Sport - 02 dicembre 2025, 08:00

Un girasole indelebile per Ale: l’artista bustocca Francesca Cassani firma il simbolo della «protesta gentile» a Milano

La fondatrice di NineInThePaint ha realizzato l’opera sul campetto di via Dezza sabato pomeriggio. Un tocco di colore contro l'inciviltà, dipinto "a quattro mani" con il papà del giovane scomparso. «Ho fatto tanti progetti in ambito sociale ma ogni volta è sempre più emozionante»

C’era tutta la Milano del basket (e oltre), sabato pomeriggio 29 novembre, al campetto di via Dezza. Oltre ai messaggi lanciati a distanza da glorie come Dino Meneghin e Dan Peterson, in quel rettangolo di gioco all'aperto c’erano centinaia di cittadini con un fiore in mano, ma soprattutto c’era un simbolo che doveva tornare a sbocciare lì dove l’inciviltà aveva provato a strapparlo. A dare forma e colore a quel gesto di resistenza gentile è stata una mano bustocca: quella di Francesca Cassani.

Graphic designer, urban artist e fondatrice di NineInThePaint, la trentenne di Busto Arsizio – recentemente selezionata da Forbes Italia tra i 100 migliori talenti Under 30 – ha messo la sua arte al servizio della memoria di Alessandro Meszely, il quindicenne scomparso su quel campo nel 2017, e della battaglia della sua famiglia per ricordarlo.

Mentre intorno a lei andava in scena la "protesta dei girasoli" – risposta spontanea al biglietto offensivo lasciato da ignoti contro i fiori che ogni giorno la madre di Ale posizionava per ricordarlo – Francesca ha lavorato sull'asfalto rosso del playground. In tanti in questi giorni, anche grazie al tam tam mediatico visto che la notizia ha avuto risalto sui principali organi di stampa nazionale, a partire dal Corriere della Sera, e anche su “La Giornata Tipo”, la pagina web più conosciuta dell'intero panorama cestistico italiano, sono andati in via Dezza per posizionare un girasole. In molti, da altre parti dello stivale italico, sono arrivati addirittura a commissionarne uno da “remoto” ai fioristi milanesi.

Ma quello che rimarrà per più tempo è frutto della mano (e anche del cuore) di Francesca Cassani. «Sono molto contenta di aver partecipato e di aver realizzato il fiore».

Il dettaglio "segreto": la venatura arancione

L'opera, un girasole dipinto al centro del campo, custodisce un particolare che l'artista ha voluto svelare come un retroscena inedito ed emozionante. Non ha dipinto da sola: accanto a lei si è inginocchiato Giorgio Meszely, il padre di Alessandro.
«Anche il papà di Alessandro – spiega Francesca – ha dipinto con me, realizzando un dettaglio del fiore: la venatura arancione sulla foglia. Gli ho chiesto se volesse fare qualcosa anche lui e mi ha risposto che l'arancione era il colore preferito di suo figlio».
Un gesto semplice, ma carico di significato, che l'artista bustocca, già autrice nella nostra città della riqualificazione del campetto al Parco Brazzelli (in collaborazione con l'associazione MeLa Gioco in ricordo di Niko Sartoni), descrive con delicatezza: «Sembra quasi una sbavatura, ma è un particolare che ha un perché e un significato. Il papà era felicissimo di questa richiesta».

L'emozione di fare del bene

Per Cassani non si tratta del primo intervento a sfondo sociale. Con il suo progetto NineInThePaint ha già lavorato su temi come la violenza di genere o l'inclusione attraverso il Baskin, ma l'energia di via Dezza ha lasciato il segno.
«Ormai ho fatto tanti progetti in ambito sociale – riflette l'artista – ma nonostante in ogni contesto ci siano sempre tante persone che partecipano e supportano, ogni volta è sempre più emozionante. È un calore che dà sempre qualcosa di nuovo».

La sua presenza a Milano è la testimonianza di come l'arte urbana possa diventare uno strumento di cura per la comunità. «La cosa bella di questi progetti è che per fortuna non muoiono mai – sottolinea Francesca –. C’è sempre qualcuno pronto a fare del bene, e non solo chi si comporta come la persona che toglieva il girasole della mamma di Alessandro, rompendo quello che era un bisogno di una famiglia, colpita da un lutto così importante».

Il girasole di sabato potrebbe essere solo l'inizio di una rinascita per quel playground ferito. L'artista di Busto Arsizio non nasconde il desiderio di fare di più in futuro: «La speranza – conclude – è di poter ridipingere tutto il campo con un fiore più grande», un modo per lasciare un segno ancor più visibile.

Intanto, grazie a Francesca e alla bontà di tutte le persone che hanno preso a cuore la vicenda, in via Dezza a Milano è nato un fiore che ora nessuno potrà più strappare.

Giovanni Ferrario