Economia - 16 aprile 2025, 17:38

Al Birrificio Poretti di Induno Olona, da quasi 150 anni patria del Made in Italy, di materie prime e innovazione

Si è svolto stamattina nello stabilimento varesino del Gruppo Carlsberg, in occasione della Giornata del Made in Italy, un confronto tra istituzioni, azienda ed esperti di agricoltura rigenerativa sul futuro del settore: «Qui c'è il cuore della nostra produzione, siamo parte di un gruppo internazionale ma con l'anima italiana. Puntiamo allo “zero” nelle emissioni CO2, nello spreco di acqua, negli incidenti, nel consumo responsabile, nell’impatto su agricoltura e rifiuti da imballaggio»

Oliver Dubost managing director Carlsberg Italia

In occasione della Giornata del Made in Italy, patrocinata dal MIMIT – Ministero dell’Impresa e del Made In Italy, questa mattina, giovedì 16 aprile, lo storico Birrificio Angelo Poretti a Induno Olona, di proprietà di Carlsberg Italia, ha ospitato un incontro di confronto tra istituzioni ed esperti sull'agricoltura rigenerativa e le materie prime italiane.

Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director Carlsberg Italia ha dato il benvenuto all’incontro, voluto per «celebrare la creatività dei prodotti italiani, il Birrificio è il cuore della nostra produzione, cogliamo ogni occasione per valorizzarlo perché lo merita molto. Parleremo da una prospettiva italiana e danese in merito alle pratiche agricole relative alla sostenibilità, è necessario avviare la transizione verso pratiche di sostenibilità come garanzia per il futuro».

La parola è passata a Olivier Dubost, Managing Director Carlsberg Italia: «Siamo parte di un gruppo internazionale ma con l’anima italiana, oggi abbiamo l’obiettivo di promuovere il Made in Italy, sinonimo di qualità ed eccellenza, in questo contesto è fondamentale parlare di crescita sia delle aziende e sia delle persone, vedremo come innovazione e sostenibilità sono driver di crescita e sostenibilità anche nel nostro settore, che può rappresentare un valore per la filiera produttiva e l’economia italiana. Pensiamo che ci sia tanto potenziale nella filiera, in particolare nelle materie prime ed agricoltura».

Il parlamentare Mirco Carloni, Presidente XIII Commissione Agricoltura, ha introdotto il lavoro portato avanti dal Governo e «dalla Commissione che presiedo per stabilizzare le accise e stimolare la produzione di birra. Abbiamo riflettuto su cosa significhi fare birra artigianale e quali siano le filiere che possono essere stimolate dalla produzione di birra, un valore aggiunto per stimolare il settore agricolo che può essere il futuro anche per molti giovani». 

«Quello dell’agricoltura rigenerativa è un tema attuale. All’agricoltura si assegna un impatto negativo sull’ambiente, mentre l’agricoltura rigenerativa porta un contributo positivo nell’ottica dell’economia circolare, è importante che l’agricoltura partecipi al tema dello scambio di crediti di carbonio e al rapporto con il consumatore in base alle nuove indicazioni comunitarie legate all’etichettatura di bevande alcoliche. È importante mantenere la propria identità territoriale, la fragilità dell’agricoltura necessita di politiche di filiera, per sviluppare le filiere agricole si devono creare collaborazioni positive, le politiche di Carlsberg sono in linea con bandi e strategie nazionali ed europee, l’agricoltura può cogliere tante opportunità per un nuovo sviluppo anche sociale. È importante un approccio al consumo consapevole anche delle bevande alcoliche, il Made in Italy è un insieme di alcuni fattori, tra cui la qualità delle materie prime e la loro trasformazione, dobbiamo favorire strumenti di aggregazione» sono state le riflessioni di Maria Chiara Gadda, Vice Presidente XIII Commissione Agricoltura – Camera dei Deputati.

