«“Ti credo. Non è colpa tua. Non sei sola”. Sono parole semplici, ma per una donna che vive violenza possono rappresentare la prima vera breccia verso la libertà».
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre oggi, 25 novembre, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Romana Dell’Erba interviene con una riflessione sulle politiche lombarde, ma anche sul clima emerso nelle manifestazioni svoltesi nelle ultime ore.
«Ogni storia di violenza è diversa, ma ogni donna ha diritto allo stesso rispetto, allo stesso ascolto e alla stessa protezione», osserva Dell’Erba, che questa mattina ha partecipato all’inaugurazione dell’installazione “Donne in rosso” nel piazzale di Palazzo Pirelli, sede del Consiglio lombardo.
«Molte donne che subiscono violenza vivono nell’isolamento, nel dubbio, nella paura di non essere credute. Per questo è fondamentale che la società intera, dalle istituzioni ai cittadini, sappia offrire un messaggio chiaro: la violenza non è mai colpa della vittima. La responsabilità appartiene esclusivamente a chi la esercita».
L’emergenza
I dati descrivono la gravità del fenomeno. Anzi, dell’emergenza: «Gli ultimi numeri del ministero dell’Interno parlano di 77 donne uccise in Italia nei primi nove mesi dell’anno. In Lombardia i centri antiviolenza hanno accompagnato oltre 6.300 donne nel 2024. Sono cifre che impongono sobrietà, ascolto e responsabilità», rimarca Dell’Erba.
Per quanto riguarda le prese in carico, dai flussi Istat emerge che nel 2024 in Lombardia 6.342 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza, in aumento rispetto alle 5.810 del 2023.
Tra i dati principali rilevati: 54,4% delle donne prese in carico ha figli minori; nel 39,4% dei casi i minori hanno assistito alle violenze.
Le forme di violenza più diffuse sono quella psicologica (30,5%) e quella fisica (23%). Gli autori sono per lo più mariti (30,5%), conviventi ed ex conviventi. Nella nostra regione il 36,7% delle segnalazioni riguarda autori di origine straniera, dato superiore alla media nazionale.
Dietro questi numeri ci sono persone vere, donne, storie di paura, tragedie ma anche possibilità di rinascita. L’aiuto delle istituzioni è fondamentale: «Regione Lombardia sostiene concretamente le donne che subiscono violenza – evidenzia il consigliere Dell’Erba –. Investimenti strutturali, servizi capillari sul territorio, case rifugio, formazione degli operatori, percorsi di autonomia economica e alloggi sicuri per chi deve ricostruire la propria vita. È una strategia che mette al centro la persona e che non si riduce a slogan».
In particolare, nel 2025 Regione Lombardia ha collaborato con i principali soggetti coinvolti nella prevenzione e nel contrasto della violenza contro le donne, assicurando un supporto costante e diffuso alle 27 reti territoriali, ai 56 centri antiviolenza e alle 173 case rifugio presenti sul territorio. Per sostenere questo modello e per consentirne il buon funzionamento Regione ha investito, da inizio legislatura, oltre 39 milioni di euro, tra risorse regionali e nazionali.
La forza dell’arte
Accanto agli imprescindibili aiuti più concreti, anche la comunicazione gioca un ruolo importante nel far sapere alle donne che non sono sole.
E la potenza dell’arte, in questo senso, può contribuire ad alimentare riflessioni e consapevolezza.
Per questo, in mattinata il consigliere Dell’Erba ha preso parte con i colleghi all’inaugurazione dell’installazione “Donne in rosso” dell’artista Elend Zyma: al Pirellone oltre cento manichini rossi che ricordano che dietro ogni numero c’è una vita spezzata.
105 figure femminili senza volto dipinte di rosso, disposte nel piazzale di Palazzo Pirelli a rappresentare le vittime di violenza contro le donne, trasformando numeri astratti in corpi concreti.
Durante la cerimonia è stata data una pennellata di rosso a due manichini bianchi. Una metamorfosi che, ha spiegato l’artista Elend Zyma, vuole trasmettere «un messaggio chiaro e urgente: quei due corpi rappresentano tutte le donne che stanno subendo violenza ora. Sono il segno che la violenza non è solo memoria o denuncia, ma un dramma che continua ad accadere in questo preciso momento».
«Un’opera dal forte impatto emotivo che sarà visibile da piazza Duca d’Aosta fino al 2 dicembre», sottolinea Dell’Erba.
«No agli slogan estremistici»
Il consigliere di Fratelli d’Italia si concentra anche sul clima emerso nel corso di recenti manifestazioni. «La violenza sulle donne è un tema troppo serio per essere trasformato in un palco ideologico – afferma Dell’Erba –. Il messaggio apparso nel corteo romano del collettivo Non una di meno, che invoca “melonicidi”, supera ogni limite. È un attacco vile verso il presidente del Consiglio e, più in generale, verso il principio stesso di rispetto reciproco. Una giornata simbolica è stata sfruttata per diffondere odio: questo è inaccettabile».
Conclude Dell’Erba: «Le donne hanno bisogno di politiche efficaci, non di manifesti d’odio. La battaglia contro la violenza richiede maturità istituzionale, non estremismi. Come Fratelli d’Italia continueremo a lavorare perché ogni donna possa sentirsi protetta, ascoltata e rispettata. Non accetteremo che la violenza venga banalizzata o strumentalizzata nelle piazze».