Busto Arsizio - 14 novembre 2025, 10:42

«Un’altra scuola è possibile». Corteo degli studenti a Busto

«Non siamo in piazza per saltare la scuola, ma per costruirne una nuova, pubblica, inclusiva, che educa e non addestra», le rivendicazioni dei ragazzi. Cori contro la premier Meloni e il ministro Valditara. Sostegno alla causa palestinese

Gli studenti tornano in piazza a Busto Arsizio. Dopo il corteo di inizio ottobre per la Palestina (leggi qui), questa mattina un centinaio di ragazzi e ragazze delle scuole della città ha marciato nuovamente per il centro cittadino. Partiti da via Manara, davanti al liceo artistico Candiani, hanno poi raggiunto il parco del Museo del Tessile.
«Un’altra scuola, un altro mondo è possibile» è lo slogan scelto dall’Unione degli Studenti, promotrice dell’iniziativa a livello nazionale, e riportato sullo striscione che ha aperto il corteo. 

Lo sciopero è stato organizzato nella Giornata internazionale dello studente. Costo dello studio alla portata di tutti, accessibilità e sicurezza degli edifici scolastici, introduzione di un’educazione sessuo-affettiva inclusiva, interruzione di ogni collaborazione tra scuole e aziende «complici del genocidio in Palestina». Queste le rivendicazioni al centro dell’iniziativa.

«Siamo tutti antifascisti! Siamo tutti antisionisti!», l’urlo che ha aperto la manifestazione. Prima tappa in piazza Garibaldi, dove gli studenti al microfono hanno contestato la riforma del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: «Immagina una scuola che “addestra” al lavoro, non che educa alla partecipazione e allo spirito critico».
Presa di mira nei cori anche la premier Giorgia Meloni, oltre allo stato di Israele. 

Contestazione per i «tagli ai fondi per la scuola pubblica» e i «miliardi per il riarmo». «Non siamo in piazza per saltare la scuola, ma perché vogliamo costruire una scuola nuova, pubblica, inclusiva, che educa e non addestra, che aiuta gli studenti a diventare cittadini consapevoli e non lavoratori rassegnati e sottomessi alle regole imposte».

Il corteo si è poi fermato davanti al municipio, dove i ragazzi hanno rivendicato «borse di studio reali, gite scolastiche come momenti di crescita per tutta la classe, non come privilegio per pochi», lamentando i costi elevati di libri e mezzi pubblici. Gli studenti hanno quindi fatto tappa davanti al liceo classico Crespi, prima di raggiungere il parco del Museo del Tessile, sotto gli occhi di Polizia di Stato e Polizia locale.

R.C.