“Educhiamo in città” torna al Museo del Tessile. L’appuntamento per le famiglie di bambini in età compresa tra 0 e 6 anni è fissato per sabato 22 novembre, dalle 9 alle 13. Tutte le realtà educative di Busto (nidi, sezioni primavera, scuole dell'infanzia) saranno presenti con propri stand nelle sale gemelle della storica struttura, per incontrare e informare, così da favorire una scelta consapevole da parte delle famiglie.
«Parliamo di servizi un po’ sottovalutati, forse perché non si danno voti a bambini così piccoli» ha ipotizzato, nella conferenza stampa di presentazione, l’assessore alle Politiche Educative Chiara Colombo (l’iniziativa è organizzata dal Comune con il Coordinamento Pedagogico Territoriale). «Eppure – ha aggiunto – parliamo di servizi utili alle famiglie e di un'età cruciale, di anni in cui si apprendono e si iniziano a vivere certi valori, in cui nascono interessi che crescono e si consolidano nel tempo. Ogni struttura ha caratteristiche che i genitori, grazie a “Educhiamo in città”, possono conoscere e approfondire e con facilità, essendo messe a disposizione in un unico luogo».
Per giunta in una data non casuale, a distanza ravvicinata dal 20 novembre, Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ovviamente l’iniziativa si aggiunge ai singoli open day che i servizi educativi (statali, privati e convenzionati) organizzano autonomamente, anche per fare toccare con mano gli ambienti a mamme e papà.
A “Educhiamo in città”, Davide Onlus offrirà anche consulenze pedagogiche gratuite. Preziose, spiega la direttrice Beatrice Masci perché «…è fondamentale lavorare sulle relazioni familiari. E i genitori di bambini in quella fascia d’età sono più ricettivi, più disponibili ad ascoltare». Per e con i più piccoli sarà al lavoro l’associazione Oblò. «Li coinvolgeremo – anticipa l’arteterapeuta Elisa Carnelli - in laboratori artistici, narrazioni con kamishibai e psicomotricità, a tema supereroi».
«In prospettiva - la sottolineatura di Romina Rossi, presidente Coordinamento pedagogico territoriale - è lavorare anche per favorire le fasi di passaggio, nella fascia 0-6 e verso la scuola elementare. Perché i servizi di cui parliamo non sono un deposito ma un momento fondamentale, in cui si avviano interessi e relazioni, con insegnanti competenti che si mettono in gioco e mettono in moto i bambini». «L'ottica - sottolinea la coordinatrice, Graziella Nossa - deve essere quella dell'integrazione, del superamento di una logica fondata su compartimenti stagni».