Giusepèn è affascinato dalle due versioni che gli sottopongo, per un identico atteggiamento. La prima, me l'ha suggerita l'amico Luigi Pinciroli "roba da sgrabelossi cunt'un ciod rugin" (cosa da graffiarsi con un chiodo arrugginito) e, la seconda è di mio cugino Pasquale "roba da tià foea i pei dul cù, cunt'i guanti da boxis; a ogn a ogn senza fò sanghi" (roba da togliere i peli del sedere, utilizzando i guanti da boxe, uno a uno, senza far sangue).
Le frasi, puntano all'identico traguardo; all'iperbole (se vogliamo), ma puntano dritte alle "cose impossibili" per dire che qui, la fantasia supera la realtà e che l'impossibile fa solo ridere, senza essere tragico. Per dirla alla Nino Manfredi (tanto pè cantà…me sento er friccico nel core"
Il "chiodo ruggine" non lo si usa per graffiarci. Semmai, il prurito alla schiena, lo si può soddisfare strofinandoci a una parete. Oppure chiedere l'aiuto di un familiare per "gratò" (grattare) la parte che suscita prurito - oggi poi (ce l'ho anch'io) hanno inventato una "manina di metallo" messa all'apice di un bastoncino di legno che consente a chi ne ha bisogno, di "fare da sé"; grattarsi introducendo la "manina" dal colo della camicia, della blusa o della maglia.
L'azione del secondo invito (quello dei guanti da boxe) è temeraria, ma quantomeno è colorita e colorata che punta allo stesso … soddisfacimento del bisogno. Qui, si tratta di togliere i peli che proteggono l'ano, dai microbi - troppo facile, compiere il rito a mani nude; farlo calzando i "guanti da boxe" (i Bustocchi usano qui il plurale anche per la pratica sportiva - boxis) e, addirittura, eseguire l'operazione, "uno ad uno" con la peculiarità di "non fare sangue" - quindi, arte anche qui!
Non qualcosa di futile o di banale, ma professionismo a tutti gli effetti: per il detto suggeritomi da Luigi Pinciroli, protagonista è il "chiodo ruggine" che non deve produrre infezione, ma unicamente "grattare la schiena" - ben altro, i "guanti", che in realtà sono "guantoni" (nel gergo), spessi nella loro confezione, con uno spazio unico per il "pollice (didòn di man - da non confondere col didòn di pè - alluce) devono essere utilizzati, per scernere i peli del deretano e, trattandosi di una parte intima... delicata, va da sé ritenere che per eseguire l'operazione, occorrono... maestria e... professionalità. Pasquale, mio cugino, va fiero della... scoperta!
Mentre scrivo, Giusepèn se la ride … tenta di frenarsi un po', ma non ce la fa … ripete "ul ciodu rugin" e se la ride … poi si sposta sui "guanti da boxis" e, alè con un'altra fragorosa risata - tuttavia ha il tempo per dirmi... 'ndua se'ndèi a truoi? (dove li hai scovati?) e, a onor del vero, gli rispondo con serenità "vuna ma l'à mandoa ul Luigi e, chel'oltra ma l'à dia ul me cusèn Pasquale" ed è per ribadire che, il Dialetto Bustocco da strada, oltre ad essere istruttivo, mistico, folcloristico e passionale, fa sempre in modo di destare allegria, per accaparrarsi sorrisi da difendere a tutto spiano.
Si, ma... "l'è tmp perzu... i asniti i podàn non nitrì" (è tempo perso... i somari, non possono nitrire). - so che ce l'ha con chi non osa e (non sa) difendere la nostra Parlata!