Gallarate - 05 marzo 2024, 22:05

Assunzioni, ospedale unico, futuro del Sant’Antonio Abate: Daniela Bianchi in Commissione Sanità

Niente chiusure all’ospedale di Gallarate, ricerca di personale, convenzione con Arexpo per tratteggiare il futuro dell’attuale sedime ospedaliero: intervento ad ampio raggio della direttrice generale di Asst. Nuova struttura di Beata Giuliana giudicata indispensabile per superare i limiti di quelle di Busto e Gallarate

La riunione della commissione sanità, Gallarate

Convenzione con Arexpo per approfondire il futuro degli attuali sedimi ospedalieri firmata, nessuna nuova chiusura, volontà di reclutare specialisti, per rispondere ai tanti addii, anche recenti, al Sant’Antonio Abate e per compensare l’intervenuta impossibilità di ricorrere alle cooperative per garantire le attività. Sono alcuni dei punti fondamentali toccati dalla Direttrice Generale di Asst Valle Olona, Daniela Bianchi, alla Commissione Speciale Sanità di Gallarate.

Intervento apprezzato pressoché all’unanimità, quello della dirigente, per la prima volta nella sala consiliare di Palazzo Broletto con il direttore sociosanitario John Tremamondo, quello sanitario, Stefano Schieppati, e la direttrice amministrativa, Anna Maria Stigliano. Il sindaco, Andrea Cassani, ha parlato di mancata capacità programmatoria, con conseguente necessità di rincorrere l’emergenza, percepita in passato nell'interlocuzione con Asst, sensazione mutata con i primi contatti con la nuova dirigenza (il consigliere comunale Massimo Gnocchi ha, invece, sollevato dubbi sull’utilità stessa della Commissione).

Sugli ospedali attuali e su quello da realizzare: «I pazienti – ha affermato Daniela Bianchi - avranno quasi più bisogno di quello che resterà nell’attuale ospedale rispetto a ciò che troverà posto in quello nuovo». Considerazione non certo volta a sminuire l’importanza della struttura prevista a Busto ma a fornire la misura di uno spostamento in atto, legato all’invecchiamento della popolazione. Se il futuro ospedale unico sarà chiamato innanzitutto a occuparsi delle acuzie, il Sant’Antonio Abate (al netto di prevedibili trasformazioni) potrà recitare un ruolo importante nella rete dispiegata sul territorio per occuparsi del resto, con grande attenzione ai pazienti cronici. «Gran parte della popolazione  – ha chiarito la Dg – non dovrà necessariamente trovare le risposte di cui ha bisogno nella nuova struttura, chiamata a lavorare su altro, per esempio con l’offerta chirurgica».

In che cosa potrà avere un ruolo significativo il presidio gallaratese? «Nella riabilitazione, per esempio, come Somma. In generale in ciò che servirà a una popolazione più anziana e, spesso, sola». Gli scenari futuri, del resto, non hanno rubato del tutto la scena al passato recente. Un numero  citato dalla Dg, in particolare, ha suscitato attenzione. Sono 40 i medici che hanno lasciato il Sant’Antonio Abate nel 2023.

Daniela Bianchi ha confermato l’attivismo di Asst nella ricerca di personale. Con i tanti bandi aperti per il reclutamento e con la creazione di un contesto lavorativo che risulti attrattivo, stimolante.

Basterà per marcare una differenza rispetto ai bandi del passato più o meno recente, spesso segnati da risultati non all’altezza delle aspettative (di un’auspicabile “inversione di tendenza” ha  parlato, in particolare, il consigliere Giovanni Pignataro)? Difficile a dirsi, la Dg ha accennato a segnali positivi e manifestato disponibilità a nuovi incontri, in caso di possibili aggiornamenti degni di nota. Collegata e netta, quasi in chiusura di incontro, la posizione, espressa dal direttore sanitario Schieppati, sulla capacità attrattiva dei nosocomi esistenti, in risposta a un intervento del consigliere Cesare Coppe: «Non è possibile che gli ospedali attuali abbiano un futuro. Oggi i professionisti scelgono l'Asst in cui andare e questi ospedali, dal punto di vista logistico interno, sono insostenibili, non più in linea con i percorsi di cura oggi da seguire, per limiti non sanabili».

Stefano Tosi