Busto Arsizio - 31 gennaio 2024, 19:22

Beata Giuliana perde un pezzo di storia: chiude la cartoleria edicola Aurora

A Busto Arsizio Pierpaolo Gorletta, 20 anni in via Meda, tira giù la saracinesca che si è alzata per la prima volta nel 1957: «Ho resistito finché ho potuto ma in negozio entrano in pochi. Perché in pochi, oggi, passano per strada». I saluti, e la commozione, dei clienti

La cartoleria edicola Aurora. Attività nata nel 1957, dal 2004 gestita da Pierpaolo Gorletta

Una foto in negozio, in trincea, nella postazione di lavoro? No, questo no. Pierpaolo Gorletta, per tanti Pier, è sul punto di chiudere definitivamente la cartoleria edicola Aurora (vedi sotto). E il pomeriggio che, mercoledì 31 gennaio 2024, mette fine a 20 anni di presenza fissa in via Meda, a due passi dal cuore di Beata Giuliana, è troppo denso di emozioni, tante contrastanti. Niente scatti, quindi, niente “messe in posa”, Gorletta preferisce concentrarsi sulle ultime vendite, sulle strette di mano, sui clienti che passano per un ciao o un arrivederci. Ma qualche parola la scambia.

E parte dalle persone: «Negli ultimi giorni da qui ne sono passate tante. C’è chi compra senza sapere che domani non potrà più farlo, chi ha sentito della chiusura e non ci crede, chi viene apposta per salutare. Più d’uno si è commosso. Sapevo di avere offerto un buon servizio ma così tanto dispiacere non lo immaginavo».

Basta trascorrere qualche minuto al civico 9, tra espositori e bancone, per trovare conferme. Colpisce, fra le altre, quella che arriva da una ragazzina. Ha 13 anni e accompagna la mamma, entrata per un ultimo acquisto. Dice: «In cartoleria si entra sempre volentieri». «Ieri è passato un ragazzo poco più grande di lei, gli veniva da piangere» aggiunge il titolare.

Perché gettare la spugna, se l’Aurora è così apprezzata? Colpa, come spesso succede, dei giornali che non si vendono più? «Solo in parte – analizza il titolare – perché sì, è vero, la clientela che chiede quotidiani e periodici è tendenzialmente in là con gli anni e diminuisce. Ma il colpo più duro è arrivato dal calo delle altre vendite. Oggettistica, libri di testo per le scuole, cartoleria… Tanto per fare un esempio, è rimasta invenduta parecchia merce natalizia. E non è il primo anno». I motivi possono essere tanti e diversi. Fra i più probabili, come al solito,  i colossi dell'on line, sempre più gettonati. Poi, la concorrenza dei centri commerciali. «Nell’offerta nata e cresciuta all’ex Mizar, un negozio come il mio non c’è – nota Gorletta – ma certamente gli spostamenti delle persone che abitano da queste parti, o che frequentano la zona, sono cambiati. È lontano il tempo in cui, qui vicino, c’erano un piccolo supermercato, una macelleria, due panifici, una lavanderia/stireria… Perfino un pescivendolo. La verità? Non è che non entri più gente in negozio. È che di gente ne passa pochissima anche fuori».

E la consapevolezza di avere lavorato al meglio allevia solo in parte l’amaro in bocca. «Anche perché – sottolinea Gorletta - questo posto ha una storia. Io sono arrivato nel 2004 ma l’attività esiste dal 1957». Le energie di Pier Gorletta si incanaleranno altrove. Nessun rimpianto, ma abbandonare il lavoro fra carta e inchiostri (lavoro tosto: apertura all’alba sei giorni su sette, oltre a una domenica ogni due) gli mancherà. Un saluto, un messaggio ai clienti? «Sì, semplice: credetemi, finché è stato possibile, ho tenuto duro».

Stefano Tosi