«Ghe sem propi, ci siamo proprio, anche sul tema dell’Autonomia». Ha esordito così, a Palazzo Lombardia, in occasione della firma, alla presenza del ministro Roberto Calderoli, della pre-intesa sulle prime materie concernenti l'Autonomia differenziata, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ricordando un altro varesino, il suo predecessore, Roberto Maroni, come «artefice di un percorso che ora acquisisce concretezza».
Una citazione, quella di Fontana, accompagnata da un lungo applauso. «Fu lui – ha aggiunto – ad avere la grande intuizione e il coraggio di promuovere il referendum del 22 ottobre 2017, grazie al quale diventò chiara e forte la volontà popolare dei lombardi, di cui tutti i governi che si sono succeduti hanno dovuto tenere conto».
La pre-intesa firmata dal governatore e dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie riguarda quattro materie: protezione civile, professioni, previdenza complementare e integrativa e la parte della sanità che interessa il coordinamento della finanza pubblica.
A Palazzo Lombardia, sede della giunta lombarda, c'erano anche, tra gli altri, il sottosegretario regionale con delega all’Autonomia, Mauro Piazza, e l'eurodeputata Isabella Tovaglieri.
«Con la firma di oggi, l’autonomia della Lombardia segna un punto fondamentale del percorso verso una strada ormai tracciata, che stiamo convintamente percorrendo - dichiarano il segretario provinciale della Lega di Varese Andrea Cassani, il consigliere regionale Emanuele Monti, il deputato Stefano Candiani e l’europarlamentare Tovaglieri -. Queste pre-intese sono lo spartiacque verso quella autonomia che assieme al federalismo, per noi leghisti, è la madre di tutte le battaglie. Più autonomia vuole dire più efficienza, più capacità di rispondere alle esigenze dei territori, più efficienza e più libertà dai vincoli dello stato centrale. Ora inizia il cammino per portare a pieno compimento tutte le intese. La Lega è assolutamente determinata a conquistare questo obiettivo condiviso a ogni livello, tanto dai nostri rappresentanti nelle istituzioni, quanto dai nostri sostenitori».