Politica - 10 novembre 2025, 14:28

Astuti (Pd): «Serve un Piano regionale demenze per affrontare l’emergenza che cresce»

In Lombardia oltre 190mila persone convivono con la demenza e 160mila con decadimento cognitivo lieve. Il consigliere regionale chiede alla Giunta di accelerare su prevenzione, diagnosi precoce e potenziamento dei centri dedicati

«Nel nostro Paese ci sono 1 milione e 480mila persone con demenza, destinate, secondo le stime, a diventare 2 milioni e 300mila entro il 2050: ben il 55% in più rispetto a oggi. In Lombardia si stimano oltre 190mila pazienti affetti da demenza, cui si aggiungono circa 160mila persone con decadimento cognitivo lieve (Mild cognitive impairment). Numeri destinati a crescere in ragione del progressivo invecchiamento della popolazione. Di fronte a questi dati, Regione Lombardia deve attrezzarsi al più presto per reggere a un impatto sociale ed economico che sarà davvero importante» ad affermarlo è il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti, che spiega: «Sul tema il nostro gruppo ha presentato un’interrogazione, a firma del consigliere Davide Casati, per fare il punto sugli interventi regionali e sollecitare la Giunta a dar seguito ai nostri ordini del giorno approvati in aula nei mesi passati. 

Negli anni scorsi sono stati predisposti alcuni importanti strumenti normativi, tra cui l’adozione del Piano di attività triennale 2024-2026 per l’utilizzo del Fondo Alzheimer e demenze, con una dotazione complessiva pari a 3.923.877,15 euro, la definizione delle caratteristiche dei Centri per i disturbi cognitivi e demenze (Cdcd) e della loro organizzazione in rete e il documento tecnico “Gestione della persona con disturbi cognitivi e demenze”, con cui sono stati individuati i Cdcd lombardi. Ancora manca un Piano regionale demenze, necessario ad assicurare ai pazienti una governance attuale e integrata con i più recenti sviluppi scientifici, terapeutici e tecnologici, oltre che a garantire equità di accesso alle cure sull’intero territorio lombardo. La Giunta regionale ha ammesso di essere in attesa dell’aggiornamento del Piano nazionale demenze, a cui stanno lavorando Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, per poi recepirlo e adattarlo al territorio».

«Ora - sottolinea Astuti - ci sono alcune azioni da mettere in campo, concentrandosi su prevenzione e diagnosi precoce, il potenziamento dei Cdcd e l’integrazione ospedale–territorio. Come avevamo chiesto con alcuni ordini del giorno, è necessaria la formazione dei medici di famiglia, l’accessibilità ai servizi e il coinvolgimento delle associazioni di pazienti per quanto riguarda la prevenzione e la diagnosi precoce e, a livello organizzativo, anche sull’integrazione del geriatra in pronto soccorso e negli ambulatori di ospedali e Case di comunità, oltre che sul sostegno alle “Dementia friendly community” per sensibilizzare sull’importanza dell’inclusione delle persone con demenze e decadimenti cognitivi».

c. s.