È il rifugio delle famiglie, dei camminatori esperti, degli amanti della bici e della buona cucina. È il Maria Luisa, quota 2160, in Val Formazza. Ma dietro all’apparenza rassicurante di un rifugio “facile” si nasconde un piccolo mondo in fermento. Qui si lavora, e tanto.
Gli interventi di ristrutturazione
Via gli ombrelloni: al loro posto, una grande copertura anti-ombreggiante proteggerà tutti i tavoli all’esterno dal sole, garantendo comfort anche nei pranzi più affollati. Le fognature sono state rifatte e messe a norma. A settembre sarà la volta del bar: nuovo bancone, rivestimenti in legno, travi a vista con luci a led e porte rialzate. Niente è lasciato al caso. Le camere sono curate e accoglienti, dalle camerette da 4 o 6 posti al grande camerone. Si può portare il sacco letto oppure utilizzare la biancheria del rifugio.
Il rifugio ha pure scelto di valorizzare il territorio impiegando anche personale proveniente direttamente dalla valle, in un’ottica di radicamento verso la comunità locale.
Una stagione da record
La stagione è di quelle da incorniciare. «Va molto molto bene – racconta il presidente Cai Paolo Tagliabue – siamo sempre pieni anche nei weekend. Cinquanta persone ogni notte, fino a duecento pasti la domenica. I coperti sono duecento, tra interno ed esterno». I turni per il pranzo sono due, alle 12 e alle 13.30. La prenotazione è sempre preferibile, da effettuare via telefono, attraverso il sito del Cai oppure tramite la piattaforma dedicata ai pernottamenti. E per avere informazioni precise su meteo e condizioni dei sentieri, conviene sempre chiamare la custode: è lei la vera radar della montagna.
Raggiungerlo è semplice, viverlo è straordinario
Raggiungere il Maria Luisa è semplice, ma appagante. Si parte dalla piana di Riale: 300 metri di dislivello. Chi segue la strada impiega circa due ore per coprire i 5 chilometri. Chi invece sceglie il sentiero, ci arriva in un’oretta. È la classica gita da domenica in famiglia, perfetta per chi vuole respirare aria buona e sedersi a tavola con vista. Ora, con il nuovo gestore, sono ammessi anche gli animali. Non mancano servizi utili come il punto di ricarica per le e-bike, il deposito notturno e il Wi-Fi libero. Il Maria Luisa si adatta, cambia, migliora.
Escursioni tra laghi, creste e vette
Dal rifugio partono passeggiate e trekking di ogni livello. Il classico è il Passo San Giacomo, costeggiando il lago Toggia. Da lì si può proseguire in un bel giro ad anello che tocca la Rupe del Gesso, i laghetti del Boden, il lago Kastel, e rientra al Maria Luisa: quattro ore senza grandi dislivelli, immersi nella bellezza. Chi cerca gite più impegnative può puntare al Lago Nero (3 ore, 800 metri di salita), alla Bocchetta di Kastel o alla Bocchetta di Val Maggia, entrambe da affrontare in circa due ore e mezza, con 700 metri di dislivello e vista fino a 2800 metri. Itinerari che, d’inverno, diventano affascinanti anche con le pelli di foca.
Per i più allenati, è possibile raggiungere il rifugio Città di Busto in circa sei ore. Si parte dal passo San Giacomo, passando dalla capanna Corno e dal passo Gries lungo il sentiero Castiglioni, detto anche “bustocco”. Quattrocento metri di dislivello, camminata lunga e suggestiva. E ancora, dal Maria Luisa si raggiungono cime importanti: il Basodino con i suoi 3272 metri, la punta di Valrossa (2968), la Punta Kastel (3128), il Corno Brunni (2862) e la Rupe del Gesso (2434). Un paradiso per chi ama la quota.
Una storia scolpita nella roccia
E poi c’è la storia, che qui è viva in ogni pietra. Il rifugio è stato inaugurato nel 1936. Voluto dai bustocchi del Cai e dedicato a Maria Luisa, la giovane moglie del presidente Piero Monaco, morta a soli vent’anni. Nacque in una riunione consiliare il 21 ottobre di quell’anno, unendo tre fabbricati utilizzati durante la costruzione della diga del lago Toggia da parte della ditta Girola. La diga, alta 44 metri e lunga 199, domina ancora oggi il paesaggio.
Rifugio sentinella del clima
Dal 2023, il Maria Luisa è anche un rifugio sentinella del Cai: un osservatorio avanzato per studiare il clima, la flora e la fauna alpina. Un luogo di incontri, misurazioni e conoscenza, dove la montagna diventa anche scienza.
Il consiglio finale? Meteo svizzero
Per chi vuole salire è bene affidarsi a previsioni meteo precise. Il consiglio è chiaro: il Meteoswiss è quello che ci azzecca di più.
Dunque il Maria Luisa non è solo una meta. È un luogo che cresce, accoglie e sperimenta. Un angolo di montagna della città di Busto Arsizio dove il passo lento della natura incontra il passo deciso di chi sa guardare avanti.
E avanti si guarda anche in vista dei prossimi 90 anni: il Maria Luisa il prossimo anno spegne 90 candeline. Già in cantiere iniziative e preparativi.