Cronaca - 28 luglio 2025, 09:35

Sventata truffa da 49mila euro: la prontezza della Polizia di Gallarate ferma il raggiro

I numeri di telefono falsificati da cui è partito il tentativo di raggiro corrispondevano effettivamente a quelli di una banca di Mantova e della Questura di Varese. I malintenzionati avevano orchestrato la truffa riferendo un presunto "hackeraggio" del conto della vittima, dal quale risultava disposto un bonifico sospetto per l'acquisto di un'automobile. Decisiva è stata la tempestiva telefonata della moglie a un dirigente del commissariato cittadino

(foto d'archivio)

Pochi giorni fa, la Polizia di Stato di Gallarate ha sventato una truffa da migliaia di euro, tentata tramite la tecnica dello “spoofing” telefonico.

Il Dirigente del Commissariato di Gallarate ha ricevuto una chiamata da una conoscente, la quale gli ha riferito che il marito era in contatto telefonico con un sedicente funzionario dell’Ufficio Frodi di una banca di Mantova. Quest’ultimo stava segnalando un bonifico sospetto di 49.000 euro, destinato all’acquisto di un'autovettura, richiesto dal conto dell’uomo verso una filiale pugliese. Adducendo un presunto "hackeraggio" del conto, il fantomatico funzionario bancario aveva dichiarato che l’unico modo per "salvare" la cospicua somma fosse trasferirla con bonifico urgente su un conto temporaneo.

Il Dirigente del Commissariato si è assicurato, in primis, che il marito non avesse effettuato alcuna operazione, invitando poi la donna a comunicare al coniuge di non fornire informazioni sensibili al proprio interlocutore e di recarsi immediatamente in Commissariato. L’uomo, insospettito dai toni della telefonata, si stava già dirigendo verso gli uffici. Al suo arrivo presso gli Uffici di via Ragazzi del ‘99, assistito dal Dirigente e dagli operatori di polizia, è stato guidato a proseguire la conversazione. Nel frattempo, il truffatore – che risultava chiamare effettivamente da un’utenza corrispondente a una banca di Mantova – arrivava a comunicargli che, per l’operazione sospetta in questione, era addirittura in corso un’indagine, e che sarebbe stato contattato da un ispettore della Questura di Varese, a conferma della necessità del trasferimento della somma su un conto “di salvataggio”.

Poco dopo, come preannunciato dall’impostore, è giunta una seconda chiamata, con il numero falsificato della Questura di Varese. Durante la conversazione, un sedicente Ispettore confermava il furto dell’account e ribadiva l’urgenza del bonifico verso un “conto sicuro”. A quel punto, la vittima, ormai certa di essere oggetto di un tentativo di truffa, ha interrotto le comunicazioni e ha sporto denuncia presso il Commissariato.

La tecnica dello "spoofing”, o "caller ID spoofing", consente di falsificare l’identificativo del mittente in chiamate, SMS o e-mail. Il truffatore manipola il numero per far apparire che la comunicazione provenga da un contatto noto e affidabile - come la propria banca, Poste Italiane o un ufficio di Polizia - nascondendo la propria reale identità.

Questi attacchi sfruttano la paura e la buona fede delle vittime, che spesso, nella convinzione di proteggere i propri risparmi, cadono nelle trappole tese da malintenzionati. Talvolta, viene anche inviato un SMS apparentemente proveniente da banche o Poste, contenente link che rimandano a pagine “clone”, create per carpire credenziali, password o PIN, utili ad accedere ai conti correnti dei malcapitati.

Nonostante la truffa fosse stata architettata in maniera raffinata e convincente, la prontezza del cittadino e la professionalità degli Operatori di Polizia hanno impedito ai truffatori di raggiungere i propri obiettivi.

Redazione