Tre generazioni di ultras, abitanti di Sant'Anna di tutte le età e anche ormai trasferiti dal villaggio in altre zone, di amici. Per Leo Scala, l'ultima trasferta è stata circondata dall'affetto delle sue famiglie, come le ha nominate don David Maria Riboldi in chiesa. Quella che l'ha cresciuto, quella del quartiere di Busto Arsizio, e quella dei tifosi della Pro Patria. Quest'ultima gli ha trasmesso un'ondata di affetto speciale prima di arrivare in chiesa, nel suo stadio come promesso.
E con gli amici, le promesse si mantengono sempre. «Hooligano se ne infischia» è la scherzosa frase che lampeggia fra i fumogeni ora per sempre scritta in blu su una parete bianca dello stadio, ma è anche sulla targa consegnata dai tifosi amici della Triestina. Quando arriva lentamente l'auto bianca con il feretro, gli ultras, con i capelli bianchi e giovanissimi insieme, accendono i fumogeni e i cori. Il pensiero unisce Leo e gli altri ragazzi che non ci sono più. Ultimo ma non ultimo Raffaele Carlomagno: «Buona trasferta, salutaci Raffa e tutta la brigata».
Saranno gli ultras a vestire anche la chiesa «con una bellezza che ricorderemo a lungo», commenterà poi il pre te, che tra gli applausi sulla bara vestita di sciarpe della Pro e della Triestina posa anche il nastro bianco e verde della patronale di Sant'Anna.
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La chiesa si riempie lentamente e molti restano fuori, pronti a sventolare le bandiere per l'ultimo viaggio di Leo, quello che lo porterà accanto alle sorelle Giulia e Francesca, anche loro scomparse troppo presto.
La gente annuisce udendo le parole della cugina Silvia Cirigliano, che ricorda come Leo fosse «fragile ma autentico, veramente speciale, acuto, intelligente e capace di grandi slanci d'amore e generosità. Il fatto che ci siano tante persone a salutarlo oggi lo conferma». È il bambino sorridente che si offre di aiutare a portare la borsa della spesa, l'anima della compagnia da ragazzo, che fa un saluto davanti alla Madonnina di Sant'Anna, che anche nelle situazioni più difficili non perde mai la sua umanità, il suo sguardo buono rivolto verso gli altri.
Don David condivide una definizione che ha scritto in questi giorni Paola Reguzzoni per il giovane, «cuore buono, testa dura, anima fragile». E ha sottolineato: «Hai lasciato un segno profondo, sentiremo già tanta nostalgia del tuo modo di fare... Ti diciamo di voglio bene, come usavi dire tu, tutti con il cuore in mano».
Fuori, l'ultimo omaggio della curva, affiorano striscioni da tempi distanti. Ma il tempo oggi si ferma e si scioglie nell'ultimo grido: «Cantiamo insieme, per Leo, come gli piaceva tanto, Pro Patria, Pro Patria...».
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