Sociale - 27 settembre 2025, 13:17

VIDEO E FOTO. A Busto Arsizio la panchina Aido: un sì che può salvare vite

Davanti al Comune è stato inaugurato il simbolo di speranza e riflessione sul dono della vita. Un segno rosso nel cuore della città per invitare i cittadini a dire sì alla donazione degli organi. Testimonianze, autorità e campioni dello sport hanno ricordato quanto un gesto possa ridare futuro a molti

Un rosso che accende la speranza. Un rosso che non parla di divieti, ma di vita. Sabato 27 settembre, davanti al palazzo comunale di Busto Arsizio, è stata inaugurata la “panchina Aido”. Una semplice panchina rossa immersa nel verde del piccolo parco di via Fratelli d’Italia, ma resa speciale dalla scritta che porta sullo schienale: “Riaccendiamo la vita”. Non un dettaglio estetico, bensì un segno potente, posto proprio davanti agli uffici demografici, dove ogni cittadino, al momento del rilascio della carta d’identità, può scegliere se dire sì alla donazione degli organi.

Un simbolo per la città

La presidente di Aido Busto Arsizio, Maria Iannone, ha sottolineato il significato della giornata: «Questa è la giornata del sì. In tutta Italia si celebra il sì alla donazione di organi, tessuti e cellule: il sì alla vita. La nostra panchina è posizionata in un luogo centrale e strategico, davanti al Comune e vicino alla chiesetta di Sant’Anna, per ricordare che ciascuno di noi, con una semplice scelta, può dare speranza a chi attende un trapianto. Il sì o il no sono sempre revocabili, ma ciò che conta è informarsi e decidere consapevolmente».

L’appello delle istituzioni

Accanto a lei, le autorità cittadine hanno ribadito l’importanza della sensibilizzazione.
Il sindaco Emanuele Antonelli ha osservato: «Molti cittadini, al momento della carta d’identità, restano interdetti di fronte alla domanda sulla donazione degli organi. Non sanno cosa rispondere. Occorre prepararli, spiegare loro bene di cosa si tratta. Questa panchina rossa sarà un richiamo visibile, un aiuto a ricordare che esiste questa possibilità».

L’assessore ai Servizi sociali Paola Reguzzoni ha invece invitato a un gesto di responsabilità: «Il consenso o il diniego alla donazione viene chiesto tra la richiesta e il ritiro della carta d’identità. Esorto chi è indeciso almeno a informarsi prima di dire no. Presso l’anagrafe è disponibile materiale informativo, ma ci si può rivolgere anche direttamente ad Aido».

Presenti anche l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora, l’assessore all'economia Alessandro Albani, i consiglieri Orazio Tallarida e Vincenzo Marra, oltre ai rappresentanti della Croce Rossa e degli Alpini, a testimoniare una rete di solidarietà che unisce le associazioni cittadine. 

La testimonianza del campione alla stampa

Tra i presenti anche Roberto Zausio, 55 anni, ex campione mondiale di volley, oggi atleta della nazionale trapiantati. Zausio ha raccontato alla stampa la sua rinascita: «Il 19 novembre di 14 anni fa sono nato per la seconda volta. Quel giorno ho ricevuto un trapianto di fegato, donatomi da un ragazzo di appena 20 anni. Ero stato colpito da un’epatite criptogenetica.  È grazie a quel sì che oggi sono qui, in salute, a testimoniare che donare significa ridare futuro. Vorrei che ogni cittadino comprendesse la potenza di questo gesto».

L’impegno di Aido sul territorio

L’associazione, che a Busto Arsizio conta circa 1.800 soci, porta avanti numerosi progetti di sensibilizzazione. Tra questi, “La stanza della vita” in ospedale e il Concerto di Natale con musica scozzese in programma per dicembre. Ma soprattutto c’è il lavoro nelle scuole: dopo l’incontro al liceo scientifico Tosi, i volontari saranno presenti a ottobre al liceo artistico e a novembre all’istituto Pantani. «I ragazzi – raccontano – sono attenti, partecipi e spesso favorevoli. C’è grande disponibilità ad ascoltare e a riflettere».

Una panchina che parla

La panchina rossa dell’Aido non è dunque un arredo qualsiasi, ma un “biglietto da visita” dell’associazione. Vuole essere un invito, un monito e insieme un incoraggiamento a fermarsi, riflettere e decidere. Perché, come ricorda la presidente Aido: «Chiunque può sedersi su quella panchina, chi ha detto sì e chi ha detto no. La scelta è sempre personale e revocabile. Ma l’importante è fare informazione, perché da quel sì possono dipendere molte vite». 

Laura Vignati