Territorio - 16 novembre 2025, 17:28

Anche il ministro Giorgetti visita la mostra dedicata al lago e ai suoi pescatori: «Scatti che raccontano una comunità che ha resistito»

Accompagnato dalla mamma, la signora Angela Monti, il ministro ha fatto tappa a sorpresa a Villa Benizzi Castellani di Azzate, dove è in corso l'esposizione degli scatti fotografici di Mario Chiodetti “Il lago perduto”. Giorgetti si è intrattenuto con l'autore e ha lodato l'iniziativa: «La memoria della pesca, che va coltivata se no si perde per sempre. Ringrazio chi l’ha voluta, chi ha fatto le fotografie e i protagonisti, tanti dei quali non ci sono più»

Il ministro Ginacarlo Giorgetti insieme all'autore delle foto, Mario Chiodetti, e alla madre Angela Monti

A Villa Benizzi Castellani, sede del comune di Azzate e della mostra “Il lago perduto” (leggi QUI l'articolo), con le fotografie di Mario Chiodetti dedicate ai pescatori del lago di Varese, oggi è arrivato un ospite illustre, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, figlio di Natale, storico presidente della Cooperativa Pescatori

Giorgetti si è intrattenuto con l’autore delle fotografie, scattate vent’anni fa e pubblicate nell’omonimo libro oggi introvabile, con Mariangela Bossi, sorella di Daniele, l’ultimo giovane pescatore scomparso tragicamente nel 2019, e con Giacomo Tamborini, vice sindaco di Azzate e fautore della mostra, inaugurata sabato alla presenza di un foltissimo pubblico.

Accompagnato dalla mamma, la signora Angela Monti, Giorgetti ha lodato l’iniziativa soffermandosi sulle singole fotografie e commentandole aggiungendo anche particolari inediti sulla vita dei pescatori.

«Questi scatti realizzati oltre vent’anni fa in realtà ci riportano indietro di 300 anni, è una proiezione, con grande rispetto, del medioevo nell’età moderna. Raccontano di una comunità che ha resistito finché ha potuto con la sua storia e le sue tradizioni, poi l’inquinamento ha messo il sigillo a tutto ciò», ha detto Giancarlo Giorgetti.

«È bello è giusto organizzare mostre come questa, so che verranno anche le scuole a omaggiare la memoria della pesca, che va coltivata se no si perde per sempre. Ringrazio chi l’ha voluta, chi ha fatto le fotografie e i protagonisti, tanti dei quali non ci sono più. Esco ancora in barca sul lago, ma non pesco, e la tappa all’Isolino è dovuta. Diciamo che adesso l’isola è deserta e abbandonata ma chissà, la storia riserva sempre delle sorprese».

Redazione