Politica - 24 settembre 2025, 12:35

Fontana da Bruxelles sul futuro dei fondi Ue: «No alla centralizzazione, la Lombardia vuole correre»

«L’Europa deve riscoprire il principio di un’Unione costruita dal basso, capace di valorizzare le diversità senza burocratismi imposti dall’alto» è il messaggio di Raffaele Cattaneo da Bruxelles, durante il convegno “Lombardia, Europa: vincere la sfida della competitività”, dove Regione Lombardia ha chiesto alla Commissione Europea un cambio di rotta sul bilancio 2028-2034

“No alla centralizzazione dei fondi di coesione Ue, no al taglio delle risorse per i territori, no alla marginalizzazione del ruolo delle Regioni, no alla burocrazia insensata e alle scelte ideologiche che danneggiano l’economia. Da Bruxelles la Lombardia attende tutt’altro, perché vuole continuare a correre ed essere sempre più protagonista nel panorama internazionale”. 

Dalla capitale belga il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, lancia l’allarme sul futuro della Ue chiedendo alla Commissione Europea un netto cambio di passo rispetto a quanto prospettato con il bilancio pluriennale 2028-2034, che prevede una riduzione dei contributi per le politiche di coesione e le politiche agricole, oltre all’accentramento a livello nazionale della gestione dei fondi.

Nella sede del Comitato Europeo delle Regioni, nell’ambito del convegno ‘Lombardia, Europa: vincere la sfida della competitività’, il presidente Fontana ha chiamato a raccolta una platea composta da numerosi europarlamentari e dai principali attori lombardi dell'economia e dell'impresa, giunti a Bruxelles con la delegazione regionale. "È il sistema lombardo che preme sulle istituzioni europee", ha detto il governatore della Lombardia sferzando l’esecutivo europeo su diversi temi cruciali, a cominciare dal paventato ridimensionamento delle Regioni: “Togliere alle Regioni la gestione dei fondi va contro ogni logica di buonsenso - ha evidenziato Fontana - e penalizza soprattutto sistemi virtuosi come quello lombardo. Regione Lombardia è più efficiente dello Stato italiano e accentrare a Roma la negoziazione e la programmazione delle risorse significherebbe restare invischiati nel pantano e nelle lentezze tipiche del centralismo. La Lombardia ha dimostrato di gestire con efficacia i fondi Ue: l’Europa dovrebbe premiare i territori più meritevoli, e anzi sarebbe opportuno che le risorse comunitarie non spese vengano redistribuite alle Regioni che sanno investire a beneficio dei cittadini”.

La nuova proposta della Commissione Europea prevede che le politiche di coesione e quelle agricole (PAC) incidano su circa la metà del totale delle risorse disponibili, mentre nella precedente programmazione incidevano sui 2/3 del bilancio europeo: “Il modello lombardo - ha proseguito Fontana - primeggia in Italia e in Europa anche grazie alla nostra capacità di trasformare i fondi europei in progetti concreti negli ambiti della formazione, della politica industriale o del sostegno all’agricoltura. Senza i fondi di coesione salterebbe il modello lombardo e questo non conviene a nessuno, né all’Europa né al Governo centrale, al quale ogni anno cediamo 56 miliardi di euro di residuo fiscale, ovvero risorse che dalla Lombardia prendono la strada di Roma senza alcun ritorno in termini di servizi e investimenti per il nostro territorio”.

Fontana ha riaffermato il protagonismo della Lombardia sugli scenari globali: “Siamo la prima Regione manifatturiera d’Europa – ha sottolineato il governatore - e motore economico del Continente: occorre agevolare e non ostacolare la competitività che siamo in grado di esprimere. Il nostro ‘sistema lombardo’ nel suo complesso, con il lavoro di squadra tra istituzioni, mondo del lavoro e associazioni di categoria, è unico. 'Lombardizzare' il resto del Paese sarebbe auspicabile, perché significherebbe estendere a tutti le buone pratiche attuate in Lombardia, la capacità di mettere a terra gli investimenti, di fare rete con tutti i soggetti, di trovare soluzioni rapide ed efficaci, di innovare e progettare il futuro".
"Per correre però - ha aggiunto il governatore - allentare la morsa della burocrazia è sempre più necessario, così com’è fondamentale che l’Ue corregga gli errori commessi in tema di green deal. Serve pragmatismo, direi pragmatismo lombardo, e non ideologismo”.

Il riferimento del governatore è alle politiche industriali messe in campo dalla Commissione Ue: “Il caso dell’automotive è emblematico – ha aggiunto Fontana – e racconta di un settore sostanzialmente distrutto da scelte ideologiche folli: la Lombardia è stata la prima a lanciare l’allarme con l’assessore Guidesi. Ora occorre correggere la rotta e lavorare alle politiche ambientali con un sano gradualismo, rispettando principi di sostenibilità economica e sociale”.

Il sottosegretario alla presidenza con delega alle Relazioni internazionali ed Europee, Raffaele Cattaneo, protagonista del primo panel della giornata, ha sottolineato che "di fronte al nuovo scenario geopolitico - ha evidenziato - l’Europa deve riaffermare il proprio ruolo di protagonista, sia sul piano economico sia nella promozione della pace. Per raggiungere questo obiettivo occorre superare gli eccessi ideologici del passato e adottare politiche pragmatiche a sostegno della competitività. Al tempo stesso, l’Unione deve riscoprire il principio fondante di un’Europa costruita dal basso, in grado di valorizzare le diversità senza ricorrere a soluzioni burocratiche imposte dall’alto. In linea con il motto 'Unita nella diversità', è essenziale riconoscere e promuovere le specificità di ogni territorio".

Ai lavori ha partecipato anche Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte e presidente della Commissione Econ del Comitato Europeo delle Regioni: "La Lombardia - ha affermato - potrebbe dare lezioni a qualche istituzione europea su come si investe in competitività, tecnologia e innovazione. È paradossale che la Commissione Europea voglia toccare proprio ciò che funziona, ovvero le politiche di coesione: la riduzione delle risorse per i fondi di coesione è motivo di forte preoccupazione, ed è un errore pensare che centralizzare significhi semplificare, quando spesso è vero il contrario, non solo in Europa ma anche in Italia. Abbiamo la necessità di far sentire coralmente la nostra voce. Affondare l'Europa delle Regioni significa mettere a rischio la credibilità stessa dell'Unione".

L’evento a Bruxelles ha visto la partecipazione anche del vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Bilancio, Marco Alparone, e degli assessori regionali Alessandro Beduschi (Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste), Paolo Franco (Casa e Housing sociale), Guido Guidesi (Sviluppo economico), Giorgio Maione (Ambiente e Clima), Massimo Sertori (Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica), Simona Tironi (Istruzione, Formazione e Lavoro), Gianluca Comazzi (Territorio e Sistemi verdi - in videocollegamento) ognuno dei quali ha partecipato a momenti di confronto sui temi di competenza con stakeholder e rappresentanti delle istituzioni europee.

c. s.