Politica - 27 ottobre 2025, 17:23

Europa, Anci Lombardia propone al Ministro Foti un laboratorio sperimentale per sostenere i Comuni nell’utilizzo delle risorse comunitarie

Raffaele Cattaneo, Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni internazionali ed europee: «La programmazione dei fondi di coesione deve restare a livello territoriale. Solo così potremo continuare a costruire un’Europa in cui i territori siano protagonisti»

Il futuro delle politiche di coesione, le prospettive dei fondi europei diretti e le sfide per lo sviluppo territoriale sostenibile sono stati al centro dell’incontro “Politiche di coesione, fondi europei diretti e sviluppo territoriale”, svoltosi oggi presso la sede di ANCI Lombardia, alla presenza, tra gli altri, del Presidente di ANCI Lombardia, Mauro Guerra, del Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, e del Sottosegretario alla Presidenza con delega alle Relazioni internazionali ed europee di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo.

I lavori, moderati da Matteo Bianchi, Vicesegretario aggiunto di ANCI Lombardia e Membro del Comitato Europeo delle Regioni, sono stati aperti da Rinaldo Mario Redaelli, Segretario Generale di ANCI Lombardia, che ha evidenziato come l’evento vuole “fare il punto su quanto fatto e quanto rimane da fare sul PNRR”, tema in merito al quale “la nostra Associazione in questi anni ha lavorato, creando un Centro di competenze ed è ora pronta a raccogliere nuove sfide perché i Comuni hanno compreso che è fondamentale attingere alle risorse comunitarie”.

Il confronto istituzionale
Prima a intervenire nel panel dei relatori è stata Kata Tüttő, Presidente del Comitato Europeo delle Regioni, che ha evidenziato come nel Comitato “ci si confronta su come progettare l’Europa del futuro, scambiando proposte per capire come le Regioni possano entrare in questa partita”. Per Tüttő, inoltre, la politica di coesione, aiutando i percorsi di sviluppi dei Paesi, deve avere una visione di lungo termine e che deve essere legata a progetti non immediati.

Mauro Guerra, Presidente di ANCI Lombardia, ha ricordato come “i Comuni hanno dimostrato di essere in grado di realizzare opere e progetti strategici per le proprie comunità. Ora serve una nuova stagione di politiche pubbliche che valorizzino questa esperienza e la traducano in un protagonismo stabile dei territori nella definizione e nell’attuazione delle politiche di coesione e dei fondi diretti europei.” Guerra ha evidenziato come la prossima programmazione europea 2028-2034 dovrà riconoscere e sostenere la capacità dei Comuni di promuovere sviluppo sostenibile, inclusione sociale, innovazione e transizione verde, attraverso strumenti flessibili e un reale approccio multilivello, e ha aggiunto la necessità di guardare “al futuro con la consapevolezza che servono competenze, risorse e reti di cooperazione sempre più solide. I Comuni non possono essere lasciati soli: dobbiamo costruire insieme, con Regioni, Province, Stato e Unione Europea, una governance che metta al centro i territori e i cittadini, valorizzando le specificità locali e favorendo l’accesso ai fondi europei diretti”.

Questa iniziativa si inserisce nel percorso con cui ANCI Lombardia, attraverso la proposta di un laboratorio sperimentale che coinvolgerà il Ministero per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, Regione Lombardia e la stessa ANCI Lombardia, intende accompagnare i Comuni verso la nuova fase delle politiche europee, fornendo un monitoraggio di quanto realizzato, l'analisi degli effetti generati, la necessità di ulteriore assistenza tecnica, formazione e strumenti di progettazione integrata per affrontare la conclusione delle fasi del Pnrr e le future sfide della competitività, della coesione territoriale e della sostenibilità. 

“Le esperienze del Pnrr non devono rappresentare un punto di arrivo, ma un punto di partenza – ha concluso Guerra –. Vogliamo che il capitale di competenze, relazioni e progettualità costruito in questi anni diventi il motore di una nuova stagione di coesione, in cui la Lombardia e i suoi Comuni continuino a essere protagonisti di un’Europa più vicina ai cittadini e alle comunità locali”.

Il Ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione Tommaso Foti è intervenuto dichiarando che “il Governo Meloni è favorevole alla semplificazione amministrativa e a mantenere la coesione staccata dal fondo nazionale e regionale, naturalmente con delle condizioni che non siano preclusive per la realizzazione di obiettivi che i territori individuano. Non si può pensare di centralizzare questi obiettivi, perché ogni regione, anche quelle confinanti, ha le proprie specificità. Inoltre, il modello del Pnrr va assimilato per gli aspetti positivi -come il rispetto dei tempi - e dobbiamo cercare, soprattutto nell’ambito della coesione, di anticipare non solo la programmazione ma anche l’esecuzione degli interventi”.
Il Ministro ha inoltre manifestato il suo interesse alla creazione di un laboratorio sperimentale in Lombardia come proposto dal Presidente Guerra.

