Non avrà una sede fissa la “Casa di Bartolo”, l’associazione dedicata alla demenza senile inaugurata ieri, perché «troveremo posti accoglienti e famigliari», ha spiegato la presidente Stefania Verderame.
Non un luogo, ma un momento in cui «far scoprire alle persone cosa si può fare anche con la malattia e non solo per i caregivers, ma anche per chi la vive da fuori».
Ieri mattina, è stata presentata nel giardino di casa della famiglia Lunardi, in via Rodari a Busto Arsizio: «Qui abitava nonna Orsolina, malata di Alzheimer».
Ma l’associazione è nata ben prima, il 17 marzo: «Prende il nome di mio papà, Bartolo, perché, proprio il 17 marzo del 2015, gli è stata diagnosticata la malattia. Io mi occupavo già di assistenza domiciliare, ma vivere un papà con l’Alzheimer è tutt’altra cosa. Voglio raccontare come l’ho vissuta io e questa associazione vuole vivere un clima informale, sensibilizzare e far conoscere quello che si vive quotidianamente con questa malattia».
«C’è paura di dire di avere un parente stretto malato e dopo il lockdown si è fatta ancora più fatica - ha continuato a spiegare Stefania Verderame - una persona affetta da demenza senile cambia completamente e dopo essersi rinchiusi in casa si è temuto anche di far vedere che il caro era peggiorato».
Motivo per cui «secondo me dobbiamo far conoscere a chi non ha a che fare con questa malattia, per dare anche ai caregivers la possibilità di chiedere aiuto, di trovare del tempo per stare in compagnia, conoscere persone. Per me è importante che l’associazione venga vista come “casa”, infatti non abbiamo una sede, ma troveremo posti accoglienti e famigliari per incontrarci».
E il primo è stato casa Lunardi: «Iniziamo dalle basi e parliamo un po’», e poi caccia alle uova e “attacchiamo bottone”, proprio realizzando dei bottoni rivestiti. Due attività realizzate grazie alla collaborazione di Laura Lunardi di Black Milk.