Busto Arsizio - 18 luglio 2025, 13:07

Busto, Rose bianche per l’agente Emanuela Loi: «Il suo senso del dovere va tramandato»

Nel parco che porta il suo nome, assessori e consiglieri comunali hanno commemorato la poliziotta assassinata con il giudice Borsellino e i colleghi della scorta nella strage di via D’Amelio, di cui domani ricorre l’anniversario. La proposta di proiettare qui un documentario per ricordare figure come la sua

Rose bianche per ricordare ed esprimere gratitudine. Questa mattina, nel parco di Busto Arsizio che porta il suo nome, si è tenuta una breve commemorazione di Emanuela Loi, uno degli agenti della scorta assassinati insieme al magistrato Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio, di cui domani ricorre il 33esimo anniversario.

Il comitato Amici del Tempio civico ha allestito un piccolo altare nella chiesetta accanto al municipio per ricordare le vittime dell’attentato. Mentre nell’area verde tra via Galvani e via Bellini, inaugurata nel marzo del 2024, erano presenti la presidente del Consiglio comunale Laura Rogora, gli assessori Chiara Colombo e Manuela Maffioli e i consiglieri comunali Cinzia Berutti, Santo Cascio e Orazio Tallarida.
Era stata Berutti a suggerire, attraverso una mozione promosso col gruppo del Pd, di intitolare il "bosco di San Giuseppe" riqualificato e restituito alla città alla prima donna a far parte di una scorta e, purtroppo, anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio.
La proposta era stata accolta dalla maggioranza, al pari di quella di ricordarla nell’anniversario della strage.

Una piccola opera di memoria iniziata lo scorso anno e replicata oggi, apprezzata anche dalla nipote omonima, a sua volta poliziotta, che ha ringraziato il Comune.  «Una cerimonia che potrebbe essere implementata con la proiezione in questo luogo di un documentario che illustri magari l’impegno anche di tutte le altre donne poliziotto – è il nuovo invito della consigliera Berutti –. Sarebbe un momento formativo per i tanti giovani che non conoscono questa storia».
Un’ipotesi da valutare; di certo l’assessore Maffioli accoglie l’invito di rendere un appuntamento annuale fisso quello della commemorazione nel parco. La presidente Rogora ricorda le parole della mamma di Emanuela, che non descrive la figlia come una eroina, «ma come una ragazza con un grande senso del dovere. È questo che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni». «Il nostro lavoro nelle scuole va in questo senso», aggiunge l’assessore alle Politiche educative Colombo.

Oggi, un una calda mattinata di metà luglio, il parco non era molto frequentato. Pochi i presenti, che hanno comunque speso parole positive per un’area forse ancora poco nota. Il muro sul lato di via Galvani non ne facilita la conoscenza. Ma, forse, quelle rose bianche infilate nel cancello vicino alla targa col nome della poliziotta permetteranno a qualche persona in più, anche se per pochi giorni, di conoscere la storia di questa ragazza che ha sacrificato la vita al proprio grande senso del dovere.

Riccardo Canetta