«Riscoprire il valore del negozio sotto casa è anche un modo per fare acquisti più autentici e responsabili»: con questo invito Cristina Riganti, presidente di Federmoda Confcommercio provincia di Varese, apre la stagione dei saldi estivi, che in Lombardia inizieranno sabato 5 luglio e dureranno fino a martedì 3 settembre, nel rispetto della consueta finestra di sessanta giorni.
Regole chiare per saldi trasparenti
Anche quest’anno, nei trenta giorni che precedono l’inizio dei saldi, è fatto divieto ai commercianti di effettuare vendite promozionali o di esporre messaggi che rimandino a sconti, sia in vetrina che all’interno dei punti vendita. Durante il periodo ufficiale, il termine “saldo” potrà essere utilizzato liberamente, mentre espressioni come “promozione”, “occasione”, “sconto” o “svendita” saranno ammesse solo fuori da quel contesto.
Allo stesso modo, i commercianti sono tenuti a esporre con chiarezza il prezzo iniziale e la percentuale di sconto applicata. L’indicazione del prezzo finale scontato è invece facoltativa. Le regole valgono anche per i negozi online, che devono riportare come prezzo di riferimento il più basso praticato nel mese precedente.
Ma i saldi non sono solo una questione normativa: per Federmoda e Uniascom Confcommercio provincia di Varese, sono l’occasione per rafforzare il patto di fiducia tra clienti e negozianti. Da qui la campagna “Saldi chiari”, che promuove trasparenza e correttezza lungo tutta la filiera dell’acquisto.
Più qualità, meno quantità: il saldo consapevole
Cristina Riganti coglie l’occasione per rivolgere un duplice appello alla clientela. Il primo è un invito a sostenere il negozio di prossimità, cuore pulsante della socialità urbana: «Scegliere il saldo nel negozio fisico», sottolinea, «significa toccare con mano la merce, provarla, farsi consigliare da chi conosce i prodotti e ha a cuore la soddisfazione del cliente. È un gesto concreto di fiducia e sostegno verso un presidio economico e sociale insostituibile».
Il secondo riguarda la scelta consapevole dei capi: «Vale la pena riflettere su come investiamo il nostro budget: meglio uno o due capi ben fatti, in grado di durare nel tempo, che una serie di articoli a basso costo che si deteriorano dopo pochi utilizzi. È un modo per contrastare la logica dell’usa e getta e per valorizzare la qualità, l’artigianalità e la sostenibilità del prodotto».
Una linea condivisa anche a livello nazionale: «Come ricorda spesso Giulio Felloni, presidente nazionale di Federmoda, la qualità non è mai fuori moda. È ciò che distingue il commercio di vicinato da modelli impersonali, orientati al consumo veloce e senza radici».
Tutele per il consumatore e corretto allestimento dei punti vendita
Per tutta la durata dei saldi, i commercianti devono garantire il rispetto delle norme a tutela del consumatore. In particolare, i prodotti in saldo devono essere chiaramente separati da quelli venduti a prezzo pieno. Se tale separazione non è possibile, occorre utilizzare cartelli espliciti o altri strumenti visivi che rendano inequivocabile la distinzione tra le due categorie merceologiche.
Fondamentale anche conservare lo scontrino fiscale: in caso di difetto del prodotto acquistato in saldo, il cliente ha diritto alla sostituzione dell’articolo o al rimborso dell’importo pagato, alle stesse condizioni delle vendite a prezzo pieno.
Federmoda e Uniascom ribadiscono che i saldi possono essere una grande occasione per rilanciare consumi consapevoli, rafforzare il legame con il territorio e dare valore a ogni scelta d’acquisto. La differenza, anche in tempo di sconti, la fa sempre il negozio di fiducia.