I recenti episodi di violenza tra minori che hanno scosso il centro cittadino sono al centro dell'analisi e dell'azione dell'assessore ai servizi sociali. Paola Reguzzoni inquadra il fenomeno come un chiaro segnale di un malessere più profondo che affligge le nuove generazioni. Il Comune vuole promuovere, insieme alla associazioni di volontariato e agli attori istituzionali che a vario titolo si occupano di minori, una cultura dell’ascolto, della cura e del contrasto attivo ad ogni fenomeno di violenza, trascuratezza, solitudine e disagio che possa coinvolgere i minori d’età e le famiglie.
«I recenti fatti di violenza tra minori che si sono verificati – afferma il membro della giunta - sono un classico esempio di disagio giovanile. Il grido di aiuto di questa generazione è ormai evidente e può manifestarsi in tanti modi, tra ansia, depressione, episodi di violenza, ludopatia e altro».
L'assessore Reguzzoni prosegue analizzando il contesto socio-educativo attuale: «Viviamo in un periodo storico in cui famiglia delega i compiti educativi a tanti soggetti – prosegue l'assessore -, tra scuola, psicologi, associazioni senza spesso prendersi la responsabilità sulle proprie spalle. Partendo dal presupposto che il servizio sociale è l'ultimo punto di osservazione di questo problema, perché quando arriva da noi il disagio si è manifestato e il caso è passato tramite le forze di polizia o dal giudice tutelare del minore, quello che al momento possiamo fare è unicamente lavorare sull'emergenza.
Abbiamo così iniziato a ragionare sul tema, cercando di fare noi un passo in più. Prima che il caso sia già compromesso, è necessario fare prevenzione ma, pur mettendoci tanta buona volontà, finanziamenti e competenza, i sei assistenti sociali su 85mila abitanti sono una goccia nel mare».
Da questa consapevolezza e dalla necessità di un intervento più strutturato e anticipatore, nasce un'iniziativa concreta. «Il primo tavolo generale sui minori del Comune di Busto – spiega Reguzzoni - nasce proprio dall'esigenza di prevenire invece che curare, unendo le forze con scuole, associazioni e i tanti soggetti che hanno a che fare con l'educazione delle giovani generazioni, a qualsiasi livello».
Per rendere questo strumento più efficace e mirato, l'assessore ai servizi sociali avanza una proposta organizzativa precisa. «Suddividere le competenze tra tre sotto-tavoli più specifici, che possano affrontare con maggior efficacia i diversi problemi. Saranno tavoli democratici, diretti da persone differenti e il Comune sarà allo stesso livello di tutti i soggetti presenti. Per rendere l'iniziativa maggiormente efficace, è necessario suddividerci. La mia idea è quella di creare tre diversi tavoli. Il primo che coinvolga scuole e società sportive, una sorta di cuscinetto tra famiglie e servizi sociali. Il secondo sarebbe il tavolo “della cura”, quello che affronta i problemi legati alla presa in carico dei casi che arrivano al nostro ufficio. Il terzo è quello della sicurezza perché, oltre alla comprensione, è fondamentale, anche con il dialogo aperto con le forze dell'ordine, far capire che le regole vadano rispettate e che le punizioni non sono semplici tirate d'orecchio».