“Erbe, parole e musica”. Tre parole che si coniugano alla perfezione tra sabato e domenica a Busto Arsizio, in centro. Si congiungono con un’iniziativa portata avanti dalla “Casa delle erbe” di Giuseppe Montalto nell’ambito della festa patronale. Sarà proprio in occasione dei festeggiamenti che l’erborista e cosmetologo spiegherà ai bustocchi i segreti e i poteri magici delle erbe di San Giovanni e insegnerà come creare l’acqua di San Giovanni, quell’acqua dai poteri miracolosi di purificazione e rinnovamento.
Sì perché non tutti forse sanno che tra il 23 e il 24 giugno a Busto Arsizio avviene una trasformazione alchemica. «Domenica 23 giugno alle 19.15 in piazza Santa Maria insegneremo a preparare l’acqua di San Giovanni. Prenderemo una bacinella con acqua di sorgente (di Gozzano), collocheremo le erbe di San Giovanni che saranno esposte alla rugiada della notte – spiega Montalto – Secondo la tradizione tra il 23 e il 24 giugno (tra l’altro quest’anno coinciderà anche con la luna piena) avviene una grande trasformazione alchemica. Si credeva che girassero le streghe, ma si pensava che le frequenze vibrazionali dell’universo entrassero in quest’acqua che darà purificazione e rinnovamento. Con quest’acqua ci si laverà viso e corpo».
Gli interventi
La due giorni alla scoperta delle erbe di San Giovanni si apre sabato 22 in biblioteca con l’intervento di Maria Sonia Baldoni, la sibilla delle erbe che da 20 anni si occupa di tramando e forma persone alla conoscenza delle piante spontanee: parlerà delle “Erbe di Santa Ildegarda”. Il già citato Montalto illustrerà “Le erbe della bellezza” e la flautista Giustina Marta suonerà con tre flauti i canti delle erbe spontanee. La flautista ha composto la musica delle erbe: ad esempio dalla lavanda ha separato vocali e consonanti trasformandola prima in matematica e poi in musica. Ne è nata la musica della lavanda, l’elicrisio. Infine la scrittrice Andelon Curse , studiosa e compositrice di un libro sulla storia dantesca di Paolo e Francesca, illustrerà “Le erbe e l’amore di Paolo e Francesca” con finale a sorpresa.
Le erbe di San Giovanni per uso cosmetico
Tante sono le erbe che danno vita all’acqua di San Giovanni. «La prima è l’”Iperico perforatum” – prosegue Montalto – costituita da foglie e fiori piccoli che sembrano forati. Si creano delle vescicole che, schiacciate, fanno fuoriuscire un liquido rosso, appunto il sangue di San Giovanni che ha caratteristiche cicatrizzanti: veniva usato dai Cavalieri di Gerusalemme per curare le ferite. Iperico significa che punta verso l’alto, lo spirituale».
Poi c’è la Ruta, definita “erba allegra” che abbassa la “libido” negli uomini e la alza nelle donne. Era importante averla negli orti perché teneva lontane le vipere. Danno manforte all’acqua di San Giovanni, la verbena profumata che ha proprietà rilassanti, l’Artemisia, la pianta delle donne, la Salvia che secondo la leggenda è stata l’unica ad aiutare la Madonna che chiedeva aiuto alle piante per salvare Gesù durante la fuga in Egitto: mentre la rosa rifiuta per non sciupare i petali, così anche il cardo, la salvia, dicendo sì ha protetto Maria con il suo profumo. La rosa alla fine dura poco e ha le spine, idem il Cardo pieno di spine. Non ultima la felce: fortunato chi la vede fiorire tra il 23 e il 24 giugno.
Domenica al Pam “Cerimonia del tramando”
Dunque tante curiosità legate alla storia di Busto Arsizio e ai poteri miracolosi di erbe, piante e fiori. Domenica 23 giugno, dalle 9 alle 16, gli aneddoti si spostano alla Cascinetta del Parco Alto milanese per una giornata di formazione sul riconoscimento delle erbe spontanee con la “Cerimonia del tramando” a cura della “Casa delle erbe” di Giuseppe Montalto con la sibilla delle erbe che insegna a conoscerle ed è portavoce della loro presenza nelle tradizioni popolari.