Nella basilica di San Giovanni Battista c’è un’altra basilica, quella di San Pietro, che quest’anno, anno del Giubileo della Speranza, è stata scelta come elemento del presepe.
Nella chiesa bustocca campeggia una grande e particolare rappresentazione della Natività: ad essere stata riprodotta è stata appunto la Basilica costruita sulla tomba di San Pietro, con la piazza antistante, il colonnato del Bernini e i palazzi dietro di esso, con tanto di luci alle finestre.
In mezzo alla piazza, ecco la capanna con Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello che attendono tra la paglia che nella mangiatoia venga deposto Gesù bambino. Dietro, sullo sfondo di un cielo stellato, la luna e la stella cometa.
Nell’allestimento, di notevole fattura, sono state inserite anche le sagome di tante persone che camminano, pregano, alcune con lo zaino in spalla, mentre un folto gruppo si dirige verso la basilica e verso la capanna in sella alla bicicletta.
Tra i numerosi pellegrini che si sono recati a Roma in quest’anno giubilare, c’erano anche tanti bustocchi e tra questi un gruppo giunto ai piedi del “Cupolone” proprio pedalando. La scorsa estate 38 ragazzi tra i 16 e i 23 anni, accompagnati da don Gabriele Bof e da don Paolo Boldrini, coadiutori rispettivamente di Sant’Edoardo e di Sacconago, sono partiti da Busto Arsizio e, attraversando mezza Italia in dieci tappe, tra fatica e sudore, ma anche con l’emozione nel cuore, hanno raggiunto la loro meta una pedalata dopo l’altra.
Sul colonnato del presepe di San Giovanni un cartello in miniatura con il simbolo del Giubileo e la scritta “La Luce della speranza” accoglie chi arriva in Vaticano.
Un altro cartello, questa volta rivolto a chi vuole guardare oggi il presepe, augurando Buon Natale, riporta una citazione tratta dalla lettera apostolica “Admirabile Signum” di Papa Francesco: “Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dunque – si legge ancora - in qualsiasi forma il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino a ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi”.
«Sono stati i genitori che gravitano intorno alla parrocchia a realizzare il presepe, – spiega don Matteo Resteghini, coadiutore dell’oratorio San Luigi e vicario della parrocchia di San Giovanni Battista – si occupano del presepe da alcuni anni e per la costruzione di quello di quest’anno abbiamo chiesto l’aiuto anche di un mio conoscente di San Remigio di Sedriano».
In occasione dell’anno santo tanti genitori e figli si sono recati in pellegrinaggio a Roma: «Volevamo celebrare il Giubileo anche con la rappresentazione della natività» afferma don Matteo. «Facciamo l’albero e il presepe – aggiunge - perché sono simboli che ci parlano del fatto che Gesù è nato per noi ed è luce per noi».