Territorio - 17 aprile 2025, 21:39

Samarate si ferma per Teresa. «Il male esiste. La via d’uscita è una rieducazione generale»

Nel cuore del municipio, la comunità si è stretta attorno alla famiglia Stabile per dire basta al femminicidio. Il sindaco Alessandro Ferrazzi indice il lutto cittadino e trasforma il dolore in un gesto collettivo di consapevolezza e responsabilità

Si è appena concluso, nell’atrio del palazzo municipale, il momento di riflessione voluto dall’amministrazione comunale per ricordare Teresa, la donna brutalmente strappata alla vita da un gesto di violenza che ha scosso l’intera comunità.
Un silenzio carico di dolore ha attraversato Samarate, trasformando il cuore del municipio in un luogo di raccoglimento, memoria e presa di coscienza.

Attorno alla tragedia della famiglia Stabile si è stretta una folla composta e partecipe: rappresentanti delle istituzioni, amici e semplici concittadini hanno sentito il bisogno profondo di esserci, di condividere un lutto che non è solo privato, ma che interroga e ferisce tutta la collettività.

La scelta del sindaco Alessandro Ferrazzi di indire il lutto cittadino per i giorni 17, 18 e 19 aprile – oltre che per il giorno dei funerali – è stata un gesto di grande valore civico e umano. Un atto che ha dato voce al dolore della città e ha trasformato un momento di tragedia in un’occasione di consapevolezza collettiva.

«L’unica via d’uscita è una rieducazione generale», afferma Ferrazzi, affiancato dalla vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Cinzia Castiglioni. «Il male esiste. C’è bisogno di interiorizzare quello che è accaduto, lasciare spazio alla preghiera per chi è credente», l’invito di Don Nicola Ippolito davanti a questa tragedia.

Il femminicidio, è emerso, nella sua disumana brutalità non può più essere visto come un fatto isolato, ma come il sintomo di una malattia culturale, psicologica e sociale che attraversa il nostro tempo. C’è un’urgenza che non possiamo più eludere: quella di educare al rispetto, al dialogo, all’ascolto delle emozioni. Occorre intervenire nelle scuole, nelle famiglie, nei contesti sociali e nei media, per decostruire stereotipi tossici e modelli relazionali basati sul possesso e sul controllo.

«Dobbiamo insegnare che nessuno ci appartiene e l’accettazione al fallimento - chiude Luca Macchi, presidente consiglio comunale -. Auguro che la prossima Pasqua e il prossimo 25 aprile siano un giorno di resurrezione e liberazione». Samarate vuole rispondere con servizi più efficaci ma soprattutto con un cambiamento profondo nella cultura e nelle coscienze.

Il gesto del sindaco Ferrazzi non è stato soltanto istituzionale: è stato un invito alla sensibilità verso la propria comunità, un invito a non voltarsi dall’altra parte.
«Stare insieme e fare comunità» – come recita il messaggio lanciato dall’amministrazione – significa proprio questo: non lasciare nessuno solo nel dolore, ma trasformarlo in una spinta etica e civile per costruire un domani più giusto, più umano, più sicuro. Per tutte e per tutti.

Alice Mometti