Il Parco dei Platani a Castellanza si estende tra la Saronnese, viale Lombardia, l’Humanitas Mater Domini e l’Istituto comprensivo Manzoni. Ricco di alberi, tra cui abeti, pini, castagni e querce, è attraversato da vialetti ombreggiati che vengono sfruttati da chi corre e da chi vuole fare una passeggiata, anche in compagnia del proprio cane.
Agli amici a quattro zampe è dedicato uno spazio nella zona di viale Lombardia nella quale di trova una fontanella.
Nel polmone verde, che è videosorvegliato, sono posizionati tavoli da pic nic, panchine (nella porzione vicina alla struttura sanitaria sono anche coperte) e cestini in ottimo stato. Tra gli alberi si apre un’ampia radura delimitata da due porte senza rete, utile per chi voglia giocare a calcio.
Ad arricchire il luogo si trovano qua e là dei totem che permettono agli utenti di conoscere meglio l’area, la sua storia e le sue caratteristiche.
A livello di cura, il parco è pulito, anche se, quanto meno il giorno della nostra visita (sabato 5 luglio) l’ingresso da via Bettinelli non si presentava al meglio a causa di carte e lattine sparse. Diversi, quel giorno, erano anche i rami caduti a terra o che, spezzati, rimanevano adagiati tra la pianta e il terreno.
Ciò che caratterizza il parco più di ogni altra cosa è l’arco settecentesco che sorge tra due enormi platani, testimone dei tempi passati. Da tale struttura si poteva un tempo percepire quella che in loco viene definita “la pispitia”, la prospettiva: l’arco era infatti la parte finale di un lungo viale che congiungeva la villa Piola – Daverio con via San Carlo. A causa dell’assetto urbanistico moderno, la vista è cambiata, ma l’arco dei platani è rimasto uno dei simboli della città.
Per quanto riguarda la valutazione dell’area da parte dei suoi fruitori, i giudizi sono buoni. «Il parco è curato e pulito – affermano le tre sorelle Lina, Vittoria e Franca Castiglioni – la zona è tranquilla e l’ombra c’è. Non è un parco frequentatissimo – dicono – perché chi ha i bambini va altrove. Ci vengono più che altro le persone a correre». In passato, precisano, c’era qualche gruppo che lasciava sporco, ma ora non più.
Anche secondo due amici, entrambi di nome Giorgio, il parco, che giudicano positivamente, è frequentatissimo da coloro che portano a spasso il proprio animale: in effetti, dicono, si vedono passare molti, ma molti, più caniche bambini.
Giuseppe Angerillo ama camminare. «E’ un bel parco – sostiene – c’è l’area cani, non ci sono frequentazioni anomale. L’erba però non viene tagliata spessissimo».
Secondo Rita Colombo, che passeggia con il cane, «a volte il parco è tenuto bene, mentre altre volte vedo erba alta e sporcizia. L’area cani c’è, ma è tutta al sole. Prima c’erano i pini, mentre ora le piante sono giovani e devono ancora crescere per fare ombra».
Parco dei Platani, l’identikit
Ubicazione: Castegnate, tra la Saronnese e l’Humanitas Mater Domini. Accessi: via Gerenzano, Bettinelli, Pascoli, Platani
Accessibilità: buona disponibilità di parcheggi
Passeggini – sedie a rotelle: il parco è accessibile
Videocamere di sorveglianza: sì
Chiosco – bar: no
Fontanella acqua: sì (nell’area cani)
Servizi igienici: no
Stato delle panchine: ottimo
Giochi per bambini: no
Area cani: si
Attrezzatura per fare sport: due porte senza reti
Segni particolari: l’arco settecentesco contornato dai platani è uno dei simboli di Castegnate e dell’intera città