La parola è quindi passata a Raffaele Cattaneo, Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni internazionali ed europee, che ha dichiarato di aver “ascoltato con grande apprezzamento la posizione espressa dal Ministro Foti, che ha ribadito la necessità di mantenere a livello territoriale la programmazione e la gestione dei fondi di coesione. Come Regione Lombardia, da tempo, ci battiamo affinché questo principio venga preservato. Siamo certi che il Governo saprà dare seguito concreto a questa impostazione e che, nel prosieguo della trattativa, difenderà con convinzione questa linea, per noi indispensabile per non contrapporre competitività e coesione e per continuare a costruire un’Unione europea in cui i territori siano protagonisti, come tutte le indagini confermano essere il desiderio dei cittadini europei”.

Il confronto istituzionale si è concluso con l’intervento di Marco Fusaro, Coordinatore della Delegazione Italiana al Comitato delle Regioni, che ha illustrato i programmi e le azioni che vedono impegnati i delegati in questi mesi, evidenziando come “se i Comuni e le Regioni vogliono giocare una partita importante devono giocare una partita unitaria”.

Futuro politiche di coesione e fondi diretti
La mattinata è proseguita con un confronto sui nuovi scenari europei, aperto dall’intervento di Francesco Monaco, Responsabile del Dipartimento supporto ai Comuni e Politiche Europee di IFEL, per il quale “l’Europa senza coesione non esiste”. Passando al Pnrr, Monaco ha osservato che la misura straordinaria ha retto, soprattutto grazie a una produzione legislativa ordinaria a supporto, mentre “la politica di coesione ha sempre vissuto in un isolamento preoccupante”, tanto che i programmi della coesione, almeno fino al 2029, “continueranno a procedere in un contesto slegato da tutto il resto”.

Dalla Città di Milano ha preso la parola Arianna Censi, Assessora alla Mobilità e Membro del Comitato Europeo delle Regioni, che ha voluto sottolineare come “il Comitato è uno strumento straordinario per trovare un punto di equilibrio per la gestione amministrativa e la gestione ottimale delle risorse. Pertanto, è fondamentale che questo strumento sia conosciuto”.

Le sfide d’interesse per i Comuni
Si è quindi passati a riflettere sulle sfide più importanti per i Comuni, evidenziando tra le principali questioni aperte la casa, la gestione delle acque e i servizi pubblici.

In apertura della sessione, è intervenuto Maurizio Cabras, Coordinatore del Dipartimento Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Edilizia di ANCI Lombardia, che, partendo da quanto realizzato in questi anni dall’Associazione sul tema del Pnrr, ha evidenziato che l’azione potrà proseguire mettendo a disposizione un laboratorio che si candida a diventare un punto di riferimento a livello regionale anche per il futuro delle politiche europee.

Sulle questioni in agenda dei Comuni, Juri Franzosi, Direttore Generale di Lombardini 22, ha affrontato il tema dell’abitare evidenziando come la questione si stia sempre più classificando quale emergenza, vista l’impossibilità, soprattutto per i giovani, di trovare soluzioni all’esigenza abitativa. Pertanto, per Franzosi, “la casa è la nuova frontiera della coesione, perché, se vogliamo attrarre i giovani dobbiamo capire dove farli vivere. Serve pertanto una politica dell’housing che deve essere sostenuta anche con fondi europei”.
Le dinamiche relative alla gestione dei servizi pubblici locali sono state affrontate da Raffaele Pini, Portavoce di Water Alliance, che ha dichiarato come il Pnrr abbia aiutato a “intervenire sulla rete idrica e a migliorare la qualità dell’acqua depurata”, permettendo così anche di garantire ai cittadini “un’acqua a prezzo contenuto”. 

L'internazionalizzazione del territorio lombardo
In merito alle peculiarità lombarde nel contesto europeo, Vincenzo Salvatore, Professore dell’Università degli Studi dell’Insubria, ha sottolineato la positiva collaborazione con le università, poiché esse “sono un partner fondamentale nella promozione dello sviluppo”. Riflettendo sul futuro dell’Unione, Salvatore ha considerato che “l’Europa non è Robin Hood, che toglie ai Paesi ricchi per dare a quelli poveri”, ma deve essere capace di avviare percorsi con i quali “Regioni più virtuose devono trascinare in un percorso di sviluppo le Regioni meno virtuose”.

Il ruolo dell’innovazione e l’importanza di saper costruire percorsi di attrattività dei terrori sono stati affrontati da Igor De Biasio, Amministratore Delegato Principia S.p.A. Infine, Antonia Baraggia, Professoressa di Diritto Comparato all’Università degli Studi di Milano, ha considerato la crescita del numero di studenti internazionali nel capoluogo lombardo, che necessitano di azioni e politiche in grado di fare sistema per lavorare su attrattività e accoglienza.

In chiusura dei lavori, è intervenuto Carmine Pacente, Presidente del Dipartimento Europa, Cooperazione Internazionale e Rapporti Transfrontalieri di ANCI Lombardia e Membro del Comitato Europeo delle Regioni, per il quale “il quadro europeo non cambierà particolarmente”, anche se “siamo però arrivati al tempo delle scelte e i governi nazionali dovranno, in breve tempo e dentro la proposta quadro fatta dall’Europa,decidere come lavorare e come operare”.

c. s.