"s'a ta disu chèl cu sentì" (se ti racconto quanto ho sentito) - è Giusepèn che parla. Gli vedo lo sguardo corrucciato e intuisco che quel che mi deve raccontare è qualche cosa di grave. Così mi enuncia, Giusepèn, il detto Bustocco tutto intero e non parzialmente come si evince dal titolo.
"candu a pàia l'e tacàa al foegu, a la brusa" (quando la paglia è accanto al fuoco, brucia) - ora si che ho ben compreso cosa Giusepèn mi sta dicendo (o che mi dirà), nell'approfondire il discorso, oltre al significato "figurato". Comprendo pure lo sconcerto di Giusepèn. D'accordo che lui, a 98 anni è moderno, ma lo è alla sua maniera. Non può cassare il significato in uso nella sua gioventù.
Certo, accostare la paglia vicino al fuoco, il rischio di un incendio è palese. Qui, invece, la "paglia" è dedicata a due innamorati. E il "fuoco" è dedicato alla battaglia degli ormoni che coinvolge i due innamorati. All'epoca (quella di Giusepèn), ma anche più oltre, si "pretendeva" (quasi) che i giovani (più lei di lui) arrivassero all'altare per il giusto matrimonio, vergini. La verginità, allora, aveva un preciso significato (che non comprendevo appieno), ma che "bollava" (sic) la femmina, piuttosto del maschio.
Si diceva pure "dona vergin e om caciadùi" (donna vergine e uomo cacciatore) per palesare una bruttura strutturale, tuttora incomprensibile (almeno per me). Cioè a dire: la ragazza (o la donna) doveva DOVEVA presentarsi all'altare, illibata, mentre il ragazzo (o l'uomo) doveva comportarsi da "cacciatore" o, per dirla più "cotta di cruda" doveva comportarsi da "diavolo tentatore" nei confronti di chi doveva impalmare.
Vediamo un po' le conseguenze, andando dritti a quanto la maggioranza delle persone, pensava. Se la ragazza "si concedeva" rischiava non solo di rimanere incinta, ma per molti ragazzi, si pensava che la partner fosse una "poco di buono" - se, invece, la ragazza non si concedeva, subiva l'onta di chi al sesso non era interessata. E Giusepèn mi sta raccontando in Dialetto Bustocco da strada, come i benpensanti liquidavano il problema.
Con quali conseguenze? Se la ragazzi che si concedeva per amore del suo uomo e rimaneva incinta, 90% (sic) veniva abbandonata e "bollata" quasi come una meretrice e, il restante 10% (sic) "correva ai ripari". Come? - la risposta è semplice, con un aborto. Di certo, non all'Ospedale e nemmeno in maniera esplicita. Avveniva con sotterfugi, a prezzo salato, ma l'importante che nessuno sapesse e che nessuno avesse da dire. Chi invece si maritava, poteva "leggere" sulla bocca di tutti che "i confetti sono bucati" per significare che la coppia, ha avuto rapporti carnali, prima del matrimonio. La società bigotta, andrebbe "fucilata".
Per "salvare la faccia", si incolpava la femmina di essersi concessa, ma se l'avesse fatto e fosse rimasta incinta, sarebbe diventata (agli occhi degli ipocriti, una "poco di buono". Invece, se fosse stata "perdonata", aveva i "confetti bucati" che somiglia molto … moltissimo alla "poco di buono". Mi chiedo solo: e il partner? si, il cosiddetto "cacciatore?" - se avesse sposato colei che si era concessa era un "persuasu" (colui che accetta tutto... perfino che lei, una volta concessasi a lui, si sarebbe concessa anche agli altri). E' pazzesco. E' blasfemo. E' orribile. Vi siete accorti che NON HO introdotto la parola AMORE?
E i benpensanti, bigotti e oltranzisti, sanno discutere d'amore? L'amore non è una conseguenza del Matrimonio, ma l'amore porta al Matrimonio e non è una …. scusa!
Lo dico apertamente a Giusepèn di non corrucciarsi. Il tutto deve avvenire in due fasi precise che hanno un nome: il RISPETTO e l'AMORE. Tutto il resto è idiozia, cannibalismo, facciata e vorrei aggiungere egoismo, ignobile credenza che trasforma il Sentimento in uno Spettacolo. Che, agli occhi del Mondo si deve rispettare un'etichetta e il resto è pura fantasia.
Lo dico animosamente a Giusepèn che non mi garba la "facciata" senza Amore e gli racconto (senza svelarle il nome) a cosa è successo a un mio amico fraterno che si è confidato con me, quasi piangendo.
A poco meno del giorno di matrimonio, con la sua ragazza, la fidanzata, la promessa sposa, che aveva "filato" per quattro anni (sic) e che "per tradizione" era vergine, che lui si era "sfogato, ma senza amore", con un'altra donna. Poi, quell'amico è venuto deliberatamente da me, neanche a sei mesi, dal Matrimonio e mi ha detto (questa volta piangendo) che lei …."non si sentiva" di compiere "atti carnali". Proprio così... non "atti d'amore", ma prosaicamente, "atti carnali".
Ora, Giusepèn lo vedo più "confortato". (lo fa di rado,) ma stavolta mi abbraccia e lo vedo felice: niente "cacciatore", niente "poco di buono", niente "aborto clandestino", niente e nessuna convenienza, ma AMORE, solo AMORE e quando gli …. ormoni parlano, non si devono inibire. E, non ci si dimentichi del RISPETTO; FONDAMENTALE IN UN RAPPORTO D'AMORE!