Negli ultimi anni, la salute mentale è diventata uno dei temi più discussi in assoluto nel dibattito pubblico e scientifico. Numeri in crescita, servizi insufficienti e nuove sfide globali ne delineano i contorni. Approfondiamo di più sul tema della salute mentale e della sua situazione nel 2025.
Quali sono i dati riguardo la salute mentale mondiale nel 2025?
Letteratura scientifica e rilevazioni internazionali convergono su due punti cardine: l'onere legato ai disturbi mentali è sempre più importante e la copertura dei servizi è largamente insufficiente. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo lamenta almeno un disturbo mentale; gli aggiornamenti pubblicati nel 2024 e nei primi mesi del 2025, inoltre, sottolineano come ansia e depressione restano i disturbi più diffusi. A tal proposito, il Mental Health Atlas 2024 e il dossier "World mental health today" evidenziano sperequazioni forti nella spesa e nella dotazione di professionisti, con una media globale di circa 13 operatori attivi ogni 100.000 abitanti e una spesa governativa media pari al 2% dell'intero budget sanitario. Decisamente troppo poco per un problema che abbraccia così tante persone.
Una situazione abbastanza complessa e di difficile risoluzione, anche perché i numeri sembrano variare parecchio in base alle condizioni economiche, all'età e al sesso. I dati epidemiologici relativi alle fasce d'età e alle varie tipologie di disturbo derivano in larga parte dalle stime del Global Burden of Disease (GBD). Un'analisi basata sui dati GBD ha stimato come, nella fascia 5–24 anni, la prevalenza media sia dell'11,6% (293 milioni di giovani sono affetti da almeno un disturbo di natura psicologica) e come i disturbi mentali rappresentino la principale causa di lunghi periodi vissuti con disabilità. Questi risultati mettono in evidenza l'insorgenza precoce e il grande impatto dei disturbi mentali, con implicazioni evidenti per la prevenzione e la diagnosi precoce.
Va inoltre sottolineato come la recente pandemia da COVID-19 abbia avuto un effetto misurabile sull'aumento dei casi di disturbi depressivi e ansia: analisi effettuate da riviste scientifiche di fama mondiale indicano milioni di casi attribuibili all'impatto della pandemia, con incrementi percentuali rilevanti soprattutto durante le prime fasi del lockdown. Sebbene tali stime siano soggette a una certa incertezza metodologica, costituiscono un quadro coerente con l'aumento della domanda di servizi osservato a livello globale negli ultimi cinque anni.
E com'è la situazione in Italia?
In Italia, le analisi più recenti (rapporto ISTAT 2023/2024 e indicatori BES) documentano una prevalenza e un quadro di benessere psicologico con caratteristiche peculiari: nel 2023, l’indice sintetico di salute mentale (MH Index) dell’ISTAT, che misura il benessere psicologico percepito, è risultato complessivamente stabile rispetto a quattro anni prima, con un peggioramento significativo nella fascia 15–24 anni e tra le donne. Il rapporto ISTAT fornisce indicatori per classi d'età, genere e area geografica e segnala come la popolazione giovane presenti aspetti di vulnerabilità specifici tra i 15 e i 24 anni. Inoltre, le differenze territoriali tra le regioni restano piuttosto marcate (ad esempio, sono evidenti punte critiche in alcune aree del sud).
Sul piano dei servizi, i report nazionali segnalano come durante la pandemia da COVID-19 la prevalenza di ansia e depressione sia cresciuta del 25% in particolare tra i giovani, le donne e negli operatori sanitari (stime analoghe alla media UE), ma anche come esistano criticità nell'accesso e nella transizione verso modelli di cura comunitari: la quota di spesa e la densità di professionisti mostrano evidenti margini di miglioramento. Le analisi italiane sottolineano inoltre come il sistema abbia intrapreso azioni verso la presa in carico territoriale e l'integrazione con la medicina di base, ma che la piena implementazione della cura comunitaria resta largamente deficitaria.
Come è possibile curare la propria salute mentale?
