o triplicare i controlli a campione e si difende citando la fatalità statistica, ma per le mamme resta l’amaro in bocca: «Goccia che fa traboccare il vaso»

Un’ora e mezza di confronto serrato, a tratti spigoloso, per tentare di ricucire uno strappo di fiducia che appare non ancora presente, seppur meno consistente rispetto ai primissimi giorni. Ieri pomeriggio, giovedì, l’aula magna delle scuole Tommaseo ha ospitato il tanto atteso chiarimento sul "caso insetti", i punteruoli del grano rinvenuti lunedì nei piatti di due classi. Da una parte una quindicina di genitori rappresentanti, arrabbiati e preoccupati; dall'altra la "trincea" istituzionale composta dall'assessore all'Istruzione Chiara Colombo, dalla dirigente scolastica Cristina Parisini, dal tecnologo comunale Andrea Bolazzi e, soprattutto, dai responsabili di Euroristorazione, l'azienda che serve 3000 pasti al giorno nelle scuole di Busto e il cui contratto con il Comune scadrà alla fine dell'anno scolastico in corso.

Il "Mea Culpa" e la difesa tecnica
L'incontro si è aperto con le scuse istituzionali. «Ci scusiamo, perché il fatto è abbastanza grave e non lo sottovalutiamo – ha esordito l'assessore Colombo – Aumenteremo i controlli e vi chiediamo di non abbandonare la mensa, che ha un valore educativo fondamentale».
Sul banco degli imputati c'era però la ditta di ristorazione. A metterci la faccia sono stati Annalisa Iani, capo area, e il tecnologo Roberto Aggujaro. La linea difensiva dell'azienda si è basata sulla fatalità statistica e sulla difficoltà di intercettare l'infestante.
«Siamo i primi a non volere che queste cose succedano, per noi è un danno d'immagine enorme», ha spiegato Iani. Ma com'è potuto succedere? In attesa che la conferma definitiva arrivi con le analisi, il "colpevole" è il punteruolo del grano, un insetto che si annida all'interno della pasta secca.
«Purtroppo – ha dettagliato Aggujaro – il punteruolo ha la capacità di proliferare in situazioni differenti. E nel caso specifico, si è agganciato sotto l'elica del fusillo, rendendosi quasi invisibile durante la cottura e la scolatura». L'azienda, che ha specificato di aver superato senza problemi un controllo a campione dei Nas datato 6 dicembre, ha affermato di aver eliminato la restante parte della partita di pasta da cui proveniva il pacco "incriminato", così come avrebbe fatto anche il fornitore da cui Euroristorazione aveva acquistato il prodotto.

La polemica sui controlli
Il punto critico sollevato dai genitori è stato il controllo visivo. «Come è possibile che se ne siano accorti i bambini nel piatto e non chi ha scodellato la pasta?» ha chiesto una mamma. L'azienda ha ammesso i limiti del sistema attuale: «Noi lavoriamo su grandi numeri, cuociamo 50 chili di pasta per volta in bollitori automatici. Il controllo qualità attuale prevede la verifica a campione del 10% della produzione. Su 3000 pasti, purtroppo, qualcosa può sfuggire al rischio zero, che nell'alimentare non esiste».
Tuttavia, Euroristorazione ha messo sul piatto la soluzione per il futuro: «D'ora in poi intensificheremo i controlli in modo drastico. Quella percentuale del 10% salirà al 20%, forse al 40%. Sgraneremo la pasta con molta più attenzione prima di servirla. Abbiamo ritirato l'intero lotto di pasta dal magazzino e ci rivarremo sul fornitore della materia prima».

Genitori insoddisfatti: «Mancano le scuse ufficiali»
Se dal punto di vista tecnico le spiegazioni hanno chiarito la dinamica (un'infestazione all'origine della materia prima o nello stoccaggio, sfuggita ai controlli a campione), sul piano emotivo la frattura non si è sanata. A margine dell'incontro, il sentimento diffuso tra le famiglie è che sia mancata una presa di responsabilità empatica immediata.
«Le scuse? Le abbiamo sentite dall'assessore Colombo, ma da Euroristorazione sono arrivate solo quando sollecitate», commenta amaramente una rappresentante dei genitori presente alla riunione. «Non c’è stata una scusa ufficiale immediata, un comunicato alle famiglie il giorno stesso. Capiamo che l'errore può capitare nella filiera, ma la gestione del post-emergenza e la sensibilità verso il disgusto provato dai bambini sono mancate. Questo episodio è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo per una qualità generale che spesso non soddisfa. I capelli nel piatto, anche se spesso non si segnalano, non sono un evento così raro».

L'amarezza della Preside: «Attacchi ingiusti alla mia persona»
Durante il confronto ha preso la parola anche la dirigente scolastica Cristina Parisini, visibilmente provata per la gestione di questi giorni convulsi. La preside ha voluto sottolineare la differenza tra le legittime critiche al servizio e l'accanimento personale. «In questi giorni ho ricevuto varie mail accusatorie, anche nei miei riguardi, da parte di alcuni genitori. Non credo di meritare offese sulla mia persona per come ho operato», ha dichiarato la dirigente, difendendo la scelta di aver gestito l'emergenza con trasparenza e tempestività, pur trovandosi "in trincea" a dover fronteggiare un problema non dipendente dalla scuola.

Si volta pagina?
L'assessore Colombo ha cercato di chiudere l'incontro con una nota di speranza: «Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere appena scattato l'allarme. Ora vigileremo affinché l'impegno sui controlli raddoppiati venga mantenuto».
Da oggi, alla Tommaseo, gli occhi saranno puntati non solo sulla lavagna, ma anche dentro il piatto. Con la speranza che il "punteruolo" resti solo un brutto ricordo.

Giovanni Ferrario