Busto Arsizio - 20 novembre 2025, 17:45

Nel nome delle arti visive: Busto in cattedra a Brera

Cinema, pittura, scultura fra incroci, narrazioni e dialoghi al centro della masterclass tenuta da Paolo Castelli al Centro Internazionale della prestigiosa istituzione, su invito della storica e critica dell’arte Rachele Ferrario. Il saluto del direttore della Pinacoteca, Angelo Crespi

Nel riquadro, da sinistra, Paolo Castelli, Angelo Crespi, Rachele Ferrario

Tre bustocchi a Brera. Nulla di strano se non fosse per il fatto che i tre convenuti al Centro Internazionale della prestigiosa istituzione non erano studenti o visitatori estemporanei. Rachele Ferrario, storica e critica dell’arte, in Accademia ha la cattedra in Fenomenologia delle arti contemporanee; Paolo Castelli, esperto di cinema, insegna all’Icma e al Politecnico di Milano (Storia dell'arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva); Angelo Crespi è direttore della Pinacoteca. Oggi, 20 novembre, si sono trovati nella stessa aula. Merito della masterclass che la professoressa Ferrario ha affidato a Castelli: “Cinema e pittura – Dialoghi tra arti visive”, appuntamento che ha richiamato Crespi per un saluto. Un intervento, il suo, allargatosi al patrimonio di Brera, a pilastri come Andrea Appiani e Francesco Hayez, fondativi dell’identità culturale milanese e accademica. A Canova, artista ideatore di un “classico metafisico”, diverso da quello storico, greco, colorato.

«L’idea, l’esigenza – fa presente Rachele Ferrario, ormai milanese ma divertita dall’alto tasso bustocco dell’incontro – è rivisitare una disciplina, un sapere considerandolo da punti di vista diversi, affidandosi a intelligenze differenti. Ne può nascere un racconto, il mezzo linguistico è fondamentale, che tocca tanti strati e tante esperienze, che evidenzia relazioni. Come è successo oggi: gli studenti, numerosi e partecipi, hanno apprezzato una carrellata di film straordinari, i cui artefici e oggetti sono connessi a vario titolo alla pittura e alla scultura».

La scaletta seguita da Castelli è stata una carrellata per temi (repertorio iconografico, citazioni, oggetti-quadri, biografie, luoghi..), cineasti (fra gli altri Kubrick, Rohmer, Visconti, Pasolini, Lang, Preminger, Scorsese…), film (Barry Lyndon, Senso, La ricotta, La donna del ritratto, Frida, Brama di vivere, Caravaggio, Big eyes...)  e artisti che hanno frequentato il cinema come terreno per ampliare i confini della propria opera: Warhol, Man-Ray, Léger, Schifano, Greenaway… Castelli ha proposto una ricca selezione di sequenze, una quindicina. Sintetizza e sorride: «Ho fatto vedere molte cose e ho parlato il giusto, cioè poco. In pratica ho fatto il v-jay».

Stefano Tosi