C’è chi insegna una materia e chi insegna a guardare il mondo. Melina Depalo, vedova Florita, storica docente di disegno e storia dell’arte del liceo scientifico Tosi di Busto Arsizio, apparteneva di certo alla seconda categoria. Non si limitava a trasmettere nozioni, ma apriva finestre sull’armonia, sulla grazia, sulla meraviglia. È venuta a mancare all’età di 89 anni, lasciando dietro di sé una scia luminosa fatta di ricordi, sorrisi e sguardi più attenti alla bellezza che ci circonda.
Era impossibile entrare nella sua aula e uscirne uguali a prima. La voce calma, lo sguardo attento, il modo elegante e spontaneo con cui spiegava un affresco, un tratto di matita o la prospettiva rinascimentale: tutto in lei parlava di bellezza, e non solo quella dei grandi capolavori. Melina Depalo aveva il dono raro di saperla trovare e mostrare anche nelle piccole cose, nei dettagli del quotidiano, nel modo in cui accoglieva i suoi alunni o si commuoveva davanti a un tramonto dipinto da uno studente.
Un’insegnante che “riempiva gli occhi di bellezza”
«Melina è stata una collega ma soprattutto un’amica», raccontano commossi i docenti del Tosi. «Preparata e curiosa, sempre presente a ogni evento con un entusiasmo contagioso. Ha regalato tanti sorrisi, ci ha riempito gli occhi con tanta bellezza». Il ricordo condiviso dai suoi colleghi è quello di una figura luminosa, capace di ascoltare, di accogliere, di condividere. Una donna che sapeva godere delle piccole gioie e affrontare con forza e gentilezza le difficoltà, senza mai perdere il sorriso.
Aveva uno spirito giovane, allegro, capace di cogliere l’arte non come qualcosa di polveroso da studiare sui libri, ma come una bussola per orientarsi nella vita. Ogni opera d’arte diventava, nelle sue mani, una storia da vivere, una lezione sull’animo umano, un invito a guardare oltre.
Gli alunni: «Era perfetta, empatica, ti faceva appassionare»
Ma sono forse le parole dei suoi studenti, passati e presenti, a descriverla nel modo più autentico: «Perfetta, stilosissima, simpatica. Trattava in modo spontaneo, ti trasmetteva il senso del bello». E ancora: «Mai arrabbiata, sempre solare. Ti faceva appassionare alla materia».
Non era solo l’insegnante “brava”, era quella che tutti ricordano anche anni dopo, quella che cambiava il modo di percepire l’arte — e forse anche un po’ la vita. Sapeva come comunicare, con delicatezza e passione, un messaggio che andava oltre il programma scolastico: che la bellezza è ovunque, e vale la pena cercarla, riconoscerla, difenderla.
Una lezione che resta
La scomparsa di Melina Depalo lascia un vuoto profondo, ma anche un’eredità viva. È la gratitudine dei colleghi, la commozione degli ex alunni, il ricordo dolce e forte di una professoressa che ha saputo essere guida, presenza, esempio. Che ha insegnato con grazia e fermezza, con ironia e cuore, che il disegno non è solo una linea sulla carta e che la storia dell’arte non è solo un susseguirsi di date e nomi, ma un modo per leggere la vita, per imparare a viverla con gusto, curiosità e stupore.
Chi l’ha conosciuta non potrà più osservare un dipinto, un dettaglio architettonico o un volto senza pensare a lei. Perché, come sapeva bene Melina Depalo, il bello non si insegna: si trasmette. Ed è proprio questo che ha fatto per decenni con eleganza, con dedizione, con amore. E continuerà a farlo, ogni volta che uno dei suoi studenti alzerà lo sguardo e vedrà il mondo con occhi un po’ più attenti.