Anette Christiansen, Capo Affari Ambientali Danish Agricolture and Food Council, ha fornito uno sguardo alla Danimarca e all’attività legata all’agricoltura rigenerativa. «In tema di agricoltura rigenerativa, Carlsberg è considerata il frontrunner, tra i primi ad applicare i principi dell’agricoltura rigenerativa in tutta la filiera. Carlsberg nasce a Copenaghen, fin da subito ha prestato attenzione al welfare, ai lavoratori, ha applicato il concetto di sostenibilità a 360°. La Danimarca è dipendente dall’agricoltura, il 61% terre emerse è dedicato all’agricoltura e l’11% alla produzione biologica. Dobbiamo trovare un equilibrio tra i vari settori in nome del futuro della produzione alimentare, anche su come gestire il futuro per una produzione alimentare più sostenibile, la responsabilità è a livello internazionale, le sfide sono globali, come i cambiamenti climatici, la biodiversità, la sicurezza alimentare come qualità e quantità, la degradazione del suolo, per un sistema alimentare sostenibile dobbiamo arrivare a un sistema agricolo olistico che si adatti a condizioni climatiche».

Francesca Zaccarelli, Senior Expert Agri-Food South EU presso l’Ambasciata di Danimarca in Italia, ha aggiunto qualche dettaglio in merito all’impegno politico, fondamentale per «rendere tutto questo possibile. La Danimarca è riconosciuta come uno tra gli Stati più avanti rispetto ad altri, riconosce il valore politico ed economico all’agricoltura rigenerativa. A dicembre 2024 è stato firmato un Accordo Tripartito tra la società civile, la filiera produttiva e il Governo con un piano d’azione che prevede alcune azioni da intraprendere, come la Carbon Tac, una tassa che, in realtà, torna al sistema stesso tramite investimenti, ovvero gli agricoltori hanno la possibilità di investire nella tecnologia per diventare sostenibili».

Christian Garavaglia, Presidente Gruppo Fratelli d’Italia presso il Consiglio Regione Lombardia e docente di economia presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, ha riflettuto in merito agli interessi dei consumatori, «sempre più interessati a prodotti biologici, il 21% è disposto a spendere il 10% in più per questo tipo di prodotti. L’apprezzamento dei consumatori stimola i produttori, la Lombardia contribuisce a sostenere il settore biologico con bandi e investimenti in politiche agroambientali. Inoltre, da un sondaggio che abbiamo proposto a 1021 consumatori, è emerso che il 60% preferisce una birra prodotta in Italia e il 46% una birra che presenta ingredienti coltivati in maniera sostenibile». 

Andrea Rocchi, Presidente di CREA - Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, ha presentato alcune attività di ricerche e sviluppo nel settore agri food. «È necessario innovare il percorso e rendere la filiera italiana più produttiva e attrattiva, è importante caratterizzare la materia prima di qualità. Carlsberg è una grande realtà, produce tanto, è importante rafforzare le produzioni locali e nazionali per caratterizzare un prodotto che deve restituire il valore economico e sociale al territorio, ci deve essere un legame stretto tra filiera produttiva e ricerca e sviluppo».

Serena Savoca ha percorso in breve la storia del Birrificio, attivo da quasi 150 anni, «da 22 anni facciamo parte del gruppo Carlsberg, siamo due realtà accomunate da un approccio sociale e la visione di fare azienda. Oggi, siamo al 3° posto nel mercato italiano della birra. Dal 2009, lavoriamo sulla sostenibilità, pensiamo come gruppo che agricoltura rigenerativa possa essere il futuro, entro il 2030 il 30% materie prime dovranno provenire da agricolture sostenibili. A proposito di sostenibilità, non possiamo non parlare della nostra strategia Together toward zero & beyond, quindi puntiamo allo “zero” nelle emissioni CO2, nello spreco di acqua, negli incidenti, nel consumo responsabile, nell’impatto su agricoltura e rifiuti da imballaggio. La birra è un prodotto agricolo, il modo in cui gli agricoltori gestiscono le produzioni ci riguarda per impatti e sostenibilità».

Infine, Andrea Borello, Creator e divulgatore esperto di sostenibilità, ha riflettuto sugli impatti del cambiamento climatico e sul tema dell’agricoltura rigenerativa, Carlsberg adotta questa pratica sostenibile e questo significa fare prevenzione, anche se serve una transizione a 360°.

Giulia Nicora