Intelligenza artificiale e neuroscienze. Della loro interazione si parla martedì pomeriggio 20 febbraio (ore 15.15) al liceo Crespi. A sondare i meccanismi invisibili dietro all’intelligenza artificiale e umana spetta al prof di fisica Martino Sorbaro, docente al Crespi e al liceo scientifico Tosi.
«Dietro all’impatto visibile di ogni innovazione tecnologica, c’è sempre un livello invisibile ai più: quello dei nuovi concetti scientifici che l’hanno permessa – spiega - Sentiamo ormai spesso parlare di intelligenza artificiale, ma parliamo poco di come funzioni un software “intelligente” e di cosa lo distingua da uno tradizionale».
Così molte delle ampie applicazioni dell’intelligenza artificiale di oggi, inimmaginabili fino a un decennio fa, si devono alla diffusione delle reti neurali artificiali. «Sono il livello invisibile e affascinante tra l’input e l’output di molti algoritmi, ma anche tra la percezione e l’azione negli esseri umani», chiarisce.
Dunque l’incontro servirà per rispondere a diversi interrogativi: «Che cosa sono e come funzionano? Che cosa hanno in comune con le reti neurali “biologiche” che formano il nostro sistema nervoso, e in cosa sono differenti? Intelligenza artificiale e neuroscienze interagiscono sempre di più. Il loro obiettivo comune è capire la miriade di operazioni invisibili interne alla rete, necessarie per l'emergere di un risultato visibile, come la generazione di un testo o il riconoscimento di un volto».
Con una laurea in fisica all’università di Pavia, Martino Sorbaro ha conseguito un dottorato a Edimburgo in neuroinformatica e un assegno di ricerca a Zurigo in ingegneria neuromorfica, al confine tra l’intelligenza artificiale e la neuroscienza computazionale.