Malpensa - 04 luglio 2025, 17:29

Ucciso da un orso in Romania, sgomento all’aeroporto di Malpensa: «Omar era cresciuto a pane e piazzale»

Andrea Brasca, una lunga esperienza in Direzione Operazioni di Sea, ricorda Omar Zin, il centauro attaccato da un plantigrado durante un viaggio in Romania, dipendente conosciutissimo in aeroporto: «Il sorriso per lui era un modo di affrontare la vita, anche nei momenti difficili»

Omar Zin - Immagine Instagram

Andrea Brasca ha visto approdare Omar Zin alla Direzione Operazioni – Sala Controllo di Malpensa dopo una lunga esperienza sui mezzi, in aeroporto. E adesso è sgomento, come molti dipendenti di ieri e di oggi che hanno visto Omar destreggiarsi tra le piste prima, negli uffici poi. «Sono rimasto senza parole – conferma di fronte alla notizia della scomparsa di Omar, morto dopo un'aggressione di un'orsa in Romania -  come, credo, i tanti che lo conoscevano e riconoscevano a Malpensa. La sua figura era inconfondibile, una persona solare, un ragazzo rimasto tale a dispetto degli anni, uno col sorriso sulle labbra. Non per superficialità: era il suo modo di affrontare la vita. Anche le difficoltà».

Sulla sua presenza in aeroporto: «Era cresciuto a pane e piazzale. Un mondo complesso, non basta mettersi al volante di un mezzo e andare da un punto all’altro, occorre sapersi misurare con molte variabili, dall’ambiente di lavoro ai passeggeri. Non c’è corso di studi che ti possa preparare a tutto questo, la laurea te la sudi sul campo, mettendoti alla prova di giorno in giorno. E lui era bravo, aveva carattere. Non è passato da quella esperienza agli uffici per caso».

Su un presente difficile da accettare: «Era appassionato di moto, viaggi, natura… Lo stanno ricordando tutti, giustamente. È tremendo pensare che un’imprudenza, ma aspettiamo di sapere se le cose sono andate come si dice in queste ore, se lo sia portato via mentre faceva quello che gli piaceva. Le domande sono tante, magari resteranno senza risposta. Chissà, forse avrà confidato nella protezione del casco… Attendiamo il suo ritorno, ci vorrà un po’. E sarà un momento duro».

S.T.