Busto Arsizio - 18 settembre 2025, 15:35

Teatro Sociale Cajelli, si rialza il sipario: «Diventerà un punto di riferimento di tutta la regione»

È la stagione del rilancio per la storica sala bustocca. L’amministratore Cecchetti e il direttore artistico Zanandrea hanno presentato il cartellone a Palazzo Lombardia, sottolineando anche gli interventi di ristrutturazione. Una ripartenza che si basa su 134 anni di storia, come hanno ricordato le “assessore” Caruso e Maffioli

Si alza il sipario sulla nuova stagione del teatro Sociale Delia Cajelli. La stagione del rilancio e, non a caso, la location scelta per la conferenza stampa di presentazione è stata Palazzo Lombardia, a Milano. D’altra parte il cartellone vuole richiamare un pubblico che superi i confini cittadini e non solo. «Il teatro deve diventare un punto di riferimento di tutta la regione», ha detto Matteo Cecchetti, l’amministratore unico nominato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, proprietaria della sala di piazza Plebiscito, che ne ha affidato l’organizzazione a Aps Il Mecenate, presieduta da Federico Zanandrea, nuovo direttore artistico del Sociale.

Alla conferenza stampa erano presenti i registi Andrée Ruth Shammah e Alberto Oliva e due volti noti al grande pubblico come Enzo Iacchetti e Paolo Rossi, che saranno tra i protagonisti della nuova stagione.
A ricordare che il futuro del teatro si fonda sulle solide basi costituite da 134 anni di storia ci hanno pensato le due assessore alla Cultura presenti: Francesca Caruso, esponente della giunta regionale, e ancor di più la bustocca Manuela Maffioli.

Sottolineata la ripartenza della scuola di teatro e gli interventi di ristrutturazione messi in campo per rendere da subito più fruibile la sala. La nuova stagione si aprirà il 25 novembre.

La ripartenza e i lavori strutturali

«La nuova stagione è un vero e prorpio progetto culturale e sociale per la comunità – ha esordito Cecchetti –. Un piano di rilancio della struttura con al centro la cultura come strumento di coesione sociale, con l’intento di rendere il teatro un luogo di dialogo e crescita civile, un punto di riferimento per la città e l’intero territorio lombardo.
I suoi ringraziamenti sono andati a Fondazione del Varesotto (in sala c’era il presidente Federico Visconti), Fondazione Cariplo, Regione, Provincia di Varese e Comune di Busto, con cui il dialogo è aperto.

A seguito anche delle infiltrazioni che avevano portato a una lunga chiusura della sala, «abbiamo dovuto valutare le condizioni effettive del teatro. Sono necessari alcuni interventi per l’adeguamento infrastrutturale, per renderlo più fruibile agli operatori e più accogliente per il pubblico. Abbiamo studiato un progetto di durata pluriennale per il quale cercheremo di partecipare ai bandi della Regione per le strutture che operano nel settore dello spettacolo. I lavori sono già iniziati in questi mesi per una sala più accogliente che possa essere una casa per chi partecipa».
Anche Zanadrea ha rimarcato il «grande investimento da parte della proprietà per rinnovare il teatro. C’è un confronto con l’assessore Maffioli con cui stiamo trovando una formula per un dialogo tra privato e pubblico che sia proficua».

Il cartellone

Ha parlato di «bellissima opportunità» Zanandrea, direttore artistico anche del teatro Delfino di Milano che ha saputo trasformare da sala di nicchia a realtà consolidata. Soffermandosi sulla scuola di teatro, «presidio culturale importantissimo, soprattutto in un periodo in cui le persone sempre più sole».
Il direttore artistico ha affermato che le «gestioni precedenti erano improntate sull’intrattenimento leggero» (ma non vanno dimenticate, tra le altre cose, la lirica o il lavoro di Educarte, l’associazione fondata da Delia Cajelli, con le Giornate Pirandelliane).

In cartellone «un teatro di prosa con varie tipologie di spettacolo – ha proseguito Zanadrea –. Qui vogliamo che si possa costruire una conoscenza critica e che sia un teatro per tutti. Per questo abbiamo cercato di proporre abbonamenti cifre molto popolari rispetto ad artisti di rilevanza nazionale».
Quaranta spettacoli in calendario, dall’Alfabeto delle emozioni di Stefano Massini alle Sirene di Chiara Arrigoni, una delle voci più interessanti della giovane drammaturgia. Uno spettacolo “difficile”, che parla di disabilità. Streghe da marciapiede porterà a Busto le storiche interpreti di Un posto al sole.

E poi nomi noti come quelli di Dario Vergassola, Massimo Dapporto, Ale & Franz, Mario Giordano, Paolo Rossi ed Enzo Iacchietti. In cartellone anche l’unica data lombarda di A casa tutti bene, prima regia teatrale di Gabriele Muccino. Che, nella città del Baff, ci sta benissimo.

Le assessore ricordano la Storia

Se, in un momento di ripartenza, lo sguardo è giustamente rivolto al futuro, non si può dimenticare la storia del teatro. «Questa è una storia che continua, un sogno che rinasce – ha detto non a caso l’assessore regionale Caruso –. Il teatro Sociale non è solo un edificio, ma è un simbolo. Ha visto tanti artisti, trasformazioni sociali e culturali. Abbiamo un cartellone ricco e variegato, con una grande sensibilità per l’aspetto sociale a cui tengo particolarmente. E la nuova scuola di teatro è un seme che viene messo per i nostri ragazzi».

«Quando parliamo del teatro Sociale e di Busto Arsizio parliamo di 134 anni di storia», ha evidenziato l’assessore Maffioli, ricordando il ruolo di colei che dà il nome alla sala, Delia Cajelli: «Una regista che ha avuto un ruolo importante nella formazione di generazione di nuovi attori».

Riccardo Canetta