Giusepèn, mi sottopone subito un quesito "l'u sentì'n cò" (l'ho ascoltato oggi) e riguarda due casi che coinvolgono la Cronaca: il Turetta "picchiato in carcere da un carcerato di 55 anni" e la certa, o probabile incriminazione, della Ministra Santanchè, per "frode allo Stato, INPS compresa".
Giusepèn è lapalissiano "làa radila" che nella traduzione dal Dialetto Bustocco da strada, significa "deve pagarla" - quel "pagarla" (meglio specificarlo) deve ubbidire alla Legge che riguarda la Giustizia - siccome l'incriminazione è sostenuta da prove, ecco che ci sono forti dubbi che portano l'imputata a processo - entro il prossimo 17 ottobre, la "Commissione" deve esprimersi a favore del processo o contro - ed è ciò che le parti si preoccupano: i "seguaci" della Santanchè, vorrebbero che prima del 17 ottobre si esprimessero per un "non luogo a procedere", mentre la parte avversa, vuole che la Ministra abbia a subire la "resa dei conti" per le sue malefatte, acclarate.
Il "làa radila" non è una punizione; è semplicemente un atto di Giustizia destinato al "reo" che ha commesso il grave reato - quindi, chi ha nulla da nascondere (o meglio), chi vuol provare la propria innocenza, non deve temere il Giudizio di chi è preposto, per Legge, a farlo.
Sul caso Turetta, ci si indigna per la "rissa in carcere" - c'è un "codice d'onore" non scritto, ma spesse volte attuato che dice più o meno così: "chi fa del male a un innocente, specie se costui è solo vittima del carnefice, va... giustiziato" - "per carità" dice Giusepèn, "non sono per la pena di morte", ma "una lezione come si deve, gliela si deve dare". Nessuno (neanche il signor Cecchettin, padre della ragazza sequestrata e uccisa con 75 coltellate) reclama vendetta ad un abominevole reato, ma tutte le persone civili, vogliono rivincita - d'accordo che c'è la Legge che propone e giudica, ma spesse volte, la Legge (dura lex sed lex) giudica in base alle teorie e, non tutti i processi riescono... giusti (basta consultare le anomalie che si verificano e il pagamento che esegue lo Stato, nei confronti di chi ha subito "errori giudiziari") -
Non siamo al "occhio per occhio, dente per dente", ma dobbiamo essere di fronte e soprattutto attuare la Giustizia - il "dura lex sed lex" (la Legge è dura, ma è la Legge) deve essere per tutti uguale (come è scritto nelle aule giudiziarie, alle spalle dei Giudici), ma incombono gli errori e tal volta, questi "errori"... sono un tantino provocati da... sviste, indagini lacunose, o moralità di diversa specie - nessuno deve far prevalere il "dolo" nelle sentenze, ma quel tale diceva "talvolta, a pensare male, si fa peccato, ma ci si azzecca" - Giusepèn sorride amaro, ma so che propugna il giusto epilogo, essendo un fautore della "certezza della pena"... "ecu, brau... a oeu propri inscì" (ecco, bravo è ciò che voglio)... staremo a vedere (sic).