Cronaca - 08 aprile 2025, 14:35

Omicidio Limido, il bustocco Manfrinati rinviato a giudizio: la perizia psichiatrica respinta in udienza preliminare

Si è conclusa nella mattinata di oggi in aula bunker l’udienza preliminare relativa all’omicidio di Fabio Limido dello scorso maggio a Varese. Il giudice Buffa ha disposto il rinvio a giudizio di Marco Manfrinati, che sarà processato davanti alla Corte d’Assise con il riconoscimento di tutte le aggravanti formulate dal pubblico ministero

Da sinistra: l'avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Marco Manfrinati. A destra: Fabio Ambrosetti, legale della famiglia Limido

Si è conclusa questa mattina, nell’aula bunker del Tribunale di Varese, l’udienza preliminare relativa all’omicidio di Fabio Limido. Il giudice Buffa ha disposto il rinvio a giudizio di Marco Manfrinati, che sarà processato dalla Corte d’Assise con l’aggravante di tutte le accuse formulate dal pubblico ministero.

Nel corso dell’udienza, sono state rigettate due istanze: la richiesta di sequestro conservativo, avanzata dall’avvocato di parte civile Fabio Ambrosetti per timore di dispersione patrimoniale, è stata respinta per l'insussistenza del periculum in mora. La richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Busignani, di disporre una perizia psichiatrica sull’imputato, è stata anch’essa respinta, con il giudice che ha ritenuto non sussistenti gli elementi per accoglierla in questa fase processuale.

«Il giudice ha ritenuto che, pur esistendo elementi contrastanti, non fosse necessaria una perizia psichiatrica in questa fase dell'udienza preliminare, che non è di merito», ha dichiarato Busignani. «Ciò non esclude che la perizia possa essere disposta successivamente, in una fase processuale successiva, che segue regole specifiche».

Al termine dell’udienza, l’avvocato ha aggiunto: «L’udienza preliminare non serve a valutare colpevolezza o innocenza, ma solo a verificare se ci sono i presupposti per celebrare il processo. Io e il mio cliente non ci sottraiamo al processo, ci difenderemo in aula. A supporto dell’accusa saranno acquisiti e visionati i filmati pertinenti alla dinamica del delitto».

La difesa punta a sostenere la tesi della legittima difesa, escludendo a priori l’ipotesi di stalking come causa dell'omicidio. Tuttavia, la partita odierna si è concentrata sulle aggravanti e sulla scelta del rito. Nonostante la richiesta di rito abbreviato, il gup ha deciso per il rinvio a giudizio con la piena configurazione delle aggravanti, come richiesto dal pubblico ministero.

Il dibattimento si terrà in Corte d’Assise, dove la difesa avrà la possibilità di riproporre l’istanza per la perizia psichiatrica, cercando di dimostrare l’incapacità di intendere e di volere di Manfrinati al momento del fatto.

«Sono soddisfatto», ha dichiarato l’avvocato Fabio Ambrosetti, legale della famiglia Limido. «Marco Manfrinati è stato rinviato a giudizio con il riconoscimento di tutte le aggravanti, così come configurato dal pubblico ministero». A supporto dell’accusa, i filmati ritenuti rilevanti per la dinamica del delitto saranno acquisiti e visionati in aula.

«La formulazione del capo d’imputazione - spiegano fonti vicine all’inchiesta - è corretta e completa, frutto di una ragionevole previsione dell’esito di condanna, con la possibilità concreta di arrivare al massimo della pena. Vedremo se arriveremo all’ergastolo».

Il processo davanti alla Corte d’Assise si preannuncia complesso e ad alta tensione, con la difesa pronta a rinnovare le proprie istanze e l’accusa determinata a sostenere l’impianto accusatorio nella sua interezza.

Alice Mometti