Busto Arsizio - 15 maggio 2025, 20:49

Tarip, il Comune di Busto sterilizza l’Iva per venire incontro alla "famiglia Rossi"

Palazzo Gilardoni ha deciso di intervenire per contenere i costi a carico delle utenze domestiche. 2025 considerato anno transitorio, maggioranza e opposizione concordano sul ruolo dell’informazione per evitare agli utenti esborsi sensibilmente maggiori in futuro. I tecnici: «Per incentivare la differenziata deve passare il messaggio: attenzione, dal 2026 si potrebbe pagare di più»

L'assessore Albani in Commissione

L’esempio a cui più volte si è ricorso in Commissione 1 (Affari generali, bilancio, partecipate, presidente Simone Orsi) per capire come "leggere" la Tarip – Tariffa puntuale rifiuti 2025 è stato quello di un’ipotetica famiglia Rossi: due persone in appartamento di cento metri quadri. Dovranno, i Rossi come tutte le utenze domestiche, pagare una tariffa tripartita: quota fissa, quota variabile 1 (numero di componenti e superficie dell’abitazione) e quota variabile 2 (numero di conferimenti del secco residuo, minimo sei nel caso dei Rossi, di più, in proporzione, per le famiglie più numerose, vedi tabella in fondo all'articolo). Morale, il costo per i Rossi sarà di pochi euro in più rispetto a quello del periodo pre-Tarip (nel “caso standard” portato a esempio nell’aula consiliare si passa da 191 a 194) con due precisazioni. La prima: andrebbe aggiunto un 10 per cento di Iva che il Comune sterilizza con proprio intervento finanziario. Vanno, invece, effettivamente addizionati 6 euro che Arera – Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente chiede come contributo sociale, a favore delle famiglie in difficoltà economica.

Il compito, tutt’altro che semplice, di guidare i componenti della Commissione 1 nei meandri della Tarip sono stati i tecnici Cristina Carpenedo e Luigi Torretti. «Le famiglie – ha chiarito la prima - non vedono concretamente l’intervento sull’Iva ma questo dà il tempo alle utenze domestiche di fare i conti per non conferire, in futuro, a briglie soglie, come si fa quando non si è misurati (comportamento che peserà sugli esborsi, Ndr). Le utenze non domestiche riceveranno una fattura simile all’anno scorso, in caso di rispetto degli svuotamenti minimi, ma le richieste aggiuntive, per esempio di nuovi cassonetti, faranno salire i costi».

Il secondo ha sottolineato: «Il 2025 va considerato anno transitorio, non ci saranno conguagli sugli svuotamenti dell'anno. Ma agli utenti, a incentivare la differenziata, deve passare il messaggio: attenzione, dal 2026 potreste pagare di più».

Sfaccettate le sottolineature, le richieste di chiarimento e le preoccupazioni espresse dai consiglieri. Orazio Tallarida e Marco Lanza hanno voluto sottolineare la volontà politica concretizzata dalla maggioranza di venire incontro alle famiglie con la mossa sull’Iva. Tutti, esponenti di maggioranza e opposizione, a partire da Emanuele Fiore, hanno sottolineato il ruolo dell’informazione alla cittadinanza per contenere o evitare, in prospettiva, esborsi sensibilmente superiori a quelli abituali. Più tosto della media l’intervento di Massimo Rogora (il succo: ne avevamo già parlato, dell'informazione alla cittadinanza, dopo cinque mesi non è cambiato nulla). Gigi Farioli ha rimarcato come l’intervento sull’Iva, sensato, finisca con l’incidere sulla spesa corrente del Comune.

«La Tarip – ha rimarcato l’assessore Alessandro Albani in apertura lavori - è opportunità di investire in pratiche più sostenibili e di tutelare il nostro ambiente. Con la tariffa corrispettiva si va a premiare coloro che differenziano. Chi inquina paga, principio di giustizia sociale e ambientale». Concetto limpido di complessa applicazione.

Stefano Tosi