Busto Arsizio - 14 luglio 2025, 14:35

Una culla di ultimissima generazione per la maternità di Busto. Un nuovo dono nel nome della piccola Chiara

Alla donazione della Casa di Chiara erano presenti il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’europarlamentare Isabella Tovaglieri. Il 29esimo regalo dell’associazione, che negli anni ha raccolto oltre 200mila euro per aiutare i più piccoli

Una culla termica di ultimissima generazione per il dipartimento materno infantile. È il nuovo, preziosissimo regalo dell’associazione La Casa di Chiara per l’ospedale di Busto Arsizio.
Questa mattina alla donazione erano presenti il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, la direzione strategica aziendale di Asst Valle Olona e ovviamente Marco Cirigliano e Stefania Martino, genitori di Chiara, la piccola volata via nel 2016 a nemmeno tre mesi di vita. Con loro anche lo zio Luca.

Un momento emozionante, reso ancora più speciale dal fatto che in quegli istanti nasceva un bambino che una famiglia attendeva con gioia dopo diverse gravidanze interrotte. Come se una farfalla, il simbolo della piccola Chiara, avesse deciso di posarsi qui proprio oggi.

Un macchinario all’avanguardia

Da qualche giorno, il reparto diretto dalla dottoressa Simonetta Cherubini dispone quindi di una culla termica di ultimissima generazione, configurabile, dotata di avanzate funzionalità sia in termini di termoregolazione sia per le tecnologie integrate in grado di supportare, al meglio, la rianimazione di emergenza.
Un macchinario da 21mila euro che potrà supportare i piccoli per qualsiasi problema. I suoi punti di forza sono, tra gli altri, il mantenimento stabile delle temperature, il supporto e la protezione per la transizione respiratoria, la creazione di un ambiente favorevole alla crescita e il supporto di flussi operativi efficienti.

L’apparecchio permette in un certo senso di sopperire alla mancanza di una vera e propria terapia intensiva neonatale. A Busto oggi non c'è e per questo diverse mamme scelgono di far nascere altrove i propri figli.
«Nel nuovo ospedale ci sarà», precisa però la direttrice generale di Asst Valle Olona Daniela Bianchi. E nella nuova struttura verrà portata anche questa culla, che sarà ancora all’avanguardia. «È una macchina da corsa», rimarca la dottoressa Cherubini, direttrice del dipartimento materno infantile e della pediatria.

Dal dolore alla speranza

Marco e Stefania hanno saputo trasformare un dolore che non si può descrivere in un’occasione di speranza per altre famiglie.
Tutto è iniziato con l’incubatrice donata al Del Ponte di Varese, che aveva accolto Chiara nel momento più difficile. Poi ci sono state tante altre iniziative, tanti regali preziosi per l’ospedale di Busto, per altri nosocomi, per la Croce rossa e le associazioni. Ventinove in tutto, per un totale di oltre 200mila euro, e la trentesima – un corso di disostruzione pediatrica rivolto ad asili nido e scuole dell’infanzia – è già in cantiere.

«La Casa di Chiara vuole avere la porta sempre aperta – spiega papà Marco –. Siamo andati avanti tra tutte le difficoltà, la gente ci vuole bene e mettiamo nel territorio tutto il bene di chi ci conosce».
Poi, indicando la dottoressa Cherubini aggiunge: «L’eccellenza vera sono loro, il corpo medico e infermieristico».

«Chi conosce i nostri ospedali rimane entusiasta dei professionisti che vi lavorano», conferma il governatore Fontana, che ha voluto ringraziare in prima persona «chi è riuscito a trasformare un momento di dolore in un’opportunità e in un aiuto per gli altri». «Il partenariato tra pubblico e volontariato è fondamentale – aggiunge –. L’ospedale è sempre qualcosa di importante e questo sistema lo fa sentire anche un po’ proprio. Così facendo la gente vuole bene all’ospedale e partecipa alla vita dell’ospedale medesimo».

«Questo è un altro mattoncino della casa di Chiara – sottolinea mamma Stefania –. In questi drammi si pensa di essere soli, ma non è così. Ci sono tante storie e tanta gente che ci vuole bene».
L’eurodeputata Tovaglieri ricorda che gli inizi della sua attività in Consiglio comunale sono coincisi con quelli di Cirigliano, che ha poi lasciato l’attività politica: «Eravamo su banchi contrapposti, ma non c’è nessuna contrapposizione quando si parla di bene comune. Non ci sono schieramenti di bandiera. Questa è un’attitudine che Marco aveva in Consiglio e dimostra di avere anche nella vita privata».

Riccardo Canetta