Un furto in pieno giorno, avvenuto nella giornata di ieri, domenica 23 novembre, nel cuore della città, che poteva avere conseguenze ben più gravi. È la brutta esperienza capitata a Elisa Antonuccio e alla sua famiglia, che hanno visto la loro auto forzata in via Sant’Ambrogio e si sono poi trovati i ladri a citofonare a un vecchio indirizzo, nel tentativo di compiere un sopralluogo per un possibile furto in abitazione.
La vicenda, denunciata ai Carabinieri, è stata raccontata dalla stessa vittima per mettere in guardia i concittadini. Tutto è iniziato nel pomeriggio di ieri, domenica, quando la famiglia ha parcheggiato l’auto, una Renault Arkana di recente immatricolazione, tra le 15:30 e le 17:00. Un lasso di tempo in cui, nonostante la centralità della via e il viavai di persone, qualcuno ha agito indisturbato.
«Secondo me, ci hanno seguiti - racconta Elisa, convinta che i malviventi abbiano atteso il momento giusto per entrare in azione - Non puoi pensare di aprire una macchina in quel modo senza seguire i proprietari e assicurarti che non tornino da un momento all'altro». I ladri hanno forzato la portiera facendo leva, un danno che la famiglia ha notato solo in un secondo momento. Dall’abitacolo sono stati rubati alcuni effetti personali, tra cui, come si capirà più tardi, le chiavi di casa e il telecomando del cancello, lasciati nel vano portaoggetti.
La scoperta del furto è avvenuta solo in seconda serata, una volta rientrati a casa. «Quando abbiamo cercato di aprire il cancello ci siamo accorti che mancava il telecomando e, successivamente, anche le chiavi di casa. Lì per lì non ci abbiamo dato peso, abbiamo trovato le chiavi di scorta». La conferma che qualcosa non andava è arrivata poco dopo, quando aprendo il bagagliaio si sono accorti che mancava anche una giacca appena acquistata. Il sospetto che si trattasse di un furto e non di una semplice disattenzione ha iniziato a farsi sempre più consistente.
Ma la parte più inquietante della vicenda doveva ancora arrivare. Intorno alle 22:30 della stessa sera, un individuo (solo ma probabilmente con almeno un complice seduto in audio ad aspettarlo) si è presentato alla vecchia residenza del compagno della donna, il cui indirizzo era riportato sul libretto di circolazione dell’auto. Ha citofonato al padre di lui con una scusa: «Ha chiesto se la casa fosse in affitto». Un chiaro tentativo di verificare se le chiavi in loro possesso corrispondessero a quell'abitazione e se ci fosse qualcuno all'interno.
«Mi chiedo come sia possibile aprire un’auto con un piede di porco o comunque una leva in pieno centro» commenta con amarezza la protagonista. Dopo aver sporto denuncia, la famiglia ha immediatamente provveduto a cambiare la serratura della propria abitazione. Resta lo spavento e la rabbia per una violazione che avrebbe potuto trasformarsi in un incubo. «La toppa è stata cambiata» ha scritto la donna in un messaggio rivolto ai ladri, «e la cosa più costosa che avete rubato è una giacca che per fortuna possiamo ricomprarci, ma nel caso voleste tornare a trovarci vi aspettiamo, così mi spiegate quanto dovete essere piccoli ed insignificanti per seguire una famiglia con due bambini e rubare delle chiavi di casa».