Sport - 22 agosto 2025, 19:17

Un oro mondiale che è un «inno alla vita», l'impresa di Roberto Zausio ai World Transplant Games

Il bustocco, già due volte campione europeo con la nazionale di pallavolo, trionfa a Dresda, in Germania, nella rassegna iridata per trapiantati. «Siamo qui per celebrare la seconda possibilità che ci è stata data e per ringraziare i nostri donatori»

C’è un filo che unisce Oxford, Lisbona e ora Dresda. È un filo fatto di resilienza, di amicizia e di vittorie che pesano molto più di una medaglia. Roberto Zausio, atleta bustocco trapiantato di fegato, ha aggiunto il tassello più prezioso alla sua collezione: dopo due allori europei, è salito sul tetto del mondo con la nazionale italiana di pallavolo ai World Transplant Games, una sorta di Olimpiadi per atleti trapiantati, in corso nella città tedesca fino al 24 agosto.

Un trionfo netto, costruito su un percorso impeccabile. «Abbiamo vinto tutte le partite per 2-0, sei incontri in una sola, lunghissima giornata, dalle nove di mattina alle sei di sera», racconta Zausio con la voce ancora carica di emozione. Dopo aver superato il girone contro Argentina, Usa e Germania, gli azzurri hanno eliminato l'India ai quarti e l'Olanda in semifinale, prima di battere l'Ungheria nell'atto conclusivo. Una vittoria che è la punta di diamante di un'esperienza che va ben oltre il rettangolo di gioco.

Perché la vera vittoria, Roberto la descrive con parole che diventano un manifesto. «Questa manifestazione è un inno alla vita». Una frase che racchiude il senso di tutto. «Non siamo qui solo per competere, ma per divertirci, per stare insieme e per dimostrare che dopo il trapianto si può tornare a vivere pienamente. È la nostra seconda possibilità, e questo è l'aspetto più importante. Siamo qui anche e soprattutto per ringraziare i nostri donatori, persone che con un gesto di straordinaria generosità ci hanno permesso di vivere la nostra vita».

Un sentimento palpabile fin dalla cerimonia di apertura. «Vedere sfilare le famiglie dei donatori è stato un momento veramente emozionante. Tutto lo stadio si è alzato in piedi per un applauso durato dieci minuti. Lì capisci il vero valore di questi giochi». 

Lo spirito dei Giochi si respira in ogni angolo del villaggio. Roberto, arrivato a Dresda principalmente per la sua amata pallavolo, non si è tirato indietro: «Qui è come essere alle Olimpiadi, quindi mi butto». E così ha gareggiato anche nel bowling, nella petanque (le bocce), nelle freccette e nel getto del peso. Un atleta totale, spinto dalla voglia di partecipare e condividere. «Si creano legami incredibili. Ieri, dopo una partita di bowling, il mio avversario americano mi ha regalato il suo cappello da cowboy. È questo lo spirito che ci unisce tutti».

Un percorso, quello di Roberto e del “Club Volley Italia Trapiantati e Dializzati”, che parte da lontano e che ha l'obiettivo di sensibilizzare sull'importanza della donazione. Un impegno che lo scorso maggio aveva portato Zausio, insieme all'altro atleta bustocco Emanuele Porazzi (assente a questi mondiali per motivi familiari), a incontrare il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, in un appuntamento reso possibile dall'interessamento dell'assessore allo Sport di Busto Arsizio, Alessandro Albani.

Proprio l'assessore Albani ha voluto esprimere la sua gioia per il risultato: «Sono molto orgoglioso per il risultato ottenuto dal nostro concittadino Roberto, un esempio di resilienza per tutti, soprattutto per noi bustocchi».

Perché ogni schiacciata vincente, ogni punto segnato e ogni nuova amicizia stretta a Dresda è un messaggio di speranza. Non è solo sport, ma la celebrazione più bella e potente della vita che continua.

Giovanni Ferrario