Busto Arsizio - 11 settembre 2025, 18:29

VIDEO. Cento candeline per Antonietta Rossetto, esempio di dolcezza e resilienza

La grande festa per il suo secolo di vita: il racconto di Antonietta tra i ricordi del passato e l'abbraccio di Busto Arsizio. Con lei, nella festa celebrata questo pomeriggio insieme a parenti e amici, anche il vicepresidente dell'istituto Romeo Mazzucchelli e l'assessore Mario Cislaghi, che ha portato gli auguri di tutta la cittadinanza

Un traguardo straordinario, circondata dall'affetto dei suoi cari. L'Istituto La Provvidenza di Busto Arsizio è in festa oggi per i 100 anni della signora Antonietta Rossetto, ospite della struttura. Una giornata speciale, celebrata insieme alla sua grande famiglia, oltre a un nutrito gruppo di amici e altri residenti dell'istituto che non hanno voluto mancare all'appuntamento. La signora Antonietta ha avuto due figli, Flavio e Dario, che le hanno dato tre nipoti e quattro bisnipoti.

Il vicepresidente dell'Istituto, cavalier Romeo Mazzucchelli, ha portato alla signora Antonietta gli auguri a nome di tutto il personale, ringraziandola per la sua testimonianza di vita. Al momento di festa si è unito anche l'assessore alle politiche istituzionali Mario Cislaghi, che ha portato alla festeggiata gli auguri dell'amministrazione e di tutta la cittadinanza, consegnandole un mazzo di fiori, una targa e una pergamena.

La vita di Antonietta è un romanzo che attraversa un secolo di storia. Nata a Bologna, la sua è stata un'infanzia segnata dalle difficoltà dell'epoca e da un grande legame familiare. Con sei fratelli, Antonietta ricorda con lucidità la fatica e la forza di sua madre, scomparsa prematuramente a soli 36 anni. «Eravamo sei figli, tre maschi e tre femmine. Io sono la mezzana delle femmine», racconta con un sorriso ma non nascondendo anche emozione, per la festa e per le pagine di un secolo di storia vissuto intensamente.

Gli anni della giovinezza l'hanno vista trascorrere un periodo in orfanotrofio a Cologna Veneta e poi emigrare in Svizzera, esperienze che ne hanno forgiato il carattere resiliente. Un ricordo, in particolare, è carico di commozione e racconta le difficoltà di un'intera generazione: «Mio papà è morto in Svizzera. Mi dispiace non averlo potuto riportare in Italia, perché ci volevano troppi soldi».

È proprio dopo la nascita del primo figlio che la signora Antonietta si è stabilita a Busto Arsizio, dove viveva già una sorella. Qui ha costruito il suo futuro, lavorando duramente per crescere la sua famiglia. «Mia sorella mi ha dato una mano a tirar grande il bambino. Lei faceva le ciabatte da camera per una azienda di Olgiate e io lavoravo assieme a lei. Così guadagnavo soldi anch’io», ricorda, sottolineando con orgoglio la sua determinazione.

Da quel giorno, Busto Arsizio è diventata la sua casa. Una vita intensa, a tratti difficile, che oggi viene celebrata con gioia e gratitudine da una famiglia che la adora e da una comunità che la accoglie con affetto. Auguri, signora Antonietta.

Giovanni Ferrario