Ieri... oggi, è già domani - 07 dicembre 2025, 06:52

“i froschi'n aia” - “le foglie al vento”

Il freddo, la brina, la neve che forse verrà. Ma anche una benedizione natalizia rocambolesca, una quasi caduta dal balcone e i tempi che cambiano, non in meglio...

Pizzicando qua e là, si viene a scoprire come talune parole assumono un significato "allargato" come quelle che ci ha trasmesso Mamma-Paola, attraverso la figlia, Graziella Enrica Puricelli. Ne discuto con Giusepèn e, anche lui si stupisce degli esempi. "incoeu al fo propi fregiu. Ghe gnu su'n maencu cal buta'n l'aia tuci i froschi" (oggi fa proprio freddo. S'è alzato un ventaccio che getta per aria tutte le foglie" - ecco: il "maencu" per estensione deriva dall'insieme della "burrasca atmosferica" - vale a dire, pioggia, vento, mulinello intorno a ogni ostacolo, turbini e saette e tutto quanto fa "onore" al nome "maencu" che indica ogni tipo di turbolenza atmosferica. Ora, qui, giustamente, mamma Paola, mette in prim'ordine il "maencu" solo per scompaginare le foglie, portarle in giro, costringendo le persone a pulire dove le foglie si posano. In caso d'acqua, di pioggia, sarebbe un disastro. "ul giardèn l'è tul brusò dàa brina geoa. stamattina, al sumèea ca l'ea fiucò; te idaèi che magara'l prima da sia al fioca. Mo, al pioei. su a muntogna ga tia un ventu in giùse Marida, la bella, l'à spusò, monsieur Cucù" - questi ultimi versi, somigliano a una filastrocca e contengono un francesismo d'eccezione, "monsieur" (signore) è portato da noi, ovviamente dai Liguri.  Il giardino è tutto bruciato dalla brina gelata; stamattina sembrava avesse nevicato; vedrai che magari prima di sera, , nevica davvero). .Graziella Enrica non può tacere di mamma "in vena a raccontare cantilene antiche che sentiva da nonna Angiola". Speriamo di riceverle, così, potremmo raccontarle. C'erano addirittura "gambi chi vegnean giù dàa capa dul camèn" (gambe che pendevano dalla cappa del camino).. Tutto ciò, per far star buona mamma Paola quand'era piccina. "Padron cumanda e guarda in l'aia a idè 'na bela gamba". (il padrone comanda e guarda per aria una bella gamba). Vuol dire, poco o nulla, ma si diceva così. (sic)

Ed ecco riaffiorare don Giulio Caldiroli, "don Giuli, predi amisi dàa nonna Angiola, al a gnèa par Natòl par benedì a cò" (don Giulio, prete amico di nonna Angiola, veniva per Natale a benedire le case) "e "'na oelta l'ea dre benedì'l curtil" (una volta, stava benedicendo il cortile)." Na visina da cò, la fea ul "mustè" (una vicina di casa, faceva il "mestiere") - si, insomma, … (soddisfaceva gli uomini, per denaro) e "l'ea foea, pugioa sul balcòn" (era fuori appoggiata al balcone) e "candu'l don Giuli l'à fei a benedizion, l'e burloa giù dul balcon" e (quando don Giulio benediceva è caduta)  e "l'è stei tacoa su a un feru cal pendea dàa ringhea e la usea me na mota" (è rimasta attaccata a un ferro che pendeva dalla ringhiera e urlava come una matta) e "ul curtil se'mpieni da gati da foegu  (fuaseti) e l'e'n dei a finì in naguta." (il cortile si è riempito di insetti-neri ed è andato tutto a finire in niente) poi, mamma Paola sentenzia "a fò dul ben, tel ricevi e chi ga fo dul mo, lu poga e ti, fa non a lurda" (a fare del bene, lo ricevi, e chi fa del male, lo paga e tu, comportati bene). .Segue un 'affermazione di mamma Paola su cui meditare: "ul se" (l'aceto), làa gni da par lu, senza autu" (l'aceto deve maturare da solo, senza artifizi) poi, rivolgendosi ad altri che continuano a chiamare, "suguta non a fregoghi giù'l sudu; s'a ta ciamàn, pascienza, sedanòn ….lassa perdi" (non continuare a  togliere il sudore alla gente; se ti chiamano, pazienza, altrimenti, lascia perdere). N'a oelta, s'à tratea a genti pisse pulidu. Ghea non bisogn da dumandò'n piese, s'à utean tuci" (una volta ci si trattava meglio; non c'era bisogno di chiedere un favore, ci si aiutava tutti). "Ma ragordu a me nona, ca la dea da mangiò ai puaiti; mò, s'a te ghe bisogn a te moi dàa fom" (ricordo nonna che dava del cibo ai poveri; adesso, anche se hai bisogno, puoi morire di fame). "I guardan pissè i can di cristian" (tutelano meglio i cani dei cristiani). "Che mondu e, in bon d'andò in gèesa teme nanca fussi". (che mondo e sono capaci di andare in chiesa, come se nulla fosse) - Mamma Paola non si lascia prendere dallo sconforto, ma da donna energica, capisce benissimo come va il mondo.

Giusepèn ha un guizzo di giovialità, ma non se la ride. Comprende che siamo in un'epoca sconvolgente, rispetto a quando tutti vivevano in un nucleo protetto di socialità (che non è più attuale). Vero che eleviamo il duplice bicchierino di Nocino, ma un pizzico di amarezza, ci coinvolge.

Gianluigi Marcora