Il progetto “Busto sicura – La città che vogliamo” è entrato nella sua fase più intensa. Alla sala Tramogge dei Molini Marzoli, i liceali di The International Academy (la scuola superiore quadriennale bilingue di ACOF Olga Fiorini) hanno incontrato un serie di esperti per iniziare ad analizzare la situazione territoriale e per ricevere gli stimoli giusti per la costruzione di proposte utili a migliorare la sicurezza.
I giovani sono stati accolti dall’assessore Matteo Sabba e dalla presidente del Consiglio comunale Laura Rogora (accompagnata dal consigliere Orazio Tallarida), i quali hanno sottolineato il ruolo decisivo che le nuove generazioni possono svolgere per provare a costruire una città più sana e vivibile.
Poi la parola è passata ai tecnici. il comandante della polizia locale, Stefano Lanna, ha descritto nel dettaglio il funzionamento dei servizi di controllo, evidenziando le responsabilità in capo ai vigili anche su questo versante. Il tema della percezione soggettiva è stato al centro del discorso del criminologo Cristiano Chiti che ha evidenziato come la sensazione di insicurezza sia spesso dovuta al degrado o alla mancanza di cura e illuminazione. Per la sociologa e criminologa Simona Tozzi proprio la riconquista delle zone degradate delle nostre città è il primo passo per invertire la rotta, mentre l’avvocato Davide Mantovan ha voluto porre l’accento sull’atteggiamento che ogni singolo deve tenere nel gestire le situazioni di pericolo, nella consapevolezza che ciascuno di noi è il primo responsabile della propria sicurezza. Antonio Lotito, già comandante di polizia locale e presidente dell’Associazione nazionale Carabinieri di Legnano, ha invece illustrato gli ultimi decreti con le normative in carico ai gestori dei locali, perché sono spesso questi i luoghi in cui si registrano risse e violenze fra giovani. Il senso degli interventi è stato racchiuso in una citazione della scrittrice Jane Jacobs: «L’ordine pubblico non è mantenuto principalmente dalla polizia, per quanto questa sia necessaria, ma da una rete spontanea di controllo sociale esercitato dagli stessi cittadini».
Il progetto “Busto sicura”, rivolto a circa 200 studenti e sviluppato in collaborazione con l’assessorato alla Sicurezza del Comune di Busto Arsizio, proseguirà per tutta l’annata scolastica e porterà al varo di proposte concrete, com’è nello stile della struttura educativa diretta da Mauro e Cinzia Ghisellini.
Attraverso un questionario rivolto a tutti i ragazzi delle scuole cittadine - dalla seconda media all’ultimo anno di superiori – i liceali dell’Academy definiranno una mappa puntuale dei luoghi sensibili per la presenza di baby gang, attività di spaccio e violenze in genere. Ma non solo: questa cartina diventerà successivamente digitale, rappresentando l’elemento centrale di una App per telefoni cellulari con cui tutti i cittadini potranno fare segnalazioni in tempo reale di problemi e pericoli. La collaborazione con il comando di polizia locale bustese consentirà di avere un filo diretto per organizzare verifiche e interventi.
Un progetto, quello coordinato dalla preside Laura Papini e dalla referente di educazione civica Monica Gorrasi, che punta sull’ascolto dei giovani e ad intercettare la loro voglia di rendere più sicura la città.