Gallarate - 10 luglio 2025, 13:55

Il brodo che racconta una città. A Gallarate si rinnova la tradizione

Nella “Contrada del Brodo” si riaccende il fuoco della memoria: dal 13 al 20 luglio la festa del Carmine torna a dare voce al quartiere popolare che non ha mai smesso di credere nella forza della comunità. «Un rito che scalda il cuore prima ancora della tavola»

C’è un cortile, a Gallarate, dove il tempo sembra essersi fermato. Un angolo di città che profuma di brodo e di storie raccontate a bassa voce. Dove la Madonna del Carmine scende tra la gente non solo in processione, ma nei gesti quotidiani: una tovaglia stesa, una sedia che scricchiola, una pentola che sobbolle da ore. È qui, tra via Novara e via San Giovanni Bosco, che anche quest’anno – dal 13 al 20 luglio – si celebra la “Settimana della Contrada del Brodo”, un appuntamento che non è solo religioso, ma civile e affettivo. Un rito collettivo che ha saputo attraversare i decenni con discrezione e forza, proprio come le donne e gli uomini che lo tengono in vita.

L’iniziativa nasce dalla volontà del gruppo “Cùntrada dal Broeud”, realtà informale ma solidissima, che ogni estate si fa custode della festa più popolare e insieme più appartata della città. Lontana dalle piazze centrali, la festa del Carmine si svolge nei luoghi che un tempo ospitavano artigiani, lavandaie, operai, famiglie numerose e silenziose. Un quartiere che non ha mai chiesto troppo, ma ha sempre saputo donare molto. E che ora, orgogliosamente, si mette il vestito buono per ricordare a tutti che l’identità gallaratese è nata qui, tra i cortili del Canton Sordo.

La tradizione del brodo e il sapore della condivisione

C’è un gesto che racchiude tutto: la distribuzione del brodo la domenica mattina, subito dopo la Messa delle 10 nella Basilica di Santa Maria Assunta. A mezzogiorno in punto, nel cortile di via San Giovanni Bosco, centinaia di bicchierini fumanti vengono offerti gratuitamente a chi passa. Una tradizione che affonda le radici nel dopoguerra, quando il brodo rappresentava l’unico pasto caldo per molte famiglie del rione. Un alimento povero, ma carico di dignità. E ancora oggi, quel gesto semplice diventa un atto di resistenza contro l’indifferenza e il disincanto.

«Siamo felici di riproporre questo appuntamento della tradizione gallaratese che davvero è molto sentito soprattutto dai contradaioli – dichiara Vittorio Pizzolato, presidente della Pro Loco di Gallarate –. La festa della Contrada del Brodo è davvero un momento molto sentito per la comunità della Contrada. Giorni di raccoglimento con i rosari nei cortili, la santa Messa e la processione con il simulacro della Madonna del Carmine. È come se il tempo si fermasse e fossimo trasportati con la mente alla contrada che fu, quella del passato in cui la commistione fra sacro e profano era il motore della festa. Siamo tutti invitati domenica mattina al momento clou con la distribuzione del brodo benedetto all’angolo di via San Giovanni Bosco».

Il sindaco Andrea Cassani ha sottolineato con convinzione il valore identitario della manifestazione: «Siamo pronti per la 77esima edizione della Cùntrada dal Broeud che, come ogni anno, riunisce i cittadini in una settimana di celebrazioni popolari nel quartiere della Madonna del Carmine. Un evento che fonde religiosità, tradizione e cultura, dove il punto culminante rimane la distribuzione del tradizionale brodo caldo, un atto che si ripete dal 1948 e che quest’anno avrà luogo domenica 20 luglio.
Questa festa non è solo un atto di devozione, ma un vero e proprio simbolo di comunità e di appartenenza. Riunisce generazioni diverse in un rito che, pur essendo radicato nel passato, rimane vivo nel presente. La Cùntrada dal Broeud è una tradizione che ci ricorda l’importanza di celebrare insieme le nostre radici, di onorare la nostra storia e di guardare con speranza al futuro».

Anche l’Amministrazione, con l’assessorato alla Cultura, si dimostra compatta nel riconoscere il valore profondo della manifestazione. «Ringrazio la Pro Loco per essere sempre presente in questi momenti conviviali che aiutano a mantenere vive le tradizioni – afferma l’assessore Claudia Mazzetti –. È una festività che, oltre al raccoglimento religioso, ci invita a vivere in maniera consapevole le nostre tradizioni locali, raccogliendo attorno a questo quartiere l’intera comunità.»

Non solo fede: musica, biciclette e storie di borgo

Il programma si muove tra devozione e allegria, alternando momenti spirituali – come il Rosario quotidiano e la processione serale di domenica 20, con la partecipazione della banda “La Concordia” di Crenna – a serate musicali all’aperto in via Novara. Il 17 luglio sarà la volta degli “In The Mood” e il 19 toccherà al “Trio Gino” riportare l’atmosfera dei balli d’un tempo. Ci sarà anche una mostra di biciclette d’epoca, quelle con la canna alta e i freni a bacchetta, memoria ambulante delle fatiche quotidiane del dopoguerra.

E poi le chiacchiere. Quelle che si accendono spontanee sulle panche di legno, mentre il crepuscolo avvolge le vie strette e le candele tremolano ai balconi. Perché in fondo la festa della Contrada del Brodo è proprio questo: la sospensione del tempo, la riscoperta del vicino di casa, il racconto che si tramanda da un volto all’altro.

Un’eredità che continua a parlare al presente

Nell’epoca degli eventi “instagrammabili” e dei festival a tema, qui si continua a fare festa con pochi mezzi e molto cuore. Nessun effetto speciale, ma una straordinaria autenticità. L’amministrazione comunale e la Pro Loco hanno riconosciuto l’importanza di sostenere questa realtà, così come gli sponsor che, da anni, credono in una tradizione tanto sobria quanto preziosa.

La “Contrada del Brodo” non cerca consensi, ma lascia un segno. È il silenzioso promemoria di ciò che ci rende umani: il cibo condiviso, la fede che unisce, la memoria che non si spegne. E per chi vorrà scoprirla – o riscoprirla – Gallarate offrirà, anche quest’anno, la sua pentola più sincera.

Alice Mometti