Ultim'ora - 25 luglio 2025, 11:29

Allarme a Roma, nella notte date alle fiamme due auto della polizia: caccia al piromane esclusivo

(Adnkronos) - Allarme a Roma dove, nella serata di ieri, due macchine della Polizia di Stato sono state date alle fiamme. La prima, un'auto della polizia Penitenziaria, è stata incendiata davanti al ministero della Giustizia, in via Arenula, intorno alle 22. La seconda volante è stata invece bruciata quaranta minuti più tardi davanti al Commissariato Viminale, nel cuore della Capitale. In corso le indagini, è caccia al piromane. 

Limitati i danni, secondo quanto apprende l'Adnkronos, all'auto data alle fiamme nei pressi del Viminale, con solo l’annerimento della targa e della parte inferiore del paraurti grazie all'intervento tempestivo degli agenti, che hanno spento le fiamme con l’estintore. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso un uomo chinarsi nella parte posteriore della volante e gettare sotto qualcosa, forse una molotov da cui poi sono partite le fiamme.  

Quaranta minuti prima era quindi stata data alle fiamme l'auto della Penitenziaria, intorno alle 22. Non è possibile escludere, al momento, che si tratti dello stesso uomo ripreso dalle telecamere mentre appiccava il fuoco davanti al commissariato Viminale. 

Una volante bruciata davanti al commissariato Viminale. Era già successo 13 anni fa, a maggio del 2012, quando - in un copione diverso solo nelle modalità di esecuzione - un uomo venne ripreso dalle telecamere mentre, dopo aver infranto uno dei deflettori di un'auto della Polizia in sosta in via Manin, le ha dato fuoco gettando nell'abitacolo alcuni stracci imbevuti di liquido infiammabile. Le fiamme danneggiarono gravemente, in quell'occasione, altri due veicoli della Polizia di Stato. L'uomo, di origini palermitane, venne bloccato dagli agenti del commissariato Viminale, intervenuti appena notate le fiamme attraverso i dispositivi di videosorveglianza esterni dell'ufficio di via Farini. 

"Non si tratta soltanto di un atto vandalico, ma di un gesto deliberato e simbolico contro la presenza dello Stato e contro chi ogni giorno, con dedizione e sacrificio, assicura legalità e sicurezza nelle nostre città, indipendentemente dal risultato delle indagini. Un’azione che assume un valore ancora più grave per il luogo in cui è stata compiuta: un commissariato di Polizia, presidio di legalità e riferimento istituzionale per la comunità", dice intanto all'Adnkronos Enzo Letizia, segretario dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia che "esprime la più ferma condanna per l’incendio doloso che, nella serata di ieri, ha colpito una volante della Polizia di Stato parcheggiata davanti al Commissariato Viminale, nel cuore di Roma". 

"In un contesto urbano già segnato da tensioni sociali e da fenomeni di microcriminalità, episodi come questo rappresentano un allarme che non può essere sottovalutato - ribadisce - Serve una risposta ferma e coesa: dalle istituzioni, con misure concrete di rafforzamento, e dalla politica, con un chiaro segnale di sostegno e vicinanza a chi indossa ogni giorno una divisa. Nel rinnovare la solidarietà a tutti i colleghi in servizio al Commissariato Viminale, l’Associazione ribadisce il proprio impegno nel richiedere con forza più risorse, più mezzi e più tutele per le donne e gli uomini della Polizia di Stato, affinché nessuno si senta lasciato solo nel difendere i valori democratici della nostra Repubblica". 

"L’incendio dell’auto della Polizia davanti al commissariato Viminale è un atto grave che colpisce direttamente chi ogni giorno rappresenta lo Stato e tutela la sicurezza dei cittadini", le parole all'Adnkronos di Domenico Pianese, segretario generale del Coisp.  

"Ormai troppo spesso, chi ritiene di avere una ragione da far valere, sceglie di sfogare la propria rabbia contro le forze dell’ordine, considerate il volto più visibile dello Stato. Una distorsione pericolosa - dice il sindacalista - che nasce anche da un clima culturale sempre più tollerante verso atteggiamenti di delegittimazione e ostilità nei confronti delle divise. Esprimiamo piena solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadiamo che non può esserci alcuna giustificazione per simili episodi. Fa riflettere, inoltre, che alcune cariche istituzionali, che dovrebbero essere garanti dell’equilibrio democratico, in più di un’occasione abbiano adottato toni ambigui, se non addirittura indulgenti, verso chi alimenta questo clima d’odio. È tempo che le istituzioni, tutte, dimostrino con chiarezza da che parte stanno: o si è al fianco di chi ogni giorno rischia la vita per garantire legalità e sicurezza, o si finisce per spalleggiare chi semina sfiducia e caos".  

"Alla luce della notizia video diffusa dall’Adnkronos, la scorsa notte una persona attualmente ricercata, ha dato fuoco a un’auto della Polizia di Stato con colori d'istituto parcheggiata davanti al commissariato Viminale, ubicato a poca distanza dalla stazione Termini e dal ministero dell'Interno. Al di là delle indagini in corso emerge con chiarezza quanto denunciato da tempo dalla segreteria provinciale del Siap Roma, sulla carenza del dispositivo di controllo del territorio ed efficacia dei servizi di prevenzione generale disposti dalla Questura di Roma, specie nelle ore notturne", dice quindi all'Adnkronos Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap.  

"Di tutta evidenza che se in un sito istituzionale particolarmente sensibile, si possono liberamente dare alle fiamme le auto della Polizia, a Roma qualcosa non funziona, e bisogna prenderne atto - sottolinea il sindacalista - Dal nostro punto di osservazione il questore è concentrato soprattutto nella gestione dei grandi eventi, ma il sistema di sicurezza e prevenzione ogni giorno fa emergere criticità e limiti nella visione operativa delle istanze di sicurezza della collettività e degli operatori".  

“E’ un fatto di estrema gravità quello avvenuto a Roma dove un’auto della Polizia è stata data alle fiamme davanti al Commissariato Viminale. E’ frutto di un clima avvelenato di costante delegittimazione, criminalizzazione e messa in discussione dell’operato delle forze dell’ordine e, in più, dimostra la spudorata violenza con cui ci si scaglia contro chi, rappresentando lo Stato, viene identificato come nemico da abbattere. L’arroganza dimostrata purtroppo non solo oggi, ma quotidianamente contro chi veste la divisa rappresenta un allarme da non sottovalutare, soprattutto perché avvalorata, quando non addirittura avallata da certi ‘cattivi maestri’ sempre pronti a puntare il dito contro donne e uomini che fanno solo il proprio lavoro al servizio della collettività”, afferma poi all'Adnkronos Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato.  

“Indipendentemente dalla responsabilità del singolo che ha operato questo gesto criminale – continua - e che ci auguriamo venga chiamato a risponderne con la dovuta gravità, a dar forza alla mano di certi soggetti, lo ribadiamo, è quell’atteggiamento di giustificazionismo di alcuni che tutto ammette e tutto giustifica quando dall’altra parte c’è chi veste la divisa, quasi come se i cittadini dovessero essere ‘difesi’ a tutti i costi dall’operato delle forze dell’ordine, in un assurdo sovvertimento della realtà. Di fronte a chi spende una vita di sacrifici per rappresentare lo Stato, la legge, le Istituzioni e garantire ai cittadini sicurezza e ordine, c’è sempre bisogno di posizioni chiare e nette, non ‘ma’, non ‘però, ma autentico sostegno all’attività di chi tiene in piedi la democrazia” (di Silvia Mancinelli) 

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