Valle Olona - 23 agosto 2025, 08:38

Castellanza, Pgt, recupero delle aree dismesse, nuovo fondovalle Olona. Intervista a Vanni Mirandola, assessore allo sviluppo, governo del territorio e ambiente

Aggiornare il Pgt permetterà anche di fare analisi socio economiche, andando ad analizzare ad esempio lo spopolamento della città. Mirandola: “Dobbiamo capire quali fenomeni stanno all’origine”

Quello appena iniziato non è il primo mandato di Vanni Mirandola, assessore allo sviluppo, al governo del territorio e all’ambiente di Castellanza nella giunta Borroni. L’architetto specializzato in urbanistica e pianificazione del territorio, oltre ad avere avuto numerose esperienze nell’amministrazione pubblica in generale, l’anno scorso aveva ricevuto le deleghe che erano state in capo alla compianta prima cittadina Mirella Cerini.

Assessore Mirandola, nell’ambito del governo e dello sviluppo del territorio di Castellanza quali sono gli interventi principali?

«L’obiettivo maggiore è l’aggiornamento del PGT, il Piano di governo del territorio, un lavoro che sarà interessante anche per effettuare analisi socio economiche della città. Vogliamo avviare abbastanza rapidamente il percorso».

A proposito di analisi socio economiche: perché Castellanza si spopola?

«Un’ipotesi potrebbe essere collegata alla presenza dell’università e delle cliniche, con i proprietari degli immobili che preferiscono puntare sugli affitti temporanei. Dobbiamo capire qual è la consistenza dello sfitto e perché c’è paura ad affittare: dobbiamo capire quali sono i fenomeni che stanno all’origine».

Lei non è castellanzese: da “esterno” qual è il suo punto di vista sulla città?

«La condizione di Castellanza è molto particolare. Si trova lungo il fiume Olona, sull’asse del Sempione e sull’asse della Malpensa, è molto “schiacciata”. Il suo destino dipende tanto dal fare rete con i Comuni vicini, con la provincia di Varese e la città metropolitana di Milano. La situazione è già definita, dal punto di vista strutturale la città non si può cambiare, ma dobbiamo usare quello che c’è già e regolarizzarlo. L’Olona è una risorsa e con il Mill e il recupero del fondovalle riportiamo a disposizione di Castellanza un ambiente naturalizzato».

Parliamo dunque del fondovalle Olona

«Il progetto è di riqualificazione ambientale: si tratta di un’area verde tra la sede della Liuc e via Piave. Uno studio di fattibilità l’abbiamo fatto. La nostra idea è di renderla in parte naturalistica e in parte attrezzata, ma ciò dipenderà anche dalla collaborazione con l’ateneo. Potrebbero sorgere uno spazio ristoro, delle panchine, collinette con piante.
Abbiamo inoltre sganciato la nostra area dal Mill, il progetto di Confindustria Varese, in modo che ciascuno possa lavorare sulle proprie aree pur coordinandoci».

Un tema importante è il recupero delle aree dismesse

«Sì, a cominciare da quella della Chemisol di oltre 100mila metri quadrati. Il confronto con la proprietà è attivo: Il nostro obiettivo è un tavolo tecnico con Chemisol e FNM vista la contiguità dell’ex sedime ferroviario».

Due tra i tanti immobili di cui si discute da anni sono i Palazzoni di San Giulio e l’ex convento dei Camilliani. A che punto siamo?

«Per quanto riguarda i primi l’orientamento è cercare un finanziamento per demolirli e recuperare l’area rendendola per lo più verde, mentre per quanto concerne l’ex immobile dei Camilliani, il cui vincolo di destinazione è socio sanitario, la Castellanza servizi patrimonio sta sostenendo il mutuo, ma ha fatto fare una perizia per capire qual è il valore di mercato del bene. Dobbiamo decidere se venderlo o se virare su un partenariato pubblico privato».

Dal punto di vista ambientale sono diversi i cittadini che lamentano che la Centrale elettrica sia eccessivamente rumorosa. Che cosa fa il Comune?

«Raccogliamo tutte le segnalazioni e attenzioniamo la Provincia sulla tematica: l’AIA è infatti rilasciata da quest’ultima. Le rilevazioni di Arpa e Ats comunque certificano che la centrale è nei limiti di legge».

E per quanto riguarda il Parco Alto Milanese e le aree verdi?

«L’obiettivo è contribuire ad ampliare le aree perimetrali del Pam. Per quanto riguarda il verde abbiamo un bel patrimonio: occorre metterlo in rete e connetterlo sia internamente sia con gli altri Comuni».

Mariagiulia Porrello