Territorio - 10 marzo 2024, 12:08

VIDEO E FOTO. Celebrato il coraggio di Filippo Bonavitacola. Ai nazisti disse: «Sparate, non temo la morte. Viva l’Italia»

Un’affollatissima sala consiliare a Lonate Pozzolo ha voluto rendere omaggio, a 110 anni dalla nascita, al carabiniere che rifiutò di calpestare gli alamari strappatigli dai tedeschi. Presenti autorità politiche e rappresentanti delle forze dell’ordine

«Soltanto dopo la morte potrete togliermi i distintivi ma non il valore, perché lo porterò con me dove non potete calpestarlo». Come dimenticare un carabiniere che fino all’ultimo ha stretto gli alamari e rivolgendosi ai nazisti che lo obbligavano a calpestarli a gran voce gridò: «Sparate non temo la morte, Viva l’Italia». Come dimenticare una medaglia d’oro al valore militare che fino all’ultimo ha tenuto alti i valori della patria? Lonate Pozzolo, dove si sono trasferiti i familiari, non ha dimenticato e questa mattina il sindaco Elena Carraro, giunta, associazioni, parlamentari, rappresentanti dei Marinai d’Italia, Alpini, Bersaglieri, Cavalieri del Fiume Azzurro, Pro Loco e ovviamente i carabinieri si sono dati appuntamento in sala consiliare per commemorare i 110 anni dalla nascita di Filippo Bonavitacola.

Una sala affollatissima che ricordando quel terribile 1944 ha voluto dire ai parenti di Filippo Bonavitacola che il suo gesto non è caduto nell’oblio, che ogni cinque anni verrà fatto riaffiorare coinvolgendo l’intera cittadinanza.

Lo ha chiarito il sindaco Carraro: «Bonavitacola è stato un esempio di attaccamento alla patria, di virtù militari e fierezza nazionale. Ha sempre onorato e portato in alto il nome della nazione, come tanti altri eroi anche in cambio della loro stessa vita e che con il loro sacrificio hanno contribuito alla costruzione dell’Italia libera e democratica». Le ha fatto eco l’europarlamentare Isabella Tovaglieri: «Importante ricordare un esempio di vita. Abbiamo l’onere e l’onore di trasmettere i valori che ci ha comunicato questo esempio alle future generazioni».

L’inno nazionale intonato dalla Filarmonica lonatese e dalla Fanfara Tramonti-Crosta ha accompagnato “gli onori alla bandiera”, rotto solo dalla voce del presidente dell’associazione anziani Giovanni Desperati (cerimoniere) che ha gridato il nome di Filippo Bonavitacola. È stata poi deposta la corona dal sindaco e dal generale Giovannelli. Tutti sull’attenti hanno partecipato alla coinvolgente cerimonia. Si è ricostruita la vicenda del carabiniere ucciso.

«Dopo essere stato catturato per aver salvato numerose vite umane, i tedeschi lo obbligarono a calpestare gli alamari per salvarsi la vita, ma egli stringendoli in mano, gridò: “Soltanto dopo la morte potete togliermi i distintivi ma non il valore, perché lo porterò con me dove non potete calpestarlo. Sferrò un pugno all’ufficiale tedesco che voleva bendarlo, poi sbottonò la giubba e a gran voce gridò: “Sparate non temo la morte, viva l’Italia”».

Tutti gli intervenuti hanno ringraziato l’arma dei carabinieri per la preziosa attività quotidiana. Ringraziamento da parte del generale Nazareno Giovannelli, di Tovaglieri e del deputato Riccardo De Corato. Accanto a loro sedevano il generale Eugenio Morini e il coordinatore della provincia di Varese Paolo Cazzola. Presente anche il vicesindaco Andrea Colombo.
La commemorazione si è conclusa nella chiesa di Sant’Ambrogio con la celebrazione della messa.

Laura Vignati