Politica - 11 settembre 2025, 14:34

Stato dell’Unione: «L’Europa deve combattere». A Milano un dibattito sul discorso di von der Leyen

La Rappresentanza della Commissione europea a Milano ha trasmesso in diretta l’intervento della Presidente Ursula von der Leyen. Al termine della visione congiunta, si è tenuto un interessante confronto

La presa di posizione nei confronti di Israele, la conferma del sostegno all’Ucraina, la difesa del Green Deal, una strategia contro la povertà. Sono solo alcuni dei temi toccati nel discorso sullo Stato dell’Unione dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Per la prima volta nel corso della legislatura, von der Leyen ha tracciato il bilancio del lavoro svolto dalla Commissione nel primo anno di mandato, peraltro proprio nel giorno in cui lo spazio aereo della Polonia è stato violato da alcuni droni russi. «L’Europa deve combattere per conquistarsi un posto in un mondo in cui molte grandi potenze sono ambivalenti o apertamente ostili nei suoi confronti», ha detto von der Leyen.
Un momento importante che la Rappresentanza della Commissione europea a Milano ha voluto trasmettere in diretta nella Sala Blu del Palazzo delle Stelline.

Al termine della visione congiunta si è tenuto un dibattito introdotto da Claudia Colla, Capo della Rappresentanza della Commissione europea per il Nord Italia, e Maurizio Molinari, Responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, in collegamento da Strasburgo.
Protagonisti del confronto sono stati Elena Buscemi, Presidente del Consiglio del Comune di Milano; Raffaele Cattaneo, Sottosegretario alla Presidenza con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee di Regione Lombardia; Matteo Bianchi, Vicesegretario Aggiunto di Anci Lombardia e Vicepresidente del Comitato europeo delle regioni, e Matteo Villa, Senior Research Fellow dell’Istituto Studi di Politica Internazionale (Ispi) di Milano.

I temi

Quasi un’ora e mezzo di discorso da parte della presidente von der Leyen, di cui Claudia Colla ha evidenziato i passaggi centrali, a partire dal «richiamo all’unità delle istituzioni europee e degli Stati membri, visto il conteso globale così complesso. Un altro elemento molto importante riguarda la necessità di avere scadenze chiare e di accelerare sulle decisioni».

Le quattro priorità delineate sono sicurezza e difesa («Confermato il sostegno all’Ucraina, con un passaggio importante su Israele e Gaza. Centrale il richiamo a un’Unione capace di garantire la propria difesa e di ritagliarsi un nuovo ruolo sulla scena internazionale»); competitività («È stata sottolineata l’importanza di rafforzare i partenariati globali e la diversificazione degli scambi commerciali, dell’indipendenza digitale e della creazione di nuovi posti di lavoro. Un’attenzione particolare è stata dedicata anche all’aumento del costo della vita. Da qui la proposta di una nuova strategia europea anti-povertà»); democrazia («Protezione della nostra democrazia dalle minacce esterne ma anche dagli attacchi interni, con speciale riguardo per l’indipendenza dei media e la lotta alla disinformazione»); clima e ambiente («Ribadita l’importanza degli obiettivi climatici e ambientali. I fenomeni estremi – dagli incendi sempre più frequenti alle alluvioni – rappresentano una sfida urgente e concreta per i nostri territori»).

Per quanto riguarda il mercato unico, «è il più grande al mondo e la nostra forza principale, ma il suo completamento non è definitivo. C’è una richiesta di compattezza tra istituzioni e Stati membri per accelerare».
Maurizio Molinari, in collegamento da Strasburgo, ha analizzato il dibattito in Aula che ha fatto seguito al discorso di von der Leyen: «Ci sono tensioni fortissime, sarà complicato per la Presidente tenere salda questa maggioranza. Renew si è offerto di fare da ponte per mediare le forti tensioni fra liberali e socialisti» 

«Combattere, ma per cosa?»

«Non è solo un gioco delle parti, ci sono grosse spaccature all’interno delle forze politiche»: questo il giudizio di Elena Buscemi sugli interventi dei capigruppo. «Credo e spero che la maggioranza possa procedere e trovare nelle parole di von der Leyen ulteriori punti sui quali andare avanti in maniera unita», ha proseguito, evidenziando come la Presidente della Commissione si sia soffermata anche sui  «problemi del costo della vita e della casa», centrali anche nel nostro Paese.

Raffaele Cattaneo, si è detto «sorpreso che la Presidente non abbia fatto riferimento al rapporto con i territori» e colpito dalla prima parte del discorso. «Fight», il verbo usato da von der Leyen. «La presidente ha detto che non c’è tempo e spazio per la nostalgia di quello che c’era prima. L’Europa deve combattere. Sono i toni di un discorso di guerra – ha osservato il Sottosegretario –. Il nemico è la Russia di Putin. Per un progetto politico nato con la ragione sociale della pace è un tema che fa riflettere. Von der Leyen ha domandato se l’Europa abbia lo stomaco per combattere. Io chiedo se abbia le condizioni per combattere. Io credo di no: il continente oggi non è in condizione di difendere se stesso e ha bisogno degli Stati Uniti. Senza l’ombrello americano non siamo in grado di difenderci».
Cattaneo ha posto anche il tema di «quale battaglia combattere». «L’unica che l’Europa può vincere – ha sostenuto – è quella per i propri valori, per le radici che l’hanno generata e per il modello di società a cui l’Europa fa riferimento». 

«Un discorso di assoluto realismo»

«Questa è una Commissione in crisi politica perché non ha una maggioranza in Parlamento seria, forte – l’analisi di Matteo Villa –. È attaccata dai partiti di maggioranza ed è attaccata dagli Stati. Tutti ci chiedevamo se la presidente avrebbe parlato delle cose per quali è attaccata: Gaza, Dazi e transizione verde. Su Gaza è arrivato un messaggio forte che dimostra però i limiti degli strumenti che ha in mano la Commissione.
Non ha detto nulla, invece, sul bilancio: le risorse sono di poco inferiori a quelle avuta a disposizione in precedenza e la Commissione Europea non ci può fare nulla».

Per Matteo Bianchi, che è anche Vicepresidente del Comitato europeo delle regioni, quello di von der Leyen è «un discorso di assoluto realismo e di responsabilità globale nei confronti di tutti gli stakeholder». I temi su cui si è soffermato Bianchi sono «competitività e sviluppo, difesa e sicurezza regionale («Esprimo solidarietà agli amministratori locali della Polonia per quanto accaduto oggi»), welfare e welfare abitativo, vitalità agricola».

Quell’«Europe must fight» ha colpito anche lui: «Mi ha ricordato il “fight” di Donald Trump dopo l’attentato. Ma anche la parata della scorsa settimana in Cina. Questo comune denominatore ci pone di fronte a scelte di responsabilità. Questo invito a combattere non mi pare sia stato recepito da gruppi politici. Va costruito un percorso condiviso e la sfida sta innanzitutto all’interno dell’Unione. E il ruolo dell’Europa nei percorsi di pace deve tener presente che noi siamo a difesa di coloro che sono gli aggrediti».
Un passaggio anche sul ruolo di Comuni e territori: dalla concorrenza sleale, che «deve essere combattuta con una concorrenza sana e non col protezionismo», agli investimenti per contrastare il calo demografico». «Un processo di integrazione vero si costruisce mettendo al centro i territori», ha rimarcato Bianchi.