A volte la montagna regala emozioni che vanno oltre il paesaggio, oltre la fatica della salita. È ciò che è accaduto a un’escursionista di Busto Arsizio, partita dal lago del Gabiet per raggiungere la cima dell’Alta Luce (3.185 m), splendida vetta panoramica che domina la valle di Gressoney e offre una vista mozzafiato sul massiccio del Monte Rosa.
Dopo ore di cammino tra morene, ruscelli, pietraie e tratti innevati, la sorpresa: sulla vetta, proprio accanto alla croce, svetta una campana con incisa la scritta “Busto Arsizio – Soccorritori – Paracadutisti”.
Un legame inaspettato, capace di unire l’orgoglio cittadino al fascino selvaggio della montagna.
«Vedere il nome della mia città qui, a quasi 3.200 metri, mi ha commosso – racconta l’escursionista – È come se un pezzo di casa fosse arrivato con me fino in cima, in questo luogo di silenzio e immensità».
Il percorso: dal Gabiet al cielo
Il cammino verso l’Alta Luce può iniziare dal Lago Gabiet (2.370 m), facilmente raggiungibile anche con gli impianti da Staffal. Da qui il sentiero sale deciso, regalando scorci spettacolari sulle acque turchesi del lago e sulle cime circostanti.
La traccia si snoda tra pietraie e prati alpini, attraversa ruscelli alimentati dai ghiacciai e, salendo di quota, conduce a un ambiente sempre più roccioso e selvaggio.
Gli ultimi tratti, più ripidi e impegnativi, si affrontano con passo sicuro e concentrazione, fino a guadagnare la cresta sommitale. Poi, all’improvviso, il panorama si apre: il Monte Rosa in tutta la sua imponenza, le valli di Gressoney e Ayas sotto di sé, il Cervino e il Gran Paradiso all’orizzonte.
La campana che unisce
In questo scenario maestoso, la campana di Busto Arsizio diventa simbolo di memoria e fratellanza: un segno lasciato da paracadutisti e soccorritori, probabilmente in ricordo di chi ha servito la montagna e la comunità con coraggio.
Un oggetto semplice, ma dal grande valore: chi raggiunge la cima può suonarla, lasciando che il suo rintocco si diffonda tra i ghiacciai e le vette, come un messaggio di pace e condivisione.
Per un cittadino di Busto Arsizio, trovarla lassù significa molto più di una coincidenza: è l’incontro inatteso tra radici e cielo, tra la propria storia e l’infinito orizzonte delle montagne.