La cura della salute mentale si basa su un approccio multidisciplinare e personalizzato, che varia a seconda della diagnosi, della gravità e del contesto individuale. Le linee guida internazionali e la letteratura scientifica indicano i seguenti pilastri.
Innanzitutto, è impossibile prescindere dalla corretta prevenzione e promozione della salute mentale: interventi scolastici e politiche socio-economiche che riducano i fattori di rischio sono fondamentali per tenere sotto controllo un fenomeno che riguarda quasi un settimo degli abitanti di tutto il pianeta. Nei casi diagnosticati, poi, è fondamentale trattare il paziente con una terapia psicoterapica basata su prove scientifiche (ad esempio, terapia cognitivo-comportamentale, terapie interpersonali per la depressione, terapie focalizzate sui traumi, etc). Diversi trial randomizzati e meta-analisi mostrano una spiccata efficacia dei trattamenti per i disturbi d'ansia, la depressione e alcuni disturbi correlati.
Qualora necessaria, anche la farmacoterapia può aiutare il paziente a stare meglio. Antidepressivi, ansiolitici e antipsicotici hanno indicazioni specifiche e sono efficaci in molti casi gravi e moderati; naturalmente, la prescrizione va effettuata da professionisti abilitati, con il monitoraggio costante degli effetti e una pianificazione psicoterapica congiunta. La strategia combinata (farmaco + psicoterapia) è spesso raccomandata in caso di depressione grave e disturbi d'ansia persistenti. Investire nella formazione dei professionisti di medicina generale permette di ottenere un maggior numero di diagnosi precoci. Grazie a queste, migliorerebbero sia la gestione del paziente che la copertura degli interventi.
Anche le nuove tecnologie possono tendere una mano alle persone con disturbi mentali. Gli interventi digitali (terapia online, app a supporto della psicoterapia guidata e così via) presentano evidenze crescenti, sebbene la qualità metodologica delle singole app sia parecchio variabile. Di conseguenza, è necessario preferire soluzioni validate e integrate con l'assistenza clinica.
Chi sono i professionisti che si occupano di salute mentale?
· Psichiatri, specializzati in diagnosi, prescrizione farmacologica e gestione dei casi complessi
· Psicologi e psicoterapeuti, che effettuano valutazione psicodiagnostica e interventi psicoterapici basati su evidenze
· Neuropsichiatri infantili, impegnati nella diagnosi e nella cura di bambini e adolescenti
· Infermieri di salute mentale e assistenti sanitari, che si occupano della gestione terapeutica e della presa in carico continuativa
· Assistenti sociali e operatori socio-sanitari, specializzati in interventi psicosociali e supporto alla riabilitazione
· Medici di medicina generale, il cui ruolo può rivelarsi cruciale nella diagnosi precoce, nel follow-up e nell'integrazione territoriale
Conclusioni
Attualmente, lo stato della salute mentale a livello globale è caratterizzato da un carico elevato di disturbi (ansia, depressione e insorgenze giovanili in primis), da disuguaglianze nella distribuzione delle risorse, ma anche da alcuni segnali incoraggianti in termini di ampliamento delle politiche e delle pratiche utili. Tuttavia, tali segnali restano largamente insufficienti rispetto alle necessità, soprattutto in determinati contesti geografici. I dati di cui siamo in possesso, però, consentono di delineare un quadro preciso delle priorità. Tra queste figurano la necessità di aumentare la spesa pubblica destinata alla salute mentale, di implementare la presa in carico comunitaria, di investire nella formazione della forza lavoro e nella prevenzione precoce.
Bibliografia:
- Mental Health, Brain Health and Substance Use (MSD). (2025, September 2). Mental health atlas 2024. https://www.who.int/publications/i/item/9789240114487
- Global Burden of Disease (GBD). (n.d.). Institute for Health Metrics and Evaluation. https://www.healthdata.org/research-analysis/gbd
- Redazione. (2024, November 18). Salute mentale. Openpolis. https://www.openpolis.it/parole/salute-mentale/
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